IL GOVERNO RIAPRE ALTRI CIE E INSIEME ALLA UE ALLESTISCE GLI HOTSPOT, NUOVI “CAMPI DI CONCENTRAMENTO” PER I MIGRANTI

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“Una sorta di campo di concentramento”: a definire in questo modo gli “hotspots” che Governo e Ue si apprestano ad aprire in Calabria e Sicilia è lo stesso Prefetto Mario Morcone, Capo del Dipartimento per le Libertà civili e l’immigrazione al Ministero dell’Interno, l’apparato statale che coordina, tra le altre cose, i Centri di Identificazione ed Espulsione.

Lo scorso 8 Settembre durante una tavola rotonda sull’immigrazione a Tirana, Morcone ha detto: “Alcuni Paesi insistono che dovremmo creare gli ‘hotspot’: temo sia un’idea per schiacciare sui Paesi del sud – soprattutto Italia e Grecia – il fenomeno migratorio. Ma su una cosa sono certo: risponderemo sempre no a chi ci chiede di realizzare una sorta di campi di concentramento per migranti in Calabria o Sicilia!” (1).

Al contrario di quanto affermato dal prefetto le procedure per l’apertura di questi campi di concentramento non hanno mai subito interruzioni e sono andate avanti col pieno consenso di governo e UE : ne avevamo scritto qui a proposito della trasformazione del CIE di Trapani-Milo in un hotspot, che sarebbe dovuta avvenire il primo agosto scorso ma in seguito è slittata.

Malgrado le autorità italiane abbiano evidentemente avuto qualche difficoltà organizzativa, il commissario Ue per l’immigrazione Dimitris Avramopoulos ha dichiarato che “La Commissione europea è soddisfatta del loro lavoro per la realizzazione di hotspot di identificazione e registrazione dei migranti” (2).

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Il 9 settembre la Commissione europea ha pubblicato un documento sullo “Stato dell’arte” della realizzazione degli hotspot (3).

Riportiamo alcuni passaggi da questo documento:

“Il sostegno operativo fornito con il metodo basato sui Hotspots si concentrerà su registrazione, identificazione e rilevamento delle impronte digitali e debriefing dei richiedenti asilo, e sulle operazioni di rimpatrio. Le richieste di asilo trattate più velocemente possibile con l’aiuto delle squadre di supporto dell’EASO. Frontex aiuterà gli Stati membri coordinando il rimpatrio dei migranti irregolari che non necessitano di protezione internazionale. Europol e Eurojust assisteranno lo Stato membro ospitante nelle indagini per smantellare le reti della tratta e del traffico di migranti.
In Italia, il quartier generale di Catania (Sicilia) sta coordinando le operazioni in quattro porti, Pozzallo, Porto Empedocle e Trapani in Sicilia e quello dell’isola di Lampedusa che sono stati identificati come Hotspots. In ciascuno di questi Hotspots vi sono strutture di prima accoglienza che possono ospitare complessivamente circa 1.500 persone ai fini dell’identificazione, della registrazione e del rilevamento delle impronte digitali. Altre due strutture di accoglienza saranno pronte ad Augusta e Taranto entro la fine del 2015.“

La capienza prevista è: Pozzallo (300 posti), Porto Empedocle (300 posti), Trapani (400 posti) e Lampedusa (500 posti) Augusta (300 posti) e Taranto (400 posti).

“In Italia lavorano attualmente 11 esperti di screening e 22 esperti di debriefing di Frontex. Il loro numero e il luogo di assegnazione variano in funzione delle esigenze operative. Frontex fornirà inoltre 12 operatori per il rilevamento delle impronte digitali. Per quanto riguarda i rimpatri, Frontex e l’Italia stanno valutando il sostegno che può essere concretamente fornito dall’Agenzia. L’EASO dispone di 45 esperti pronti a raggiungere l’Italia.”

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Come se non bastasse il Consiglio d’Europa nella seduta del 9 Settembre scorso ha chiesto a Frontex e stati UE il rapido invio di “squadre RABIT presso i confini sensibili, come l’Ungheria, la Grecia e l’Italia”(4). L’acronimo RABIT sta per “Rapid border intervention teams” cioè “ Squadre di intervento rapido alle frontiere” : queste squadre, istituite già dal 2007 dal Consiglio Europeo, sono costituite da guardie di frontiera di altri Stati membri che “intervengono su richiesta di uno Stato membro che si trovi ad affrontare sollecitazioni urgenti ed eccezionali derivanti da un afflusso massiccio di immigrati clandestini” (5).

Una squadra RABIT al confine Grecia-Turchia

Visto che nel solo 2015 ben 41.000 persone migranti giunte in Italia sono riuscite a resistere all’identificazione e al fotosegnalamento (6), come faranno gli sbirri a gestire le prevedibili proteste dei migranti nei nuovi campi di concentramento? Ce lo spiega questo articolo:

“In una lettera inviata ieri al direttore generale Ue per gli Affari Interni e immigrazione Matthias Ruete, il capo della Polizia Alessandro Pansa risponde ai rilievi avanzati dall’Unione europea all’Italia e sottolinea «gli enormi sforzi compiuti dalla polizia italiana per pervenire al rilevamento sistematico delle impronte agli stranieri che sbarcano, rispettando i diritti umani ed evitando forme di coazione». E conferma lo studio di nuove norme per allungare i tempi di trattenimento. Tre le ipotesi sul tavolo: estensione della durata del trattenimento per l’identificazione dalle attuali 12-24 ore fino a 7 giorni; previsione del rilevamento forzoso delle impronte digitali; e previsione del trattenimento fino a 30 giorni del migrante che rifiuti di sottoporsi al rilevamento” (7).

