SALE A 168 IL NUMERO DEI PALESTINESI UCCISI. MIGLIAIA IN FUGA CERCANO RIFUGIO NELLE SCUOLE ONU. OSPEDALI SENZA PIU’ MEDICINE

13 lug 2014

by Redazione

(Foto: Reuters)(Foto: Reuters)

Giorno 5 – Sabato 12 luglio

Giorno 4 – venerdì 11 luglio

Giorno 3 – giovedì 1o luglio

Giorno 2 – mercoledì 9 luglio

Giorno 1 – martedì 8 luglio

 

AGGIORNAMENTO ORE 23.15 – BOMBARDAMENTO SU RAFAH, UCCISO UN BAMBINO. I MORTI SALGONO A 168. UN RAZZO ATTRAVERSA LA FRONTIERA SIRIANA, ISRAELE RISPONDE: “CONSIDERIAMO RESPONSABILE IL REGIME SIRIANO”

AGGIORNAMENTO ORE 22.30 – INTENSI BOMBARDAMENTI SU DEIR AL-BALAH, UN MORTO

Un uomo di 65 anni è stato ucciso durante gli intensi bombardamenti israeliani su Deir el Balah. Raid anche vicino al campo profughi di Nuseirat e a ovest di Khan Younis. Il totale delle vittime palestinesi dall’inizio dell’operazione israeliana è di 167 persone.

AGGIORNAMENTO ORE 19.30 – ABBAS: “L’ONU PROTEGGA LA PALESTINA SECONDO LE CONVENZIONI INTERNAZIONALI”

Il presidente dell’Autorità palestinese invierà una lettera al segretario generale dell’Onu Ban Ki-Moon e al coordinatore speciale delle Nazioni Unite per il processo di pace in Medio Oriente Robert Serry per chiedere che la Palestina venga messa sotto protezione internazionale. Secondo il comunicato diffuso poco fa dall’Organizzazione per la liberazione della Palestina, Abbas si starebbe muovendo in questi giorni per il rispetto delle convenzioni internazionali, di cui è firmatario in quanto stato non-membro dell’Onu dal 2012.

In particolare, Abbas ha esortato la Svizzera, depositaria della quarta Convenzione di Ginevra sulla protezione di civili in tempo di guerra, a chiedere ai firmatari immediate sanzioni nei confronti di Israele che, in quanto potenza occupante, è responsabile della sicurezza dei civili. Il presidente dell’Anp chiede anche una commissione di inchiesta che indaghi sui bombardamenti indiscriminati che sta compiendo l’aviazione israeliana.

AGGIORNAMENTO ore 18.45 – KERRY A NETANYAHU: “SEMPRE DISPONIBILI A TRATTARE LA TREGUA”

Il segretario di Stato Usa Kerry ha telefonato oggi al premier israeliano Netanyahu per rinnovare l’offerta di Washington di fare da mediatore per un cessate il fuoco tra Hamas e Tel Aviv, sottolineando “la preoccupazione americana per l’escalation sul terreno”. Oggi Kerry parlerà anche con i ministri degli Esteri di Francia, Germania e Gran Bretagna riuniti a Vienna per discutere le modalità di intervento.

AGGIORNAMENTO ore 18.30 – MIGLIAIA IN FUGA DALLE BOMBE ISRAELIANE CERCANO RIFUGIO NELLE SCUOLE ONU

Migliaia di palestinesi residenti a Nord di Gaza stanno lasciando in queste ore le loro case cercando rifugio nelle strutture dell’UNRWA dopo aver ricevuto l’avvertimento delle forze militari israeliane. Dagli aerei sono stati lanciati volantini e in alcuni casi i residenti sono stati chiamati al telefono, avvertendo di lasciare le abitazioni entro mezzogiorno “per la propria sicurezza”.

