“Il Cara e la Misericordia erano bancomat della ‘ndrangheta”

caracrotone“Il Centro di accoglienza e la Misericordia di Isola Capo Rizzuto erano il bancomat della mafia”. Così il comandante del Ros Giuseppe Governale ha sintetizzato l’operazione Jonny che ha portato in carcere il governatore della Misericordia di Isola Leonardo Sacco ed il parroco don Edoardo Scordio, sottoposti a fermo insieme ad altre 66 persone, perché accusate di avere collaborato con la cosca Arena a lucrare sui finanziamenti destinati all’assistenza dei migranti. “La ‘ndrangheta – ha detto Governale – presceglie i suoi uomini e li fa lavorare per i proprie interessi. E tra questi c’erano Sacco e Scordio. Quest’ultimo ha infangato la Misericordia che fa tanto bene. Sacco, a cui lo Stato affida la tutela di persone in difficoltà, nel 2020 denunciò un reddito di 800 euro al fisco. Stamani, nel corso della perquisizione a lui ed a persone a lui vicine, abbiamo trovato 200 mila euro”. “Edoardo Scordio – ha aggiunto il comandante del Ros – è un parroco di provincia antitesi di quello che il Santo Padre descrive come uno dei più grandi pericoli della Chiesa. La Chiesa, ha detto il Papa, ha bisogno di persone con una sola vita, di servire il prossimo e le persone in difficoltà. In questo caso questo parroco ha dato indicazione di una doppia vita, di una vita al servizio di chi per tanti anni, per troppo tempo, ha messo sotto i propri piedi la gente di questa terra”. Un sacerdote, ha spiegato Governale, che nel 2007 risulta avere preso 650 mila euro dalla Misericordia di Isola Capo Rizzuto. Il comandante del Ros ha anche spiegato il nome dato all’operazione, Jonny: “Era in nome di battaglia di un maresciallo del reparto morto per una grave malattia mentre stava indagando sul Cara di Isola”.

“In Calabria è mancato il controllo dello Stato sul gioco online. Un business milionario su cui la cosca Arena ha sbaragliato la concorrenza con una rete gestita da una società maltese”. Lo ha detto il procuratore aggiunto di Catanzaro Vincenzo Luberto nel corso della conferenza stampa tenutasi questa mattina per illustrare i particolari dell’operazione Jonny. “Grazie alle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia – ha aggiunto – abbiamo scoperto come la cosca potesse contare su un software neanche tanto sofisticato che consentiva di eludere il prelievo fiscale”. In un anno e mezzo, ha reso noto il colonnello Pantaleo Cozzoli comandante provinciale della Guardia di finanza di Crotone, il clan, grazie al gioco online, avrebbe “incamerato circa un milione e 300mila euro. Oggi abbiamo sequestrato beni per 12 milioni di euro e durante le perquisizioni abbiamo rinvenuto migliaia di euro in contanti”. Gli uomini del clan Arena avevano anche il monopolio sul traffico di reperti archeologici. “La cosca – ha spiegato il capo della Mobile di Crotone Nicola Lelario – aveva la prelazione sugli oggetti che se non interessavano agli uomini della ‘ndrina venivano venduti sul mercato nero grazie anche all’intermediazioni di consulenti ed esperti, anche molto conosciuti, del settore”. Ma, come spiegato dal direttore dello Sco Alessandro Giuliano, “la cosca aveva un alto grado di pervasività in ogni settore della vita economica della provincia di Crotone e Catanzaro”. Le indagini hanno svelato la penetrazione della cosca Arena nel capoluogo calabrese: “Catanzaro – ha sottolineato Luberto – non è una isola felice. Le cosche sono radicate e si impongono con intimidazioni violenti e drammaticamente simbolici”. Il questore di Catanzaro Amalia Di Ruocco e il comandante provinciale dei carabinieri Marco Pecci hanno rivolto un accorato appello ai cittadini affinché denuncino i loro aguzzini e facciano “squadra con le forze dell’ordine”.