Con gli hotspot funzionanti a pieno regime – si parla del 17 Settembre (8) – il Governo si troverà a dover gestire un sempre maggior numero di persone migranti da recludere in attesa dell’espulsione. Nei primi giorni di Settembre il sottosegretario all’Interno Domenico Manzione (Pd) ha detto, riferendosi ai CIE, “Il sistema deve essere ripensato, lo scenario sta cambiando. Possiamo, anzi forse dobbiamo immaginare un allargamento e un potenziamento di questi centri.Ma con la modifica di quel regime para-detentivo oggi ingiustificato.“ Si parla di arrivare, con i lavori di ristrutturazione in corso in varie strutture danneggiate dalle rivolte dei detenuti, per l’inizio del 2016 a 1.500 posti disponibili nei CIE rispetto ai 750 attuali (8).

Una conferma sembra essere l’apertura, avvenuta nei giorni scorsi senza comunicazioni ufficiali, del CIE di Crotone (9).

In questi giorni in cui si assiste ad una mobilitazione in favore dei migranti, che si appella ai governi per cambiare le cose, ci sentiamo di condividere quanto ha scritto l’organizzazione indipendente Pro Asyl: “La solidarietà con i migranti non può più essere limitata a donazioni di indumenti e a gesti di benvenuto, ma c’è urgente bisogno che sia diretta contro gli attuali piani del governo” (10).

Protesta del 2012  a Pozzallo

Fonte:

http://hurriya.noblogs.org/post/2015/09/12/il-governo-riapre-altri-cie-e-insieme-alla-ue-allestisce-gli-hotspot-nuovi-campi-di-concentramento-per-i-migranti/

MACELLERIA MIGRANTE

Da che mondo è mondo gli esseri umani migrano per lavoro, per conoscere il mondo, per sfuggire alla fame, alle persecuzioni, alle guerre, ecc. Eppure c’è chi spera si fermino o addirittura vorrebbe fermarli a qualunque costo. C’è chi parla di “emergenza” per un fenomeno che esiste da sempre. C’è chi lo vede come una minaccia e parla addirittura di “invasione”. Nel frattempo i migranti, questi uomini, donne e bambini (a migrare spesso sono famiglie intere che cercano un futuro migliore), che terrorizzano tutti coloro che “Io non sono razzista ma dovremmo pensare prima a noi” ( come se l’umanità non fosse tutta figlia della stessa Madre Terra e si potesse distinguere un “noi” e un “loro” su criteri nazionalistici), vanno incontro a morti talmente atroci che non ce le sogneremmo mai. Muoino soffocati nelle stive di barconi perchè non hanno abbastanza denaro per comprare – in questo mondo dove tutto è in vendita – dai loro trafficanti senza scrupoli, oltre a un viaggio disperato, l’aria per provare a respirare ancora. Muoino soffocati mentre sono trasportati, peggio che se fossero bestiame, su un tir. E continuano a morire in massa annegati nel mare “nostro” perchè nella Fortezza Europa non c’è la possibilità per chi è disperato di giungere legalmente, senza rischiare la vita. Nel “cimitero” Mediterraneo non c’è spazio per i diritti umani ma solo per i confini. E così la carne umana diventa merce per chi non ha scrupoli, una merce deperibile. Solo così a molti scuote. Forse è questa la cosa più triste.

D. Q.

Qui una vignetta di Mauro Biani nella sua tremenda verità:

Fonte: https://www.facebook.com/ilmanifesto/photos/a.86900427984.101789.61480282984/10153778202512985/?type=1&theater

Qui un articolo di Redattore Sociale:

Migrazioni, è un bollettino di guerra: più di 300 vittime in quattro giorni

Sono 71 i migranti morti ritrovati in un tir in Austria, si pensa siano tutti siriani. Tra loro 4 bambini. Ma in mare si muore ancora. Portate a Palermo 52 vittime ritrovate in una stiva e sulle coste libiche una nuova tragedia: sarebbero 200 i corpi in mare

28 agosto 2015

ROMA – Un bollettino di guerra. È quello che sta diventando la cronaca dei flussi migratori in questi giorni in Europa. Mentre sui media di tutto il mondo si discute sui termini da utilizzare per descrivere il fenomeno (migranti o rifugiati), sul web si susseguono le notizie di nuove tragedie che non avvengono più lontano dagli occhi europei, ma che giorno per giorno si avvicinano al cuore di un continente comunemente definito come “vecchio” e chiuso come una “fortezza”. Dopo la notizia che ha sconvolto l’Austria (e non solo), dal Mediterraneo giungono nuove notizie di morte con più di cento migranti che avrebbero perso la vita nel tentativo di raggiungere l’Europa. Un dato, quello delle vittime, che cresce di giorno in giorno, come testimoniano le quasi 2.500 morti catalogate dal nuovo sito dell’alto commissario Onu per i rifugiati (Unhcr).