I rifugi di fortuna, soprattutto scuole, non sono pronte ad accogliere almeno 4mila persone in questo momento in fuga: manca tutto e alcune famiglie si sono portate coperte e materassi. La foto è stata scattata da Michele Giorgio questo pomeriggio in una scuola UNRWA.

Gazawi cercano protezione in una scuola UNRWA (Foto: Michele Giorgio)

Gazawi cercano protezione in una scuola UNRWA (Foto: Michele Giorgio)

 

AGGIORNAMENTO ORE 17:30 HAMAS:“IL RUOLO DELL’ANP DEVE ESSERE PIU’ EFFICACE. TREGUA? FINORA NESSUNA PROPOSTA SERIA”

Secondo l’emittente panaraba al-Mayadeen gli israeliani vorrebbero giungere ad un accordo simile a quello siriano per le armi chimiche nell’ambito di una intesa internazionale a guida statunitense. Sempre secondo la tv gli sforzi dell’Autorità Palestinese, Qatar, Egitto e Turchia di giungere ad una tregua stanno incontrando l’opposizione di Tel Aviv che vuole continuare il conflitto.

Intanto Hamas, tramite il suo portavoce Abu Zuhri, ha bacchettato poco fa l’Autorità Palestinese: “il ruolo dell’Anp deve essere più efficace. In pratica governa la Striscia, ma assistiamo ad un vuoto governativo”. Abu Zuhri ha negato l’intenzione del suo movimento di iniziare il conflitto. “Hamas non ha scelto la guerra, l’Occupazione [Israele, ndr] l’ha voluta e deve assumersi le responsabilità. Ora prova a ricompensare la sua missione fallimentare colpendo i civili”. Poi provocatoriamente ha aggiunto:“la maggior parte dei suoi cittadini sono sotto terra, contrariamente a noi che siamo all’aria aperta”. E su un possibile cessate il fuoco ha risposto: “al momento non ci è stata presentata alcuna proposta seria nonostante le tante chiamate ricevute. Quando ciò avverrà, la studieremo. Ma fino ad allora continueremo a rispondere all’aggressione”.

AGGIORNAMENTO ORE 15:45 IL MINISTERO DEGLI INTERNI A GAZA: “L’ORDINE DI EVACUAZIONE  RIENTRA NELLA GUERRA DI NERVI CHE ISRAELE STA COMPIENDO”

Commentando l’ultimatum israeliano di stamattina secondo cui i palestinesi del nord della Striscia devono lasciare le loro case, un portavoce di Hamas ha dichiarato alla televisione del movimento islamico: “gli abitanti di Gaza non devono ascoltare gli ordini [di Israele, ndr] di abbandonare le loro case. Ci devono restare. Questa è una guerra psicologica”. Gli fa eco il Ministero degli Interni a Gaza secondo cui le telefonate e i volantini israeliani rientrano nella “guerra di nervi” che Israele sta compiendo alla luce del “fallimento della politica di occupazione”. In una nota ufficiale, il Ministero rende noto di essere “in contratto con tutte le organizzazioni internazionali e i gruppi in difesa dei diritti umani che sono attivi nella Striscia. Al momento non è stata richiesta una evacuazione dell’area”.

Il Ministero della Salute palestinese annuncia che i palestinesi uccisi dall’inizio dell’Operazione “Bordo protettivo” sono 167 e lancia nuovamente un grido di allarme per la carenza di medicinali e materiale sanitario soprattutto quello necessario per effettuare operazioni.

Nelle ultime ore sono suonate nuovamente le sirene ad Ashkelon, Ashdod e nelle aree confinanti con la Striscia. Poco fa allarme attivo anche nell’area del Gush Dan (al centro d’Israele dove vi è anche Tel Aviv) a Naharia e in Cisgiordania. Non si registrano danni né di feriti. Il sistema “Iron Dome” ha intercettato due razzi ad Ashkelon, uno a Hadera (nord di Tel Aviv) e uno ad Ashdod dove altri due missili sono caduti in territorio aperto. Da stamane sono stati lanciati più di 70 razzi verso lo stato ebraico. A riferirlo è il canale 10 israeliano secondo cui Israele non sarebbe interessata ad una invasione di terra.