Forse allertati da qualche articolo di giornale, alcuni degli indagati finiti nella rete tesa dalla Dda di Catanzaro con l’operazione “Jonny” sulla gestione del Cara di Isola Capo Rizzuto temevano di essere intercettati. Lo ha rivelato il procuratore aggiunto Vincenzo Luberto, riferendo il contenuto di alcune riprese video effettuate dagli inquirenti. “L’aspetto piu’ inquietante del centro di accoglienza – ha detto – e’ che abbiamo notato articoli che praticamente avvisavano gli interessati delle indagini. Ho visto Poerio e Sacco (due dei fermati), ndr mettere i cellulari su una siepe e allontanarsi e li’ ho capito che tutti sapevano e temevo che non saremmo riusciti a carpire i segreti piu’ intimi della cosca, come invece accaduto con fotogrammi della consegna del denaro”.

Creato Lunedì, 15 Maggio 2017 15:28

 

Fonte:

http://ildispaccio.it/crotone/144610-il-cara-e-la-misericordia-erano-bancomat-della-ndrangheta

Leggi anche:

JONNY | Poerio, recordman di voti e uomo del clan

Il ruolo del consigliere comunale di Isola nel meccanismo che allontanava i soldi dai servizi del Cara per portarli nelle casse della ‘ndrangheta Lunedì, 15 Maggio 2017 14:58 Pubblicato in Cronaca

CATANZARO Consigliere comunale, recordman di preferenze, sempre in prima fila nelle manifestazioni antindrangheta. In realtà, secondo le Dda, cosciente prestanome di uno dei principali ingranaggi societari che hanno permesso ai feroci clan di Isola Capo Rizzuto di mettere le mani sull’accoglienza. Un business per la ‘ndrangheta, un quotidiano inferno per gli ospiti del Cara, le cui condizioni sono finite più volte sotto i riflettori. È per questo che il consigliere comunale Pasquale Poerio è finito in carcere con la pesante accusa di essere uno dei partecipi all’associazione a delinquere di stampo ‘ndranghetistico, con il compito precipuo di collaborare nella «distrazione dei capitali serventi la gestione del catering per il Cara, apprestando all’uopo falsi documenti contabili e utilizzando, quali soggetti contabili emittenti, le imprese commerciali dalle stesse gerite», ma anche di «acquisire quote sociali di imprese appositamente costituite per veicolare il danaro provento delle illecite condotte di distrazione, sì da ripulire lo stesso per essere destinato in parte ad incrementare la c.d. bacinella della cosca». Traduzione, il politico era uno degli ingranaggi del sistema di scatole cinesi che ha permesso al clan di rubare i soldi dell’accoglienza per finanziare nuove imprese criminali. Rubava ai poveri (e senza diritti) per dare ai ricchi (e presunti ‘ndranghetisti). E al parroco, don Scordio, che grazie al business dell’accoglienza ha incamerato milioni. Poerio – spiegano gli investigatori –  «non conduce alcuna strategia aziendale, sia essa di natura meramente amministrativa sia di natura organizzativa, che invece risulta condotta, per il tramite di Poerio Antonio, da quest’ultimo, da Poerio Fernando e da Sacco Leonardo». Lo conferma la segretaria della società, che interrogata dai finanzieri assicura di aver avuto a che fare con Pasquale Poerio, ma di essere stata assunta e di aver sempre trattato con Leonardo Sacco e Antonio Poerio. Ma lo ammette – intercettato – anche quest’ultimo, che a Salvatore De Furia raccomanda: «Tu evita di farti vedere, io qua manco li faccio entrare». E a maggior chiarezza spiega: «Io non mi trovo il nome mio qua, che è a nome di altri perché apposta, perché mi vedono con quello, mi vedono con quell’altro … non va bene!». “Qua” è la società Quadrifoglio. Ma di fortuna oggi sembra avergliene portata poca.

Alessia Candito

Fonte:

http://www.corrieredellacalabria.it/cronaca/item/57822-jonny-poerio,-recordman-di-voti-e-uomo-del-clan

L’accoglienza diventa detenzione arbitraria per eseguire il rilievo delle impronte digitali. E centri di detenzione (CIE) vengono trasformati in centri di accoglienza, succede a Milano.

giovedì 16 ottobre 2014

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A Pozzallo sono in corso identificazioni violente dei profughi siriani forzati a rilasciare le impronte digitali. Sembra che almeno duecento profughi siano entrati in sciopero della fame all’interno del CPSA ubicato dentro il porto.
Si teme anche che siano in corso iniziative di identificazione nei confronti di cittadini solidali che si sono recati nei pressi del centro per verificare di persona cosa stava accadendo. Vedremo domani con quali risultati.
Intanto di risultati delle attività di polizia sono ben visibili questi, impressi sulla schiena di un profugo. Qualcuno avrebbe detto : “Con le buone o con le cattive prenderemo le vostre impronte”

https://www.facebook.com/video.php?v=877363518970667&set=vb.100000910804762&type=2&theater

