Chimica e mostri

20 agosto 2014 – 22:08cape-ray

Nonostante le celebrazioni di successo del Pentagono per il completamento delle operazioni a bordo della Cape Ray, il presidente Obama avrebbe imposto la “completa eliminazione” dell’arsenale Chimico Siriano, in pratica, gli americani hanno fatto finora solo la metà del lavoro [ndr.: come abbiamo più volte ribadito dando voce al mondo scientifico Greco].

Nessuno, tranne i 64 esperti a bordo della Cape Ray, sa cosa esattamente è accaduto in acque internazionali al largo della costa di Creta.

La posizione è scelta dagli Stati Uniti per evitare di dover rispondere alla domanda più importante: cosa succede ai residui del processo di Idrolisi ?

La massa complessiva dei residui è stimata in circa dieci volte quella iniziale, i residui sono meno pericolosi della loro composizione iniziale, ma comunque ugualmente tossici.

L’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza la Sig.ra Catherine Ashton, ed il Presidente Barroso, entrambi dell’Unione europea, continuano a rassicurare … ma chi gli crede ??

Rob Malone, che lavora nella agenzia Edgewood Chemical & Biological Center degli Stati Uniti è uno dei 64 specialisti di armi chimiche che sono stati inviati nel Mediterraneo a bordo della Cape Ray, a sorpresa lo scorso gennaio dichiarò:

rob_malone«… il risultato di questo processo di neutralizzazione (l’Idrolisi) creerà circa 1,5 milioni di litri di un “emissario” tossico che deve essere smaltito, ma che non può essere utilizzato come arma chimica.

L’inattivazione chimica è ottenuta attraverso l’uso di sostanze tra cui l’acqua, la candeggina e idrossido di sodio. Queste sostanze sono contenute in 220 serbatoi da 25.000 litri, circa ciascuno.

Gli effluenti sono simili ad altri composti pericolosi e tossici che generano alcuni processi industriali. C’è un mercato commerciale a livello mondiale per lo smaltimento di tali rifiuti».

Ma la destinazione di tali residui non la conosce nessuno, l’unica cosa che sappiamo per ora, sulla base di comunicazioni ufficiali, è che la Germania si è impegnata ad accettare quantitativi di agenti dell’Iprite inattivati per l’ulteriore lavorazione nella fabbrica di Munster, mentre gran parte degli altri residui si tratteranno in un impianto a Port Arthur, in Texas, che è stato già usato in passato per la distruzione americana di armi chimiche.

Questo riguarda comunque l’Iprite ed il Methylphosphonyl Difluoride (DF) sostanza chimica di base del Sarin … che dire delle decine di tonnellate del gas VX, enormemente più letale del Sarin che presumibilmente era in possesso di Assad ?

E’ stato scelto il processo di Idrolisi per il semplice motivo che altri trattamenti (ad esempio la Pirolisi ovvero la “combustione” in assenza di ossigeno) richiederebbero anni, per tali quantità.

Gli scienziati di 14 paesi avevano lanciato l’allarme su possibili perdite in mare. Riusciremo mai sapere che cosa esattamente è accaduto nel Mediterraneo, in acque internazionali ad ovest di Creta ?

Liberamente tradotto da : fonte

 

 

Tratto da http://www.sosmediterraneo.org/chimica-mostri/

Il triangolo chimico delle Bermuda

30 luglio 2014 – 16:13

bermuda

Alcuni anni fa la BBC, volendo dimostrare che le teorie sul Triangolo delle Bermuda sono una leggenda metropolitana, ha cominciato a raccogliere i dati sulle sparizioni di navi nelle zone marittime di diverse parti del mondo.

La conclusione è stata che ci sono decine di siti con livelli molto più elevati di incidenti nautici.

Un’indagine più attenta avrebbe mostrato che il triangolo più “misterioso” non è quello in Florida, ma nel tratto di mare tra l’Italia, la Grecia e le coste dell’Africa.

Questo è il “Triangolo Mediterraneo delle Bermuda”, dove la ‘ndrangheta calabrese per decenni avrebbe affondato navi che trasportavano rifiuti tossici e radioattivi.