Sul tir c’erano rifugiati siriani. Dall’Austria, intanto, arrivano maggiori dettagli sul ritrovamento di un tir al cui interno sono stati trovati i corpi senza vita di 71 migranti. Le autorità austriache hanno riferito che le vittime rinvenute all’interno della cella frigorifera del tir abbandonato sull’autostrada sono “probabilmente rifugiati siriani”, per via di alcuni documenti ritrovati. Tra le vittime 59 uomini, 8 donne e anche 4 bambini. Migranti morti per soffocamento, conferma la polizia austriaca, che rende noto anche di aver arrestato tre persone coinvolte nella vicenda. “Questa tragedia sottolinea la spietatezza degli scafisti, che hanno ampliato la loro attività dal Mediterraneo alle autostrade d’Europa – spiega l’Unhcr -. Ciò dimostra che non hanno alcun riguardo per la vita umana, ma ricercano solo il profitto. E mostra anche la disperazione delle persone in cerca di protezione o di una nuova vita in Europa. Speriamo che questo nuovo incidente porterà a una forte cooperazione tra le forze di polizia europee, le agenzie di intelligence e le organizzazioni internazionali per reprimere il traffico di esseri umani mettendo in atto misure per la protezione e la cura delle vittime”.

Mediterraneo, tragedia senza fine. Intanto, a largo della Libia, la situazione resta drammatica. Secondo quanto reso noto dalla Mezzaluna rossa, nelle ultime ore sarebbero naufragate due imbarcazioni piene di migranti al largo della costa libica, nei pressi di Zuwara: si parla di circa 450 persone. I soccorsi hanno portato in salvo circa 198 migranti, mentre, secondo il Guardian, non ce l’avrebbero fatta circa 200 persone. Notizie che giungono a breve distanza da un altro ritrovamento di corpi senza di vita di migranti. È di pochi giorni fa la notizia della scoperta di 52 migranti morti nella stiva di una imbarcazione da parte del pattugliatore della marina svedese Poseidon, impegnato nelle operazioni di Triton. Le salme sono state portate a Palermo, insieme ad altri 571 migranti salvati in mare. Solo il 15 agosto scorso, spiega l’Unhcr, una tragedia dal medesimo copione: in una stiva di un barcone sono stati trovati i corpi di 49 persone morti, probabilmente, per le inalazioni di fumi velenosi. E’ di mercoledì 26 agosto, infine, l’ennesima tradecia. Secondo quanto riportato dall’Unhcr, “un gommone con a bordo circa 145 rifugiati e migranti ha avuto dei problemi. Alcune persone sono cadute in mare e due uomini si sono tuffati in acqua per salvarle. Nel panico che ne è seguito le persone hanno cominciato a spintonare e a spingere, e tre donne sul gommone sono morte schiacciate. Di coloro che sono caduti in acqua, 18 mancano ancora all’appello e si teme che siano morti. I sopravvissuti sono stati salvati e portati a Lampedusa, compreso il figlio di due mesi di una delle donne rimaste uccise. La maggior parte dei sopravvissuti è in condizioni critiche e presenta segni di shock, ferite e contusioni”. Sale, così, a più di 300 il numero delle vittime negli ultimi quattro giorni, ma il bilancio delle tragedie dell’immigrazione, in mare e sulla terraferma, purtroppo sembra destinato a salire.Le proteste dei libici contro i trafficanti. Dopo la scoperta da parte della guardia costiera libica dei 200 corpi a largo della città libica di Zuwara, secondo quanto riporta il Guardian, tanti tra i residenti del posto sarebbero scesi in piazza per protestare contro il traffico di esseri umani. Una manifestazione che ricorda quella dell’estate 2014, dopo il ritrovamento di un corpo di un migrante morto in mare, raccontata da Redattore sociale con un reportage da quello che ancora oggi è considerato uno dei maggiori snodi del traffico di esseri umani verso l’Europa.

I numeri dei flussi gestibili solo con risposte coordinate. Per l’Unhcr, nonostante gli sforzi dell’operazione di Frontex “il Mediterraneo è ancora la rotta più mortale per rifugiati e migranti. Molte delle persone che raggiungono via mare l’Europa meridionale, in particolare la Grecia, provengono da paesi colpiti da violenze e conflitti, come la Siria, l’Iraq e l’Afghanistan; hanno tutti bisogno di protezione internazionale e sono spesso fisicamente esausti e psicologicamente traumatizzati”. Ai governi, l’Unhcr chiede di “fornire risposte comuni e agire con umanità e in confomità ai loro obblighi internazionali”. Nonostante i numeri dei flussi siano “schiaccianti” per alcuni paesi “sovraccarichi”, aggiunge l’Alto commissariato, si tratta di “numeri gestibili attraverso risposte congiunte e coordinate a livello europeo. Tutti i paesi europei e l’Unione Europea devono agire insieme per rispondere alla crescente emergenza e dimostrare responsabilità e solidarietà”. (ga)