Prima e dopo l’operazione congiunta di polizia “Mos maiorum”, che alla fine servirà probabilmente solo a qualche stratega della sicurezza per aggiornare le statistiche e dimostrare quanto sono efficienti gli apparati di contrasto di quella che definiscono “immigrazione illegale”, una trasformazione strutturale sta interessando i centri di accoglienza ed i centri di detenzione (CIE) in Italia.

Da tempo del resto, anche i CIE erano “centri di accoglienza” ed i migranti trattenuti, meglio sarebbe dire internati, ma si dovevano chiamare “ospiti”, parola del ministero dell’interno… Adesso succede con i profughi.

http://www.interno.gov.it/mininterno/export/sites/default/it/temi/immigrazione/sottotema006.html

Mentre  a sud, in particolare in Calabria ed in Sicilia non si sta assistendo a grandi retate, come nelle città del nord,  nelle regioni meridionali si verifica una trasformazione dei luoghi di accoglienza, variamente denominati, CSPA, centri di soccorso e prima accoglienza, come quelli di Pozzallo e di Lampedusa ( ormai riaperto), centri di accoglienza per richiedenti asilo (CARA) come il centro S.Anna di Crotone-Isola capo Rizzuto. Cambiano natura anche i luoghi di detenzione amministrativa, come il CIE Corelli di Milano che starebbe per essere trasformato in un centro di accoglienza. Ed a Messina hanno riattivato una caserma dismessa, ma con una recinzione militare, per “accogliere” profughi e talvolta anche minori. Pratiche di confinamento e di esclusione che a Messina hanno trovato da mesi un primo terreno di sperimentazione nella tendopoli, aperta estate ed inverno, nel campo sportivo a ridosso del Palaspedini.

http://www.lurlo.info/index.php/rubriche/inchieste/item/896-l-affare-cara-20-000-euro-per-l-assistenza-ai-migranti-al-palaspedini

http://www.messinaoggi.it/News/Messina/Cronaca/2014/08/27/Nuovo-sbarco-aperta-lex-caserma-Bisconte-16691.html

Di fronte alla conclamata ingestibilità del sistema dei CIE, per i quali si è comunque prevista la riduzione del trattenimento amministrativo da 18 a 2 mesi, si sta organizzando un sistema di prima accoglienza e di seconda accoglienza con tutte le caratteristiche strutturali dei luoghi di detenzione, anche perchè i profughi siriani, somali, eritrei e di altre nazionalità, dopo lo sbarco, possono essere trattenuti arbitrariamente per giorni e giorni senza alcun provvedimento amministrativo, senza convalida del magistrato, senza garanzie di difesa se vengono sottoposti ad attività di indagine, senza mediatori linguistico-culturali indipendenti, senza informazione legale e senza assistenza psicosociale. Di fatto queste persone vengono sequestrate, o allo scopo di portare avanti le indagini per rintracciare gli scafisti, oppure più di recente, per costringerli con la violenza psicologica, se non con la violenza fisica al rilascio delle impronte digitali.

Si espongono dunque molti profughi,  tutti quelli che fuggono dalla Libia in guerra oggi lo sono, che in passato erano sottoposti soltanto alla formalità del fotosegnalamento subito dopo lo sbarco, al rischio di una vera e propria schedatura che ne compromette il successivo passaggio in un altro paese europeo per chiedere asilo.
Ricordiamo che quasi la metà dei circa 140.000 migranti che sono entrati quest’anno in Italia, la quasi totalità dei siriani, moltissimi eritrei, hanno lasciato l’Italia per un paese dove al riconoscimento dello status di protezione seguissero concrete possibilità di inserimento sociale.

Si diffondono quindi i comportamenti violenti delle forze di polizia, con un avvitamento delle pratiche di identificazione forzata che, nei giorni dell’operazione congiunta di polizia “Mos maiorum”,  corrisponde all’ordine lanciato da Alfano qualche giorno fa di “serrare i bulloni”. Cosa abbia significato questo vero e proprio atto di indirizzo del Viminale lo provano le fotografie riprese oggi che circolano in rete, di persone che già traumatizzate dalle violenze subite in patria e durante il viaggio, hanno trovato al loro arrivo in Italia altre percosse, al solo scopo di ottenere da loro, con la violenza, il rilascio delle impronte digitali.