Anche se meno noto al grande pubblico, rispetto a “Cosa Nostra” siciliana e alla “Camorra” napoletana, la ‘ndrangheta calabrese era il più forte sindacato del crimine nell’Italia degli anni ’90.

Con un fatturato superiore a quello della FIAT, la ‘ndrangheta è sospettata della “scomparsa” di almeno 30 navi con rifiuti tossici che altrimenti dovevano essere smaltiti con costosi processi, e che saranno un pericolo per l’ambiente.

Non è esagerato pensare che queste azioni illegali hanno avuto anche un ruolo geopolitico in un’area che si estende dalla costa Italiana del Mediterraneo al Corno d’Africa.

L’esempio più eclatante è stata la Somalia. Gli sforzi dei pescatori locali per evitare l’affondamento di sostanze tossiche nei pressi delle loro coste, con la creazione di gruppi di autodifesa armata, a poco a poco hanno portato al fenomeno della pirateria.

Il circolo vizioso è evidente: la Somalia, è rimasto nel caos dopo l’intervento americano nel 1993, è diventata facile preda delle mafie italiane, generando in risposta il fenomeno della pirateria e quindi nuovi interventi e bombardamenti americani con il pretesto di trattare … la pirateria.

Nelle ultime settimane, però, il “Triangolo Mediterraneo delle Bermuda” è tornato di attualità. Questa volta non per inghiottire vecchie e rugginose imbarcazioni della mafia italiana, ma per la presenza di navi più moderne della Marina degli Stati Uniti e di altri paesi che accompagnano la famosa «Cape Ray», che porta a bordo tonnellate di Armi Chimiche Siriane.

Essi sono “criminali in segreto”, ha detto il Prof. Pissias, leader dell’organizzazione “Free Mediterraneo”, partecipando alla manifestazione contro l’idrolisi.

Giovedi 24 Luglio in una conferenza stampa congiunta a organizzazioni e istituzioni coinvolte nella protesta in mare a Chania, il Prof. Pissias ha parlato di “governi tossici” e “regimi tossici”, e collega il caso con il dramma costante dei Palestinesi a Gaza.

Non è un caso che l’iniziativa “Free Mediterraneo” partecipa con la leggendaria imbarcazione “Agios Nikolaos” che forzò per la prima volta, nel 2008, l’assedio israeliano di Gaza.

E’ ironico constatare che la Cape Ray ha ricevuto il carico tossico nel porto di Gioia Tauro (l’antica Metauros), porto di cui si sono servite le organizzazioni criminali italiane per allestire le navi tossiche che oggi giacciono nel fondo del Mediterraneo

Questa volta, tuttavia, non saranno i rifiuti tossici che porteranno sviluppi geopolitici, come nel caso della Somalia, ma gli sviluppi geopolitici che ripristineranno lo stato di tossico al Mediterraneo.

E mentre i responsabili dell’Idrolisi continuano a ripetere che non vi è alcun rischio, le condizioni di assoluta segretezza imposte sin dall’inizio sembrano simili alla omertà delle mafie italiane, nonostante siano coordinate da organismi internazionali e supervisionate dalle Nazioni Unite.

Anche se non ci saranno incidenti, il processo sperimentale di Idrolisi è solo il primo passo alla riconversione del Mediterraneo in discarica.

fonte : www.efsyn.gr/?p=220521

[ndr] per approfondire il contenuto del post si consiglia la lettura delle informazioni redatte e gestite da Legambiente sul sito : www.navideiveleni.it

 

Tratto da http://www.sosmediterraneo.org/triangolo-chimico-bermuda/

Atene – Manifestazione 11 Luglio 2014

07 luglio 2014 – 00:44

manifesto_11

 

Venerdì 11 Luglio alle ore 20.00 (le 19:00 in italia), Piazza della Syntagma (piazza della costituzione), davanti al Parlamento Greco.