Di questa possibilità si discuterà nella riunione del Gabinetto di Sicurezza israeliano che è stato posticipato alle 17:30 ore italiane.

Clima teso anche al confine tra Libano ed Israele. Al momento nei villaggi libanesi meridionali regna la calma dopo che ieri erano stati oggetto di un bombardamento israeliano. L’Unifil pattuglia l’area nel tentativo di evitare una escalation invitando l’esercito libanese e quello israeliano alla moderazione

AGGIORNAMENTO ore 13 – SCONTRI AD AL AQSA: 20 FERITI

Le forze militari israeliane sono entrate stamattina nella Spianata delle Moschee a Gerusalemme e si sono scontrate con giovani palestinesi, dopo la chiusura di Al Aqsa imposta da Tel Aviv ai fedeli musulmani. Le forze israeliane hanno sparato proiettili di gomma, mentre un gruppo di israeliani di destra veniva fatto entrare nella Spianata. Venti i feriti tra i palestinesi, molti alla testa.

Scontri anche nei quartieri di Gerusalemme Est, nella notte di ieri, a Shuafat, al-Tur e Anata. Secondo quanto riportato da Abu al-Hummus, attivista di Issawiya, dieci palestinesi sono stati feriti.

AGGIORNAMENTO ore 11.35 – NETANYAHU: “NON SAPPIAMO QUANDO L’OPERAZIONE FINIRA’”

Il premier Netanyahu è tornato a dire oggi di non sapere “quando l’operazione militare terminerà”. “Smetteremo quando la tranquillità sarà tornata”.

AGGIORNAMENTO ore 11.30 – ONU: “OLTRE 4MILA GAZAWI IN FUGA DA NORD”

Secondo le Nazioni Unite, sarebbero oltre 4mila i palestinesi in fuga dalla zona Nord della Striscia dopo l’avvertimento israeliano di un prossimo bombardamento contro Beit Lahiya.

Palestinesi in fuga da Nord (Foto: AFP)

Palestinesi in fuga da Nord (Foto: AFP)

AGGIORNAMENTO ore 11.15 – EMERGENZA SANITARIA: A GAZA NON CI SONO PIU’ MEDICINE

A Gaza City mancano i medicinali e il più grande ospedale della Striscia, al-Shifa, è ormai quasi privo di medicine e equipaggiamento sanitario. “Abbiamo usato tutte le medicine e avevamo pensato di acquistarne altre da fuori – ha detto Basman al-Ashi, direttore dell’ospedale Al Wafa, target ieri di alcuni missili – Ma poi la guerra è esplosa e abbiamo cominciato a usare le riserve. Se la guerra continua per un’altra settimana o due, non avremo più nulla per curare i nostri pazienti”.

Negli ospedali mancano la metà dei farmaci essenziali, previsti dall’Organizzazione Mondiale della Salute e 470 tipi di materiali sterili e monouso, tra cui aghi, siringhe, cotone, disinfettanti, guanti e molto altro.

AGGIORNAMENTO ore 11.00 – VALICO DI RAFAH APERTO

Le autorità egiziane hanno riaperto oggi il valico di Rafah tra Gaza e Egitto in una sola direzione per permettere l’evacuazione dei feriti gravi.