La mutata destinazione del CIE di Milano a centro di accoglienza per richiedenti asilo se è da salutare come un successo, perchè significa la chiusura di uno dei peggiori centri di identificazione ed espulsione in Italia, potrebbe però corrispondere ad un progetto di trattenimento informale dei richiedenti asilo, come si è già verificato nei giorni scorsi nel CARA di Crotone, quando dopo le denunce degli abusi di polizia sugli ultimi arrivati dalla Siria, a tutti gli “ospiti” è stato impedito di uscire quotidianamente, dalle 8 alle 20, come invece facevano in passato. Si è voluto forse evitare che qualcuno testimoniasse sulle condizioni della struttura e sul trattamento subito dai siriani.

A Milano si sta pensando forse anche alla elevata probabilità che, dopo la fine dell’operazione Mos maiorum, una operazione congiunta di polizia che si sta svolgendo in molti paesi europei contemporaneamente, ci possa essere un forte aumento dei rinvii Dublino verso l’Italia. Il Cie Corelli di Milano, trasformato in centro di accoglienza, potrebbe essere il luogo migliore per “accogliere” queste persone e costringerle di fatto ad una segregazione informale, a tempo indeterminato, senza le pur deboli garanzie formali che ci possono essere nei centri di detenzione ( avvocati e comvalida giurisdizionale)

http://www.meltingpot.org/Milano-Il-CIE-di-via-Corelli-diventa-un-centro-di.html#.VD771kYcRsc

Questa è la ragione per cui le campagne, le commissioni di inchiesta e le visite parlamentari o di altre organizzazioni che difendono i diritti umani, che finora hanno chiesto di entrare nei CIE devono rivolgere le loro attività di indagine verso i centri di accoglienza, in molti dei quali, senza una particolare autorizzazione del ministero dell’interno, non è neppure possibile entrare, esattamente come succedeva, fino a qualche anno fa nei Centri di identificazione ed espulsione.

Ormai è possibile parlare di accoglienza/detenzione, come lo scorso anno si verificava anche a Lampedusa dopo la tragedia del 3 ottobre, su tutto il territorio nazionale, e sarà necessario rivolgersi agli organi della giustizia internazionale perchè l’Italia non adotti sistematicamente, magari con la scusa del prelievo delle impronte digitali, misure limitative della libertà personale, o peggio di respingimento, nei confronti di profughi e di veri e propri sfollati di guerra.

Fonte:
http://dirittiefrontiere.blogspot.it/2014/10/laccoglienza-diventa-detenzione.html

Ciao, Chucky!

Ho appena letto questa triste notizia. Non conoscevo Chucky di persona.  L’avevo aggiunto fra i miei contatti Fb nel febbraio scorso. Avevo letto il suo nome come organizzatore di un evento, per aiutare i reclusi nel Cara e nel Cie di Roma che in quei giorni era colpita dall’alluvione, a cui avevo deciso di partecipare sia pure virtualmente data la lontananza: http://donatellaquattrone.blogspot.it/2014/02/cara-e-cie-di-roma-sottacqua.html
Subito dopo ho scoperto che il compagno era indagato per i fatti del 15 ottobre e con l’amicizia virtuale volevo esprimegli la mia solidarietà così come gli ho scritto. Mi disse che voleva unire tutte le lotte. Ci siamo scritti solo due volte. Quel giorno e alcuni dopo il 22 febbraio, che era stata una giornata nazionale No Tav. Era stato a Chiomonte e ora si trovava al presidio di Venaus ma voleva attrezzarsi per andare a vivere nei boschi a ridosso del cantiere. Non so dire se poi lo fece nè perchè non ci scrivemmo più. Mi ricordo però del suo ultimo messaggio al quale purtroppo rimpiango di non aver risposto, quella sera in cui era tardi e gli dicevo che dovevo andare a dormire perchè la mattina dopo dovevo fare volontariato. Mi scrisse: “Ci dovrebbero essere più persone come te…“. Chissà cosa volevi dirmi, Chucky… Chissà perchè in tutti questi mesi non ci siamo più cercati dopo quel breve contatto. Forse avevi bisogno di più sostegno da parte di tutti e non ti abbiamo capito.
Ciao, compagno! Riposa in pace.