© Copyright Redattore Sociale

Fonte:

http://www.redattoresociale.it/Notiziario/Articolo/489413/Migrazioni-e-un-bollettino-di-guerra-piu-di-300-vittime-in-quattro-giorni

1-15 APRILE OPERAZIONE AMBERLIGHT: PREVISTO AUMENTO DELLE RETATE CONTRO LE PERSONE MIGRANTI IN TUTTA EUROPA

Aggiornamenti sull’operazione “Amberlight” qui

SCARICA, STAMPA E DIFFONDI IL VOLANTINO IN ALTA RISOLUZIONE.
Stiamo continuando a tradurre in altre lingue, anche bangla e arabo presto in versione stampabile.

raids_amber_webPubblichiamo un avviso importante che riguarderà le prime due settimane di aprile.

Le polizie di tutta Europa, in collaborazione con Frontex, daranno il via all’Operazione Amberlight e rafforzeranno controlli, retate e fermi nei confronti delle persone migranti.
Lo scopo, come nella precedente “Mos Maiorum“, è arrestare più persone possibile senza documenti in regola, con il pretesto di raccogliere più informazioni sulle rotte migratorie (come se droni, tecnologia, militarizzazione non bastassero). L’unica cosa che cambia dalla precedente operazione di guerra contro i/le migranti, è che la presidenza in sede europea questa volta è della Lettonia.

Dal 1 al 15 aprile è quindi previsto un aumento delle retate in tutta Europa.
I luoghi maggiormente interessati saranno:
– stazioni
– aeroporti
– bus
– metro
– porti
– autostrade
– treni
– snodi di transito 
– mercati
– frontiere interne alla Fortezza Europa

Per chi avesse dubbi sulla reale operatività delle polizie di tutta Europa durante le missioni congiunte, invitiamo a leggere il report della recente “Mos Maiorum”, avvenuta nell’ottobre 2014.
La notizia della prossima “Operazione Amberlight” sta circolando pochissimo, uno dei pochi siti per il momento è questo.

Avvisiamo più persone possibile.
Portiamo la solidarietà in strada.
Respingiamo insieme le retate.
Gli unici stranieri sono gli sbirri nei quartieri.

 

 

Fonte:

http://hurriya.noblogs.org/post/2015/03/22/1-15-aprile-operazione-amberlight-previsto-aumento-delle-retate-contro-le-persone-migranti-in-tutta-europa/

 

LAMPEDUSA: MORIRE IN MARE DI FREDDO

La notte scorsa, al largo di Lampedusa, è avvenuto l’ennesimo naufragio che ha portato alla morte, finora, di 29 migranti. Questa volta però non si tratta di morti annegati. I 29 migranti ( che erano più di cento) – imbarcati su quella grande distesa d’acqua che la disperazione fa ancora vedere come l’unica strada da percorrere per una nuova vita – non sono morti annegati. Sono morti di freddo. Sono morti perchè quando si chiude la porta in faccia ai diritti umani, come fa la nostra Fortezza Europa, se non si muore per le onde del mare si può morire anche di freddo. Un freddo che non è solo la temperatura di un gelido inverno. Un freddo che è la nostra indifferenza. Sono morti perchè nessuno li ha salvati.  Perchè quell’operazione chiamata Mare Nostrum e che almeno salvava vite umane (anche se poi le consegnava a leggi che reprimono la libertà) non esiste più. Al suo posto c’è un’altra missione, Triton, nell’ambito di Frontex, perchè per la nostra Europa la tutela delle frontiere continua a contare più dei diritti umani.

 

D. Q.

Qui la notizia riportata da Internazionale:

Sono 29 le vittime del naufragio a Lampedusa

Almeno 29 persone sono morte nel naufragio avvenuto a largo di Lampedusa, la causa si conferma ipotermia. Il numero delle vittime potrebbe aumentare, secondo quanto dichiarato dalla guardia costiera, che ha portato in salvo l’imbarcazione dove più di cento migranti hanno trascorso 18 ore alla deriva.

Secondo Giusi Nicolini, sindaca di Lampedusa, la chiusura dell’operazione di pattugliamento delle coste siciliane Mare nostrum ha aumentato il rischio di morti in mare: “Mare nostrum era una soluzione di emergenza a una crisi umanitaria, chiuderla è stato un enorme e intollerabile passo indietro”, ha dichiarato Nicolini in un’intervista. Mare nostrum, che al governo italiano è costata 114 milioni di euro per il primo anno, è stata sostituita dall’operazione Triton, nonostante l’appello di numerose associazioni per i diritti umani. Reuters

 

Fonte:

http://www.internazionale.it/storia/sono-morti-venticinque-migranti-al-largo-di-lampedusa

NASCE L’ALARM PHONE PER SALVARE LE VITE DEI MIGRANTI NEL MEDITERRANEO

+ 334 86517161: questo il numero attivato da Watch the Med e Borderline per segnalare chi si trova in pericolo in mare e chi viene respinto alle frontiere europee

 

Un numero contro la Fortezza Europa, un numero per evitare ancora morti nel Mediterraneo.