AGGIORNAMENTO ORE 9.30 – ESERCITO A PALESTINESI DI BEIT LAHIA: LASCIATE CASE STIAMO PER BOMBARDARE 

“Chiunque trascuri le istruzioni dell’esercito metterà la vita di se stesso e della sua famiglia a rischio. Attenzione”. E’ quanto si legge nei volantinilanciati dall’esercito israeliano sulla zona di Beit Lahia, nel nord della Striscia di Gaza, con l’avviso agli abitanti di abbandonare prima di mezzogiorno le case. “L’operazione dell’esercito – e’ scritto – sarà breve”.

dalla redazione

Gerusalemme, 13 luglio 2014, Nena News – Sale a 162 il numero delle vittime gazawi al sesto giorno di offensiva israeliana, “Barriera Protettiva”. Ieri è stato il giorno più sanguinoso con 56 morti; solo nella notte sono morte 21 persone, almeno 35 i feriti: 18 le vittime della famiglia Al Batch solo nel quartiere di Al Tuffah a Gaza City, quando un bombardamento ha colpito una moschea. Secondo Israele il target era Tayseer Batch, capo di polizia. Il violento attacco notturno è giunto dopo l’annuncio di Hamas di colpire Tel Aviv alle 9 di ieri sera, seguito al lancio di alcuni missili.

Ieri notte ci sono però stati i primi scontri diretti tra soldati israeliani e miliziani di Hamas. Durante un raid della marina lungo la costa della Striscia (target, un lanciarazzi di Hamas) c’è stato uno scambio di fuoco tra i due. Secondo il movimento islamista, questo avrebbe impedito ai soldati di entrare in territorio gazawi, ferendone quattro. Si tratterebbe del primo tentativo di ingresso israeliano nella Striscia. L’esercito israeliano non ha rilasciato commenti, si è limitato da riportare il ferimento dei quattro soldati. Le Brigate Al Qassam hanno confermato lo scontro a fuoco.

Vero è che Israele prosegue negli avvertimenti alla popolazione: ancora ieri il governo israeliano ha detto ai civili residenti a nord di lasciare le proprie case per l’imminenza di un’incursione terrestre.

Ieri notte si è mosso anche il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che dopo due giorni di attesa ha emesso all’unanimità una dichiarazione nel quale chiede l’immediato cessate il fuoco tra Israele e Hamas, il rispetto del diritto internazionale, il ritorno al negoziato diretto tra israeliani e palestinesi e ai termini della tregua del novembre 2012. In questo momento i ministri degli Esteri di Francia, Gran Bretagna, Germania e Stati Uniti stanno discutendo sulle modalità di una tregua a Vienna. Nena News

 

 

Fonte:

http://nena-news.it/diretta-gaza-esercito-a-palestinesi-beit-lahia-lasciate-case-bombardiamo/

 

 

RUBBER BULLETTS

Da Hani Siliman Salamah

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A Rubber Bullet is an iron round ball covered by rubbery layer. Rubber bullets were invented by the British Ministry of Defense for use against rioters in Northern Ireland during The Troubles.They were first used in 1970 in Northern Ireland.
Israeli occupation force is using these kind of bullets against civilians in West Bank causing huge skin trauma and sometimes if the shot is from close distance may it cause death if it hits Eyes or the Skull.

(Si prega di leggere e condividere!

Un proiettile di gomma è una palla rotonda di ferro coperta da uno strato gommoso. I proiettili di gomma sono stati inventati dal Ministero della Difesa britannico per l’uso contro i rivoltosi in Irlanda del Nord durante i disordini. Essi sono stati utilizzati nel 1970 in Irlanda del Nord.
Le forze di occupazione israeliana stanno usando questo tipo di proiettili contro i civili in Cisgiordania causando enormi traumi della pelle e, talvolta, se il tiro è  da distanza ravvicinata può  causare la morte se colpisce gli occhi o il cranio.)
foto di Hani Siliman Salamah.
foto di Hani Siliman Salamah.
foto di Hani Siliman Salamah.
foto di Hani Siliman Salamah.