ERT open, la televisione di stato, chiusa dallo stato greco (oltre un anno fa) che continua a trasmettere via web, invita alla partecipazione per le seguenti ragioni :

  1. Contro la idrolisi delle sostanze chimiche della Syria nel Mediterraneo. Perché’ mette in pericolo la nostra salute, l’ ambiente marittimo del Mediterraneo e provocherà molti danni al turismo (e in conseguenza, all’economia di tutti i paesi che si affacciano in questo mare.
  2. Contro la catastrofica estrazione dell’oro a Skurie’s (Calcidica – Grecia Nord) che effettua una compagnia di interessi canadesi (Chiamata ”El Dorado”), sotto il permesso del governo greco, che inquina l’acqua, il mare, distrugge un bosco che esiste dall’antichità, e con la polvere tossica degli agenti chimici che usa, distrugge anche la salute della gente, l’agricoltura, il bestiame, i pesci, le api ed il turismo della regione.
  3. Contro alla legge per la Privatizzazione delle Spiagge che fino ad oggi appartengono a tutti, ricchi e poveri. Fare un bagno al mare, deve essere gratis e non solo a chi ha soldi da spendere.

Saranno disponibili collegamenti via streaming per tutti coloro che vorranno seguire e collegare schermi in altre città e paesi.

Ringraziamo Flavia e Stelios per le traduzioni e le info puntuali.

 
Fonte:

http://www.sosmediterraneo.org/atene-manifestazione-11-luglio/

SOS MEDITERRANEO RISPONDE AL “VE L’AVEVAMO DETTO CHE NON SAREBBE SUCCESSO NIENTE…”

QUI IL COMUNICATO STAMPA DI IERI DI SOS MEDITERRANEO A PROPOSITO DELLO SMALTIMENTO CIOE’ DELL’IDROLISI DELLE ARMI CHIMICHE SIRIANE:

http://www.sosmediterraneo.org/non-sarebbe-successo-niente/

 

 
Vedi anche l’intervista del Tg2 a Pino Romeo del Sos Mediterraneo qui:

http://www.sosmediterraneo.org/tg2-via-dallitalia-armi-siriane/

CONCLUSE LE OPERAZIONI DI TRASBORDO ARMI CHIMICHE A GIOIA TAURO. ORA OCCHI PUNTATI SUI PROCEDIMENTI DI IDROLISI

Ore 23 circa

Dalla pagina Facebook di Presidio “San Ferdinando in Movimento”:

 

 

#armichimiche, gli elicotteri volteggiano ancora in cielo, ma le operazioni sono concluse: è finita una lunghissima giornata, iniziata non stamattina ma a gennaio scorso, quando il #Governo allora guidato da #Letta ha comunicato la scelta del porto di #GioiaTauro per il trasbordo.
Siamo contenti che non ci sia stato alcun intoppo; resta la palese violazione di quella sovranità popolare tutelata dall’art. 1 della #Costituzione, con la popolazione per nulla tutelata neppure dalle istituzioni più vicine, sindaco di #SanFerdinando in testa. Resta anche il disinteresse di uno Stato coloniale che si ricorda del #Sud solo quando c’è da sacrificarlo, mai per valorizzarlo: riprendendo una citazione ricordata dai Briganti, “al nord la grana, al Sud le grane”.
Adesso c’è da sperare che il nostro #porto non si trasformi in location abituale per operazioni del genere: e perché ciò non avvenga è necessario creare una coscienza civica nelle popolazioni, senza la quale non possiamo pensare di tutelare in alcun modo il nostro territorio.
Bisogna tenere un occhio puntato anche sui procedimenti di #idrolisi, che si svolgeranno davanti alle coste greche, già sul piede di guerra, e sul nostro mare #Mediterraneo.
Un grazie va a voi che ci siete stati vicini, a chi sul territorio si è speso per informare nei mesi scorsi, alle due televisioni locali, TeleMia e #Sud656 che hanno seguito le operazioni con lunghissime dirette. Vi invitiamo a non dimenticarvi di noi nei prossimi mesi: questo pezzo di #Calabria ha bisogno di attenzione costante.
Oggi possiamo dirlo, sì: #buonanotte a tutte e tutti, per davvero!