Da ottobre è operativo l’alarm phone + 334 86 51 71 61 attivato dalla rete internazionale Borderline Europe e da Watch The Med, un progetto avviato nel 2012 all’interno della campagna “Boats4people” e che coinvolge ad oggi numerose organizzazioni, attivisti e ricercatori.

+ 334 86 51 71 61

Un numero di emergenza che nasce dalla volontà di fare qualcosa di concreto per salvare le vite dei migranti. Dal 2000 ad oggi almeno 40000 persone sono morte cercando di attraversare il Mediterraneo (più di 3000 solo nel 2014).
Nonostante i numerosi appelli per l’apertura di canali umanitari e percorsi di arrivo protetti, l’Unione Europea non ha fatto nulla per evitare queste continue stragi scegliendo al contrario di incrementare la militarizzazione e i controlli sia alle frontiere che all’interno dei Paesi membri come dimostrano le recenti operazioni Mos Maiorum e Triton e, in generale, tutte le operazioni dell’agenzia Frontex.

Contro la violenza e l’indifferenza delle istituzioni europee, 50 attivisti dei diritti umani in tutta Europa hanno aperto questa linea telefonica di emergenza che è attiva da ottobre 24 ore su 24 con una squadra pronta a rispondere in più lingue. Il telefono coprirà chiamate provenienti dalle rotte migratorie nel Mediterraneo Centrale, nel Mar Egeo e tra il Marocco e la Spagna.
Il progetto avviato non potrà condurre direttamente operazioni di salvataggio ma avrà l’obiettivo di sollecitare tali operazioni e di far scattare l’allarme nel caso in cui i soccorsi dovessero tardare o non dovessero essere attuati. Inoltre avrà lo scopo di monitorare e denunciare casi di respingimenti da parte di paesi europei, respingimenti di cui è stato vittima nel Mar Egeo anche Karim, un rifugiato siriano che ha deciso adesso da Amburgo di unirsi all’èquipe di operatori dell’Alarm Phone. “Sappiamo bene quanto è pericoloso attraversare il Mediterraneo, con questo sistema in caso di emergenza i migranti potranno chiamarci. Noi gireremo le segnalazioni ai soccorritori e faremo pressione su di loro”, spiega l’attivista di Borderline Judith Gleitze.

Uno dei tantissimi esempi di tragedie che si sarebbero potute evitare è quello dell’11 ottobre 2013, proprio pochi giorni dopo quel terribile 3 ottobre. Quel giorno i migranti, la cui imbarcazione stava affondando, chiamarono più volte le autorità italiane e maltesi ma il loro SOS non fu ascoltato. I soccorsi arrivarono molte ore dopo l’allarme lanciato dall’imbarcazione quando quest’ultima era già affondata. Delle più di 400 persone sul barcone solo 212 riuscirono a sopravvivere.
“E se i migranti avessero potuto effettuare una seconda chiamata ad un telefono di emergenza indipendente così da attivare la società civile e far pressione sulle autorità affinché attivassero immediatamente i soccorsi in mare?” si chiedono i promotori dell’Alarm Phone nel loro appello.
Probabilmente sarebbe andata diversamente, in questo come in molti altri casi di mancati soccorsi o respingimenti in tutto il Mediterraneo.

Per questo è di estrema importanza diffondere il più possibile il progetto e in particolare il numero di emergenza così da sviluppare una rete internazionale di attivisti e organizzazioni in grado di collaborare tanto a livello operativo sollecitando i soccorsi quanto a livello politico denunciando i frequenti casi di respingimenti e mancati salvataggi in mare.

Clicca qui per le informazioni sull’Alarm Phone, per scaricare l’appello per il telefono d’allarme in sette lingue (italiano, inglese, francese, arabo, greco, spagnolo, tedesco), per vedere la lista di tutti i firmatari e per avere informazioni aggiornate e report sul sito.
A questo link è possibile inviare segnalazioni e report al sito Watch the Med.

Click here to get all the information about the Alarm Phone, the appeal of the Alarm Phone in 7 languages (English, French, German, Italian, Greek, Arabic, Spanish), the petition with all the subscribers, news and reports.
At this link you can send warnings and reports to Watch the Med website.

[ 19 novembre 2014 ]

 

Fonte:

http://www.meltingpot.org/Nasce-l-Alarm-Phone-per-salvare-le-vite-dei-migranti-nel.html#.VHpV88koMqg

 

A TUTTI I MIGRANTI: ATTENZIONE! L’OPERAZIONE EUROPEA DI POLIZIA “MOS MAIORUM” STA PER INIZIARE

Dal blog di Valentina Perniciaro:

6 ottobre 2014

A tutti/e i/le migranti, ATTENZIONE! :
una operazione di poliziastopraids che interesserà tutta l’Europa chiamata “Mos Maiorum” prenderà il via il 13 ottobre per concludersi il 26 ottobre. Durante queste due settimane 18000 agenti di polizia cercheranno persone senza documenti. Lo scopo di questa missione è quello di raccogliere informazioni sulle rotte migratorie arrestando il numero maggiore di persone senza documenti. L’appello è quello di avvertire il maggior numero di queste persone! Un aumento dei controlli è previsto sui treni, nelle stazioni ferroviarie, negli aeroporti, nelle autostrade e ai confini interni dell’Europa.