Fonte:
https://www.facebook.com/hani.s.salamah/posts/10203693899249126

BAHRAIN: IL RE VISITA LONDRA. ATTIVISTI IN PROTESTA

Da il manifesto

sabato 17 maggio 2014

Ieri a Londra ad accogliere il sovrano del Bahrein, Hamad bin Isa al-Khalifa, non c’era solo la regina Elisabetta. Al Queen Elizabeth Conference Center manifestanti bahreiniti hanno protestato contro l’esposizione della Bahrein Federation of Expatriate Associations, organizzazione pro-regime, per far conoscere <<la vera faccia del Bahrein, tollerante e democratico>>. La protesta si è allargata ai legami economici che da due secoli il Regno Unito intreccia con la petromonarchia, accusata di gravi violazioni dei diritti umani. Tra i target dei manifestanti il principe Nasser, accusato di torture durante le proteste anti-regime del 2011. Ad una corte di Londra spetterà decidere se cancellarne l’immunità diplomatica.

UNISCITI ALLA GIORNATA DEI PRIGIONIERI POLITICI PALESTINESI! DI’ A BILL GATES DI DISINVESTIRE DALLA G4S!

 

Ramallah occupata – Addameer e il Comitato Nazionale Palestinese per il Boicottaggio Disinvestimento e Sanzioni invitano gli attivisti e le persone di coscienza ad agire il 17 aprile in solidarietà con i prigionieri politici palestinesi.

La Fondazione Bill e Melinda Gates, la più grande fondazione di beneficenza in tutto il mondo, possiede partecipazioni in G4S per un valore di oltre $ 170 milioni. Firma per chiedere loro di disinvestire.

firma

Oltre 5.000 palestinesi sono attualmente detenuti nelle carceri israeliane, tra cui 183 bambini, mentre 175 sono i detenuti in detenzione amministrativa, una forma di detenzione senza processo che Israele usa per trattenere a tempo indeterminato i palestinesi sulla base di informazioni segrete.

Ogni anno, le forze di occupazione israeliane (IOF) arrestano migliaia di palestinesi, nel tentativo di reprimere ogni azione di resistenza all’occupazione che prosegue. Tra questi ci sono centinaia di bambini anche di 12 anni. In troppi casi i bambini palestinesi vengono torturati, maltrattati e costretti a firmare una confessione in ebraico, lingua che la maggior parte dei bambini palestinesi non capisce, oltre ad essere messi in isolamento. Ogni anno circa 1.000 bambini sono condannati dai tribunali militari israeliane.

Il modo più comune in cui vengono condotti gli arresti sono i raid notturni, durante i quali l’IDF mette sottosopra la casa della persona, distrugge i beni personali e abusa fisicamente dei membri della famiglia. La persona arrestata viene quindi ammanettata e bendata prima di essere gettata a faccia in giù nella parte posteriore di una jeep militare israeliana, dove i pestaggi, insulti e umiliazioni continueranno.

Secondo la legge militare israeliana, i palestinesi possono essere interrogati per un periodo di 90 giorni e privati dell’accesso a un avvocato per i primi 60 giorni. Dal 1967, 73 detenuti palestinesi sono morti a causa delle torture subite sotto interrogatorio da parte degli israeliani. Il caso più recente è quello di Arafat Jaradat che è stato torturato a morte nel febbraio del 2013 in un centro per gli interrogatori dove la G4S fornisce i sistemi di sicurezza.

Invitiamo tutti ad agire in solidarietà con la lotta dei prigionieri politici palestinesi nella Giornata del Prigioniero Palestinese il 17 aprile.

STOP G4S – Dì a Bill Gates di disinvestire adesso!

Due anni fa, alla vigilia dello sciopero della fame di massa da più di 2.000 prigionieri politici palestinesi, Addameer e altre organizzazioni palestinesi hanno lanciato un appello per una campagna contro G4S, la società di sicurezza britannica che fornisce e attrezzature e gestisce servizi di sicurezza presso le carceri di Israele.