D. Q.

Qui la tragica notizia:

01 settembre 2014, 21:22  |  di  Gianni Vigoroso

 

Antagonista e idealista, Ariano piange ”Chucky”: sempre in prima linea

 

Un giovane di 26 anni di Ariano Irpino, Leonardo Vecchiolla, si è ucciso sparandosi un colpo di arma da fuoco alla tempia, nella casa dello zio in via Intonti, in pieno centro. Sul posto i Carabinieri di Ariano, guidati dal capitano Davini, ed il 118. L’uomo, originario del Tricolle ma trasferitosi a Chieti, lascia la compagna e un figlio piccolo. Per togliersi la vita il giovane ha usato un fucile. La comunità di Ariano è sotto choc. Dall’inizio dell’anno sono trenta i suicidi in Irpinia.
Nell’ottobre del 2011 il nome di Vecchiolla finì nelle cronache nazionali per gli incedenti di Piazza San Giovanni tra manifestanti e forze dell’ordine. ”Chucky”, così chiamato dagli amici, fu accusato di aver partecipato all’assalto di una camionetta dei Carabinieri. Il giovane venne poi arrestato mentre era a Chieti e scarcerato nel mese di novembre. Tentato omicidio, devastazione, saccheggio e resistenza: queste le ipotesi di reato rispetto alle quali si era sempre professato estraneo. In quell’occasione i movimenti arianesi e tante associazioni non fecero mancare la loro solidarietà. Il processo su quei fatti è ancora in corso. Nella tarda serata la salma del giovane e stata restituita ai familiari e si trova presso il cimitero. Per espressa volontà di Vecchiolla non ci saranno funerali: il corpo verrà cremato.

 

 

 

Fonte:

http://www.canale58.com/articolo/cronaca/3/antagonista-e-idealista-ariano-piange-chucky-sempre-in-prima-linea/14681

 

PRIMO MARZO 2014 – LA NOSTRA EUROPA NON HA CONFINI, DIRITTI E DIGNITA’ PER TUTTI

 

 

Da Amburgo a Padova, Bologna, Niscemi, Milano, Brescia e molte altre città: in cammino per cambiare l’esistente

 

1 / 3 / 2014

Quest’anno la data del Primo marzo è stata caratterizzato da uno slogan proposto dai rifugiati che lottano organizzati come Lampedusa in Hamburg: “la nostra Europa non ha confini”, che sono scesi in piazza in un parade spontanea per le vie della città tedesca.

In piazza in tanti con un filo conduttore comune: diritti e dignità, contro ogni struttura detentiva per migranti, come affermato ieri con l’iniziativa a Roma, e oggi con i grandi cartelli apparsi nella capitale, per un’accoglienza degna e perchè le frontiere non si trasformino in luoghi di morte. Si è manifestato  anche per dire liberi tutt@, no alla criminalizzazzione delle lotte, come con gli arresti per gli attivisti a Roma.

Scenari diversi ma accomunati dalla volontà di opporsi alle politiche di sfruttamento, di militarizzazione dei territori, di mancanza di diritti.

I NoMuos in Sicilia in migliaia hanno manifestato  non lasciandosi intimidire dai divieti e nonostante l’intervento della polizia, raggiungendo i cancelli della base.

A Padova la manifestazione lanciata da AdlCobas ha raccolto un’ampia partecipazione e combattiva e determinata ha raggiunto la Prefettura.

A Bologna in tantissimi hanno sfilato per rivendicare diritti e dignità, così come a Brescia, Milano Bergamo, Parma ed in molte altre città italiane.

Questa mattina a Vicenza una animata e rumorosa iniziativa ha contestato la “preghiera” dei prolife contro la legge 194 perchè i diritti sono anche libertà di scelta. 

CRONACA

18:01 Niscemi – Alla rete della base due grandi fogli con su scritti il preambolo e la parte sulla smilitarizzazione dei territori della Carta di Lampedusa.

17:49 Niscemi – La polizia è intervenuta con un paio di cariche, la situazione sembra essersi ora tranquillizzata. Una ragazza è stata colpita alla testa da un poliziotto ed è a terra. Il corteo continua determinato verso i cancelli.