Per favore diffondete questo appello!

Più informazioni sulla missione “Mos Maiorum” le trovate qui

RESPINGIAMO LE RETATE
NESSUNA INDIFFERENZA
PORTA LA SOLIDARIETA’ IN STRADA

 

 

Fonte:

http://baruda.net/2014/10/06/a-tutti-i-migranti-attenzione-loperazione-europea-di-polizia-mos-maiorum-sta-per-iniziare/

MOS MAIORUM + TRITON, DOPO IL 3 OTTOBRE I MIGRANTI TORNANO NEMICI

Imminente maxi operazione di polizia guidata dall’Italia contro l’immigrazione irregolare in tutta Europa

Scatterà a breve in tutta Europa una gigantesca operazione di polizia volta a fermare, controllare e identificare tutti i migranti che verranno intercettati sul territorio continentale. Tantissime associazioni e reti che tutelano i diritti dei migranti stanno lanciando l’allarme, invitando alla massima allerta quella moltitudine di individui che approdati in Europa stanno cercando di realizzare un loro nuovo progetto di vita, lontano da guerre, miseria e persecuzioni.

Dal 16 al 23 ottobre l’Italia guiderà l’operazione di polizia europea Mos Maiorum, un intervento coordinato dalla Direzione Centrale per l’Immigrazione e la Polizia di Frontiera del Ministero dell’Interno italiano in collaborazione con l’Agenzia Frontex volto a perseguire l’ “attraversamento illegale dei confini”. Dalla nota prodotta dal Consiglio Europeo si apprende che la finalità dell’operazione è “indebolire la capacità organizzativa del crimine organizzato nel favoreggiamento dell’immigrazione illegale”, attraverso una serie di azioni coordinate che punteranno a identificare e arrestare i migranti irregolari, per la raccolta di informazioni ai fini di attività investigativa e di intelligence, a consolidare prassi comuni di intervento per aumentare l’incisività delle misure di controllo e repressione dell’immigrazione illegale. Tradotto, una settimana di persecuzione e guerra dichiarata a tutti i migranti, con 18mila agenti di polizia sguinzagliati in stazioni, treni, porti, aeroporti per identificare e possibilmente arrestare il maggior numero di persone dall’apparenza straniera. Si tratta di una pratica già sperimentata durante le precedenti missioni denominate Aerodromos, Afrodite, Perkunas rispettivamente condotte durante la presidenza europea di Grecia, Cipro e Lituania, che sembrerebbero programmate per due settimane all’anno, al cambio dei semestri di presidenza europea.
Operazioni guidate dalla presunzione di colpevolezza, indirizzate più che altro a dimostrare la pericolosità della circolazione dei migranti, i cui comportamenti vengono aprioristicamente definiti come illegali, e a legittimare investimenti di risorse e procedure normative per le misure di controllo, repressione e detenzione. Basta leggere alcune righe della relazione finale della missione Perkunas condotta nel settembre 2013: “Considerato che la maggioranza dei migranti irregolari (72,94%) ha fatto richiesta di protezione internazionale dopo essere stata intercettata, ciò può essere assunto come una indicazione quantitativa dell’abuso nelle procedure di asilo”.

Ecco come si concretizza il potenziamento di Frontex, non certo nella direzione di una migliore accoglienza ma in gigantesche operazioni poliziesche che hanno l’unico scopo di rafforzare l’immagine del migrante come nemico pubblico e la necessità di operazioni per espulsioni e detenzioni di massa. Se qualcuno aveva ingenuamente creduto alla favola di Frontex Plus – Triton è annunciata per novembre – come un potenziamento di Mare Nostrum (non stiamo qui a ripetere tutte le criticità di questa missione), può rendersi conto che la direzione in materia di politiche migratorie comunitarie intrapresa oggi, proprio durante la presidenza italiana dell’Unione Europea, è quella della proclamata tolleranza zero verso i movimenti migratori, nuovamente affrontati come tema connesso alla sicurezza e alla lotta alla criminalità organizzata anziché a quello degli effetti delle guerre e dei conflitti che circondano l’Europa. Dopo la parentesi umanitaria di Mare Nostrum e del Piano Nazionale Accoglienza, è proprio attraverso il ritorno del noto discorso pubblico sulla minaccia terroristica che chi tenta di scampare all’inasprirsi dei conflitti in Siria, Iraq, Palestina, Corno d’Africa e non solo, viene trasformato in soggetto indesiderato e pericoloso, che ben merita la nuova stretta anti-immigrazione. Da profughi a terroristi, detta in termini spiccioli.

L’imminente Mos Maiorum, la nuova missione Triton nell’ambito di Frontex, le identificazioni forzate di tutti i richiedenti asilo impartite dal Ministero dell’Interno (su pressione dell’UE) e la crudele rigidità del Regolamento di Dublino aprono a una nuova narrazione dei movimenti migratori e della loro gestione: archiviato l’anniversario del 3 ottobre e la retorica che lo celebrerà proprio dal palcoscenico di Lampedusa, dall’indomani è tutto pronto perché rifugiati e migranti tornino a diventare bersaglio di misure di controllo e repressione.
Come ha dichiarato il Ministro Alfano, “sulla frontiera si gioca tutto”.