Nell’ambito del movimento di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS), le campagne contro G4S ora sono in corso in più di una dozzina di paesi. Università, banche, enti di beneficenza e sindacati di tutto il mondo hanno tagliato i legami con G4S per il ruolo che riveste nell’aberrante sistema carcerario di Israele, il che è costato alla G4S milioni di dollari (link alla lista delle vittorie). Sentendo la pressione, G4S ha cercato, nelle sue dichiarazioni, di prendere le distanze dal sistema carcerario israeliano.

La Fondazione Bill e Melinda Gates, la più grande fondazione di beneficenza in tutto il mondo, possiede partecipazioni in G4S per un valore di oltre $ 170 milioni.

La Fondazione Gates dice che a guidarla è “la convinzione che ogni vita ha uguale valore” e che usa i suoi investimenti per finanziare progetti che “aiutano tutte le persone a condurre una vita sana e produttiva”.

Ma attraverso le sue partecipazioni in G4S, la Fondazione Gates legittima e trae profitti dall’uso che Israele fa della tortura e dell’incarcerazione di massa.

Per la Giornata dei prigionieri politici palestinesi, unisciti ad Addameer nel mettere pressione sulla Fondazione Gates perché disinvesta dalla G4S.

Agisci!

  • Firma e condividi ampiamente la petizione che invita la Fondazione Gates di disinvestire da G4S
  • Condividi e diffondi questo appello attraverso il link alla petizione utilizzando l’hashtag #StopG4S
  • Condividi le immagini dalla pagina Facebook di Addameer, che invitano la Fondazione Gates a disinvestire
  • Organizza una protesta presso la sede della G4S o della Fondazione Gates nella tua città
  • Organizza una protesta o una manifestazione in solidarietà con i prigionieri politici palestinesi

Per segnalare le iniziative, scrivete a   [email protected]

Fonte: Addameer e il Comitato Nazionale Palestinese BDS

Traduzione di BDS Italia

Aderiscono: (per le adesioni collettive, inviate a [email protected])

Abu Jihad Center for Prisoners Movement, Palestine
Al-Dameer Association for Human Rights, Palestine
Badil Resource Center for Palestinian Residency & Refugee Rights, Palestine
Center for Defense of Liberties and Civil Rights “Hurryyat”, Palestine
The Civic Coalition for Palestinian Rights in Jerusalem (Representing 25 member organizations), Palestine
Defence for Children International – Palestine Section, Palestine
Jerusalem Legal Aid and Human Rights Center, Palestine
National & Islamic Parties in Ramallah & Al-Bireh, Palestine
Palestine Farmers Union, Palestine
Palestinian Grassroots Anti-Apartheid Wall Campaign “Stop The Wall”, Palestine
Palestine National Institute for NGOs (Representing 420 organizations), Palestine
Palestinian Non-Governmental Organizations Network (representing over 135 member organizations), Palestine
Ramallah Center for Human Rights Studies, Palestine
The Palestinian General Union of Charitable Societies (Representing 500 organizations), Palestine
Treatment & Rehabilitation Center for Victims of Torture (TRC), Palestine
The Civic Coalition for Palestinian Rights in Jerusalem, Palestine
Palestinian Non-Governmental Organizations Network, Palestine
The Palestinian General Union of Charitable Societies, Palestine
Palestine National Institute for NGOs, Palestine
International Solidarity Movement, Palestine
International Women’s Peace Service, Palestine