17:46 Bologna – Il corteo arriva in piazza Maggiore. Numerosi interventi finali che urlano a gran voce: “Basta sfruttamento, basta Bossi-Fini, basta CIE; reddito, diritti e libertà per tutti”

17:42 Bologna – In corteo anche gli studenti medi autorganizzati di Bologna insieme al laboratorio On The Move: insieme per affermare i diritti di tutti in questa giornata contro il razzismo.

17:38 Niscemi – La testa del corteo è davanti al Cancello 1 della base, arriva notizia che la polizia abbia iniziato a manganellare.

17:28 Niscemi – Il corteo si sta avvicinando alle reti della base, affianco alle enormi antenne assassino del Muos.

17:19 Bologna – Attacchinate in via Indipendenza le immagini dei migranti con le bocche cucite per protesta nei CIE. “Chiudere tutti i CIE  subito”.

16:57 Parigi – Dopo un’inutile trattativa i manifestanti premono sui cordoni della polizia per poter partire in corteo.

16:53 Bologna – Si susseguono gli interventi dal camion : ” Nella crisi le risposte le troviamo dal basso, occupando e lottando insieme.

16:52 Niscemi – In migliaia in corteo si dirigono verso la base nonostante il divieto della questura.

16:50 Padova – Il corteo arriva in Prefettura tanti gli interventi dei lavoratori della logistica e di tutti quelli che sono intervenuti alla manifestazione. Una tappa importante per dire che uniti si può vincere.

16:51 Bologna – All’altezza di via Irnerio si aggiungono al corteo i migranti di Asia-usb che questa mattina hanno occupato uno stabile in via XXI aprile.

16:37 Brescia – In tanti in corteo, la pioggia non ferma la voglia di manifestare per un’Europa senza confini, adesso il corteo si dirige verso la prefettura.

16:33 Bologna – Dalla scalinata del Pincio è stato srotolato uno striscione “Our Europe is without borders” firmato da Labas e Tpo.

16:28 Parigi – Continua il braccio di ferro tra le centinaia di manifestanti e la polizia che impedisce il corteo.

16:25 Padova – Nonostante la pioggia sempre più battente e il vento sempre più forte il corteo arriva compatto fin sotto la prefettura.

16:18 Bologna – In migliaia in corteo sul Ponte Matteotti. Musica dal camion, interventi numerosi, fumogeni, cartelli che lanciano dei messaggi chiari per un’Europa senza confini e di diritti.

16:16 Padova – Arriva il saluto e la solidarietà dai lavoratori di Treviso.

16:15 Amburgo – Il corteo è appena terminato, in migliaia per le strade per riprendersi la città, il diritto a manifestare, il diritto di asilo in un’Europa senza confini. Tra poco inizierà il concerto e la festa con i rifugiati.

16:14 Padova – La manifestazione sta raggiungendo la prefettura. In corteo ci sono anche i lavoratori del pubblico impiego. I diritti non possono essere privatizzati, non possono essere venduti.

16:12 Bologna – Detjon di Labas dice che il messaggio della Carta di Lampedusa è oggi in piazza in questo corteo determinato. “Dopo la manifestazione davanti al CIE e le giornate sull’isola continuiamo ad opporci anche alla riapertura di quel lager cittadino”.

16:11 Bologna – Intervento di Neva del TPO che spiega che il messaggio di oggi, di rivendicazione di diritti e reddito, va contro l’Europa dei confini per la costruzione di un’Europa meticcia, di tutti e tutte!

16:10 Padova – “Noi ci siamo e siamo qui. Uniti si vince” si grida dal sound system. Oggi si lotta per i diritti di tutti e tutte.

16:08 Bologna – Primi interventi dal camion ricordando che il 1 marzo non è una ritualità. “Siamo in piazza per dire basta allo sfruttamento, al razzismo della Bossi-Fini e ai CIE”

16:04 Niscemi – Il corteo è partito e avanza verso la base.

16:01 Padova – Tantissime le bandiere dell’ADL COBAS in corteo mentre dal sound system vengono intonati tanti e variegati slogan.

15:59 Padova – In corteo anche gli studenti medi del coordinamento studentesco di Padova

15:56 Brescia – In tanti in corteo malgrado la pioggia, un grande striscione d’apertura che dice reddito diritti e dignità per tutti e tutte.