Neva Cocchi, Danilo Burattini

[ 3 ottobre 2014 ]
Fonte:

 

3 DIVERSI NAUFRAGI IN ACQUE LIBICHE CON CENTINAIA DI MORTI. ORMAI MORTI E DISPERSI NON SI CONTANO PIU’

lunedì 15 settembre 2014

Almeno 800 morti negli ultimi tre giorni ( Fonte TG RAI Uno). Tremila dall’inizio dell’anno e oltre 2500 dall’inizio di giugno.  Una accelerazione impressionante senza precedenti, ormai le vittime della Fortezza Europa non si contano più. Mare Nostrum non basta più. L’Europa sceglie la morte e non apre corridoi umanitari. Addirittura si invia la missione di Frontex, Triton, per pattugliare soltanto le acque territoriali italiane, per assicurarsi che non ne arrivino troppi, da vivi. E che gli altri muoiano, possibilmente sempre più lontano dagli occhi dei cittadini dell’Unione Europea. L’importante, per troppi, è difendere le frontiere.

http://ansamed.ansa.it/ansamed/it/notizie/rubriche/cronaca/2014/09/15/libia-200-migranti-dispersi-in-naufragio-barcone_8b27d90a-4e0a-4ad6-9fe9-4825734fb693.html

http://www.dailymail.co.uk/news/article-2756506/Migrant-group-500-feared-dead-boat-rammed.html?ITO=1490&ns_mchannel=rss&ns_campaign=1490

Non rimane che piangere i morti e lottare per i vivi. Senza altri inutili capri espiatori. 
Le responsabilità di queste stragi sono evidenti, e lo saranno ancora di più in futuro.
Chi non si ribella è complice. Chi tace la verità dovrà fare i conti con la propria coscienza.

TRIPOLI – Un’ecatombe: i naufragi davanti alla Libia sarebbero tre. “Parliamo di almeno 500 morti in tre giorni”, è la drammatica notizia che dà Carlotta Sami, portavoce dell’Unhcr.”

http://www.repubblica.it/esteri/2014/09/15/news/immigrazione_naufragio_libia-95797747/?ref=HREA-1

http://www.lastampa.it/2014/09/14/esteri/migranti-oltre-morti-al-largo-della-libia-mWI72Of6Vb4A5fSZLXL6oM/pagina.html

http://www.independent.com.mt/articles/2014-09-15/news/500-feared-dead-after-boat-rammed-off-malta-migrant-group-6590758912/

http://www.bbc.com/news/world-europe-29210989

Organizzazione Internazionale per le Migrazioni: “Malta, 500 dispersi”. ”Sarebbero circa 500 i dispersi del naufragio avvenuto la scorsa settimana a 300 miglia al largo di Malta, e a causare l’incidente sarebbero stati gli stessi trafficanti, che – da una seconda imbarcazione – avrebbero di proposito fatto colare a picco il barcone con a bordo i migranti, con i quali era nato un violento scontro”. A raccontare la vicenda agli operatori dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) in Sicilia sono stati i due sopravvissuti di nazionalità palestinese. I due sopravvissuti, due ragazzi fuggiti da Gaza e andati in Egitto a inizio settembre, sono stati soccorsi in alto mare dal mercantile panamense “Pegasus” che li ha portati a Pozzallo due giorni fa. “Se questa storia, sulla quale sta investigando la Polizia, sarà confermata – riferisce l’Oim – sarebbe il naufragio più grave degli ultimi anni, in quanto non si tratterebbe di un incidente, ma di un omicidio di massa, perpetrato da criminali senza scrupoli né alcun rispetto per la vita umana”. Secondo le testimonianze dei sopravvissuti, i migranti, siriani, palestinesi, egiziani e sudanesi, erano partiti in 500 da Damietta, in Egitto, sabato 6 settembre. Tra loro anche molte famiglie con bambini e minori non accompagnati. “Dopo aver già cambiato diverse imbarcazioni lungo la rotta, mercoledì scorso i trafficanti, a bordo di un altro natante, hanno chiesto ai migranti di ‘saltarè su un’ennesima nave più piccola e precaria – prosegue l’Oim – Comprendendo la pericolosità della situazione, molti si sono ribellati: ne è nato uno scontro con i trafficanti, che a un certo punto, innervositi, hanno speronato il barcone dei migranti dalla poppa facendolo affondare”.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/09/15/migranti-un-altro-naufragio-al-largo-della-libia-200-morti/1120915/

http://time.com/3378459/migrant-group-500-feared-dead-after-boat-rammed/

Da www.siciliamigranti.blogspot.it –  lunedì 15 settembre 2014

LUNGA NOTTE DI SBARCHI A POZZALLO. PER ALTRI 386 MIGRANTI IMMEDIATO TRASFERIMENTO A COMISO.