Palestine Human Rights Campaign, Aotearoa-New Zealand
Federation of Palestinian-Argentinian Entities, Argentina
Artists Against Apartheid AU, Australia
Australian Friends of Palestine Association, Australia
Australians for Palestine, Australia
Friends of Palestine (Western Australia), Australia
Just Peace Queensland, Australia
Justice for Palestine Brisbane, Australia
Justice for Palestine Matters, Australia
Women for Palestine, Australia
Women in Black, Austria
Association Belgo-Palestinienne, Belgium
ECCP – European Coordination of Committees and Associations for Palestine, Belgium
Palestina Solidariteit, Belgium
Ciranda Internacional da Comunicação Compartilhada, Brazil
Frente de defesa do Povo Palestino, Brazil
Boycott Israeli Apartheid Campaign, Canada
Coalition Against Israeli Apartheid (CAIA), Canada
Palestine House in Mississauga, Canada
Samidoun Palestinian Prisoner Solidarity Network, Canada
Comité Chileno de Solidaridad con Palestina, Chile
BDS Colombia, Colombia
Finnish-Arab Friendship Society, Finland
AFPS, France
Campagne BDS France, France
CCIPPP, France
Collectif Judéo  Arabe et Citoyen pour la Palestine, France
Stop Apartheid Toulouse, France
UJFP, France
BDS Berlin, Germany
InCACBI, India
Ireland-Palestine Solidarity Campaign, Ireland
Boycott! Supporting the Palestinian BDS Call from Within, Israel
Associazione Senza Paura Genova, Italy
BDS Italia, Italy
Fellesutvalget fr Palestina, Norway
Polish Palestine Solidarity Campaign, Poland
Comité de Solidariedade com a Palestina, Portugal
Scottish Friends of Palestine, Scotland
Scottish Palestine Solidarity Campaign, Scotland
BDS Slovenija, Slovenija
BDS South Africa, South Africa
BDS Madrid, Spain
BDS Switzerland, Switzerland
Breed Platform Palestina, The Netherlands
Diensten en Onderzoekcentrum Palestina (docP), The Netherlands
Netherlands Palestine Committee, The Netherlands
Palestina Komitee Rotterdam, The Netherlands
WILPF Nederland, The Netherlands
Brighton & Hove Palestine Solidarity Campaign, UK
Football Against Apartheid, UK
Friends of Al-Aqsa, UK
ICAHD UK, UK
Inminds, UK
Jews for Boycotting Israeli Goods, UK
Jews for Justice for Palestinians, UK
Liverpool Friends of Palestine, UK
London BDS Group, UK
London Palestine Action, UK
Palestine Solidarity Campaign, UK
Stop G4S, UK
Trade Union Friends of Palestine, UK
Waltham Forest Palestine Solidarity Campaign, UK
War on Want, UK
Watford Friends of Salfeet – Palestine, UK
US Campaign to End the Israeli Occupation, US
14 Friends of Palestine, Marin, US
Adalah-NY: The New York Campaign for the Boycott of Israel, US
Al-Nakba Awareness Project, US
Bay Area Women in Black, US
Bryn Mawr Peace Coalition, US
Chico Palestine Action Group, US
Citizens for Palestinian Self Determination, US
Committee for Palestinian Rights (Howard County, MD), US
Culture and Conflict Forum, US
Episcopal Peace Fellowship Palestine Israel Network, US
Delaware Neighbors Against The Occupation, US
Friends of Palestine Wisconsin, US
Jewish Voice for Peace – SF Bay Area chapter, US
Justice First Foundation, US
Lutherans for Justice in the Holy Landf, US
Madison-Rafah Sister City Project, US
Methodist Federation for Social Action, US
Minnesota Break the Bonds Campaign, US
NH Veterans for Peace, US
Northwest BDS Coalition, US
Palestine Solidarity Group – Chicago, US
Palestinian Christian Alliance for Peace, US
Racine Coalition for Peace and Justice c, US
Students United for Palestinian Equal Rights, University of Washington, US
The Rachel Corrie Foundation, US
Tiffin Area Pax Christi, US
Unitarian Universalists for Justice in the Middle East, US
United Methodist Task Force on Peace with Justice in Palestine/Israel of Upper New York Conference, US
United Methodists’ Holy Land Task Force, US
US Peace Council, US
Vancouver for Peace, US
Vermonters for a Just Peace in Palestine/Israel, US
WI Middle East Lobby Group, US
WILPF Boulder, US

 

 

Fonte:

http://bdsitalia.org/index.php/comunicati-sul-bds/1200-gates-divest