15:49 Padova – Davide del Laboratorio Bios, che ieri ha riaperto e occupato un nuovo spazio in città, manda la solidarietà del Bios Lab ai lavoratori dell’Artoni. “A Padova non siete soli, in tanti vi sostengono” dice al microfono.

15:43 Padova – Interviene Sebastian dell’Assemblea Sociale per la Casa; tanti gli occupanti di case anche dalle altre città del Veneto.

15:40 Padova – Sullo striscione di apertura la scritta “Artoni-Despar licenziati per rappresaglia anti-sindacale”, in tantissimi in corteo dalla stazione verso la prefettura nonostante la pioggia battente.

15:37 Parigi – Il presidio per il primo marzo è stato circondato dalla polizia che impedisce che si parta in corteo.

15:35 Padova – Oggi in corteo insieme ai lavoratori della logistica di ADL COBAS anche gli occupanti delle case della rete ASC e i rifugiati della Casa di Accoglienza di Don Gallo.

15:32 Padova – Il corteo è appena partito dalla stazione, una grande giornata per chiedere diritti e dignità per tutti e tutte.

15:29 Padova – I lavoratori Artoni al microfono del sound system ricordano lo sgombero violento del presidio dei giorni scorsi.

15:27 Bologna – Partito il corteo che attraverserà le vie della città, Neva del TPO apre gli interventi esaltando “questa la moltitudine meticcia dell’Europa senza confini”.

15:26 Padova – La pioggia e il vento non ferma i manifestanti, centinaia di persone al concentramento al piazzale della stazione.

15:22 Amburgo – In 7000 sfilano per le strade della città per il diritto di asilo e per un’Europa senza confini.

15:21 Niscemi – Tra le bandiere NO MUOS un grande striscione che dice “da Lampedusa a Niscemi diritti veri e non cimiteri”.

15:18 Bologna – Piazza dell’Unità si riempie di tanti e tante: migranti, studenti, centri sociali, collettivi, associazioni, lavoratori della logistica, sindacati di base conflittuali. Insieme per chiedere l’immediata abrogazione della legge Bossi-Fini, per la chiusura di tutti i CIE e i Cara, per reddito e libertà per tutti.

15:10 Bologna – Inizia a riempirsi la piazza del concentramento. Oggi in corteo per ribadire: “Our Europe is without borders!”

15:06 Amburgo – Partita la manifestazione dei rifugiati di Lampedusa, tanti manifestanti e una massiccia presenza delle forze dell’ordine per le strade.

15:03 Niscemi – Gruppi di persone e singoli stanno raggiungendo il concentramento da tutta la Sicilia, si prospetta una grande giornata di lotta.

14:59 Bologna – I lavoratori della logistica di Cesena in viaggio verso il corteo di Bologna.

14:57 Niscemi – In arrivo al concentramento del corteo 17 autobus da tutta la Sicilia e dalla Calabria NO MUOS.

13:22 Padova – Appuntamento ore 15.00 in stazione, gia’ partiti da trento e dalle altre province per manifestare per diritti e dignita’.

12:28 Genova – Sulle orme di Don Gallo completata la carta di Genova per i diritti di tutti.

12:24 Niscemi – Oggi in marcia i Nomuos non ci facciamo intimidire no alle servitu’ militari

12:20 Vicenza – We want sex scegliere ci rende liber@ no all’oscurantismo x questo no ai prolife

11:39 Vicenza – La 194 no si tocca, gli attivisti di Q_Generation impediscono la preghiera dei pro-life davanti all’ospedale. Liberi di scegliere #yodecido

11:36 Vicenza – Verso l’ #8marzo fuori i pro-life dagli ospedali #yodecido, attivisti di Q_Generation contestano gli integralisti cattolici

11:01 Vicenza – Torneremo ogni volta che sarete qui. Nessuno spazio ai movimenti no choice

10:58 Vicenza – Lancio di prezzemolo contro lo sparuto gruppetto No 194, protetto dalla polizia

10:20 Vicenza – Inizia la contestazione alla “preghiera” contro la 194. Non vogliamo tornare al Medioevo.

 

Fonte:

http://www.globalproject.info/it/in_movimento/primo-marzo-2014-la-nostra-europa-non-ha-confini-diritti-e-dignita-per-tutti/16597