“E’ un tempo che scorre lento, quello dell’arrivo di altri 386 migranti nel porto di Pozzallo nella notte tra il 12 e il 13 settembre. Da diverse fonti giornalistiche apprendiamo che giovedì mattina i profughi sono riusciti a chiedere aiuto tramite un telefono satellitare alla Centrale Operativa di Roma, per poi essere soccorsi dal mercantile Pegasus, battente bandiera panamense, a circa 100 miglia a sudovest di Pozzallo. Nel dirigersi verso il porto, il mercantile si è imbattuto nei naufraghi del battello con un numero ancora imprecisato di migranti a bordo, nell’ennesima tragedia che conta già due vittime e parecchi dispersi. http://dirittiefrontiere.blogspot.it/2014/09/secondo-naufragio-nella-zona-sar-search.html?spref=fb  Due di questi sono stati temporaneamente caricati a bordo del Pegasus per essere poi trasferiti con aerei militari all’ospedale di Catania, mentre il mercantile proseguiva verso il porto ibleo”.

http://siciliamigranti.blogspot.it/2014/09/lunga-notte-di-sbarchi-pozzallo-per.html

http://www.radiortm.it/2014/09/15/pozzallo-testimonianza-agghiacciante-i-trafficanti-affondato-barcone-500-migranti/
 
 Quando si può, ed i mezzi ci sono, Mare Nostrum arriva ancora a effettuare salvataggi a ridosso delle acque libiche. Ma si perdono troppe vite i mare, le navi della guardia costiera libica, quelle regalate da Maroni, sono quasi tutte fuori uso, e l’impegno della missione non basta più ad evitare che i naufragi si ripetano. Del tutto incerta la sorte dei migranti in Libia dopo il “salvataggio”.

” Nella giornata di domenica la Marina italiana è intervenuta per soccorrere un barcone a 60 miglia dalla Libia e ha posto in salvo 95 migranti. Altri 9 sono stati soccorsi al largo di Lampedusa dalla guardia costiera. Domenica sera 111 migranti siriani sono arrivati nel porto di Crotone su una motovedetta della guardia costiera, che aveva intercettato il peschereccio che li aveva portati dalla Siria fino davanti alle coste italiane”.

http://notizie.tiscali.it/cronaca/feeds/14/09/15/t_01_04_2014-09-15_1151117512.html?cronaca

Fonte:

http://dirittiefrontiere.blogspot.it/2014/09/ormai-morti-e-dispersi-non-si-contano.html

CANALE DI SICILIA – UN MARE DI STRAGI. E I GOVERNI RIMANGONO A GUARDARE

Canale di Sicilia - Un mare di stragi. E i governi rimangono a guardare

30 giugno 2014

 

30 morti nel Mar Mediterraneo, 5.000 persone arrivate in poco più di 48 ore

Altri trenta corpi inghiottiti dal mare. Ancora vite spezzate dal confine. Migliaia di persone in poche ore approdate sulle coste italiane. Intanto i governi europei hanno definitivamente sancito la fine di quella crisi di legittimità delle politiche europee in materia di immigrazione che la strage del 3 ottobre sembrava aver aperto. Per mesi è regnata la confusione. Dopo  il naufragio di Lampedusa sembrava però essersi aperto uno spazio di possibile mutamento, magari opportunista, magari strumentale, di alcune ricette ormai consolidate che per la prima volta venivano messe in discussione. Il discorso sui “canali umanitari”, la negoziazione sulle frontiere interne, la necessitò di un sistema di accoglienza condiviso, sono tramontati tutti insieme durante l’ultimo Consiglio europeo del 26 e 27 giugno, quando per l’ennesima volta, di fronte agli egoismi nazionali e con una buona dose di real politik, per far fronte all’avanzata delle forze anti-immigrazione, i capi di stato dei paesi UE hanno riproposto come univa via di uscita il potenziamento di Frontex, nuove e più serrate operazioni di pattugliamento delle frontiere, nuovi processi di esternalizzazione dei confini.

E nulla più di quei trenta corpi recuperati nella notte è in grado di fotografare la brutalità di questa scelta.
Gli inchini le lacrime, le parole di commiato, sono acqua passata. Oggi la governance dell’Europa è alle prese con il tentativo di ristabilire la supremazia delle frontiere sulle vite umane, certo, condita di retorica, e non c’è spazio per ripensamenti.

Intanto i governi stessi si preparano alle trattative di confine. Si tratta delle negoziazioni con i governi dei paesi di partenza. Nella realtà si tratta di uan contrattazione ombrosa con le stesse autorità che con la faccia pulita si presentano agli incontri istituzionali e con l’altra, quella che da sempre lavora nell’ombra, organizzano il traffico di esseri umani a cui le navi di Mare Nostrum, unica risposta a ciò che è avvenuto, concedono l’ultimo prezzo di tragitto in sicurezza, sembra che vengano raggiunte.

Come a dire, chi deve morire lo faccia, possibilmente non di fronte ai nostri occhi.

 

 

 

Fonte:

http://www.meltingpot.org/Canale-di-Sicilia-Un-mare-di-stragi-E-i-governi-rimangono-a.html#.U7HBx7H4Uqg