SIRIA: SALE A OLTRE 50 IL BILANCIO DELLE VITTIME DELL’OSPEDALE DI MSF BOMBARDATO. IL SACRIFICIO DELL’ULTIMO PEDIATRA.

Siria: sale a 50 il bilancio delle vittime dell’ospedale bombardato di Al Quds supportato da MSF

29 Aprile 2016
Il bilancio delle vittime del bombardamento dell’ospedale Al Quds, che era supportato da MSF e alcune altre organizzazioni, è salito a oltre il 50. Le vittime si trovavano nell’ospedale e nelle aree circostanti, dove sono cadute le prime bombe, e includono pazienti e almeno 6 membri del personale medico.
La situazione ad Aleppo è critica perché gli attacchi aerei non risparmiano nessuna parte della città. Già oggi ci è arrivata la segnalazione di un altro centro di salute – non supportato MSF – che è stato colpito.
Non è la prima volta che l’ospedale Al Quds viene bombardato: è stato danneggiato e parzialmente distrutto un certo numero di volte. L’ultima nel 2015.
Al Quds è uno dei numerosi ospedali che MSF supporta ad Aleppo e in tutta la Siria. MSF sostiene l’ospedale dal 2012 con donazioni saltuarie e dal 2014 forniture mediche regolari.
MSF è estremamente preoccupata per le circa 250.000 persone che rischiano sempre più di essere completamente tagliate fuori dall’assistenza medica.
MSF vuole rendere onore al lavoro eroico dei medici siriani in tutto il paese che continuano ad assistere le loro comunità in condizioni inimmaginabili. L’ospedale ha chiesto il supporto di MSF in termini di attrezzature mediche e farmaci, e l’organizzazione si è impegnata a supportarlo anche per la ricostruzione.
“Il cielo sopra ad Aleppo sta cadendo. La città, costantemente in prima linea in questa guerra brutale, rischia ora di finire sotto un’offensiva totale, in cui nessun punto viene risparmiato. Gli attacchi contro gli ospedali e il personale medico sono un indicatore devastante di come la guerra in Siria è condotta, uno dei numerosi e brutali modi in cui i civili vengono presi di mira” ha dichiarato Muskilda Zancada, capomissione di MSF in Siria. “L’attacco all’ospedale Al Quds ha distrutto uno degli ultimi posti rimasti ad Aleppo, in cui si poteva ancora trovare l’umanità. Aleppo è già lo scheletro di ciò che era una volta, e quest’ultimo attacco sembra determinato a eliminare anche quello.
“MSF ha sostenuto Al Quds fin dal 2012. E ‘stato un onore incredibile per noi essere in grado di lavorare a stretto contatto con queste persone così impegnate. Vediamo giorno dopo giorno il modo in cui rischiano la vita nell’inferno in terra che è la guerra, per garantire l’accesso alle cure mediche alle persone. La loro perdita è la nostra perdita, e ci impegniamo a sostenerli nel riavvio delle attività dell’ospedale”.
*
 

Siria, il sacrificio di Mohammed
l’ultimo pediatra rimasto
Morto per curare i bambini

Doveva sposarsi, una bomba ha colpito il suo reparto nell’ospedale Al Quds di Aleppo gestito da Medici senza frontiere: decine le vittime, molti i bambini

Se non fosse vero e verificabile, verrebbe da pensare che sia il personaggio romanzato di un film. Una sorta di eroe tutto positivo che si sacrifica per il prossimo, dona interamente se stesso, sino a perdere la vita. In effetti la morte del dottor Mohammed Wasim Moaz, 36 anni, fidanzato che sperava di sposarsi nei prossimi mesi, racconta di eroismo e altruismo come difficilmente possono comprendere coloro che non hanno vissuto la guerra o una grande tragedia collettiva. «Era l’ultimo pediatra residente nei quartieri di Aleppo ancora controllati dalle brigate che si ribellano alla dittatura di Bashar Assad», dicono dalla città assediata. Al quartier generale di Medici Senza Frontiere a Gaziantep, in Turchia, ne ricordano la professionalità, la dedizione, il rifiuto di partire per non abbandonare le decine di migliaia di bambini che aveva in cura. «Cosa farebbero senza di me tutti questi bambini? Chi si occuperebbe di loro?», rispondeva via email e WhatsApp a tutti coloro che da inizio gennaio, quando i bombardamenti dei caccia russi e i famigerati «barili bomba» lanciati indiscriminatamente dagli elicotteri del regime di Damasco hanno intensificato lo scempio dei quartieri civili, lo invitavano a mettersi in salvo.

Ma è parlando soprattutto con i suoi colleghi siriani che si coglie la forza di questo medico e il significato del suo sacrificio tra le macerie del suo ospedale, ucciso mercoledì notte dall’ennesima bomba vigliacca contro le strutture sanitarie nazionali tra le migliaia, che sin dall’inizio della guerra civile repressa nel sangue, hanno imbarbarito il conflitto. «Mohammed è caduto da eroe. Non è propaganda. Non è retorica. Affatto. Il mio amico Mohammed è morto per aiutare gli altri. Noi gli avevamo detto che era giunto il momento di partire. Da sempre la soldataglia di Assad e gli agenti al suo servizio attaccano medici, infermieri, farmacisti. Tanti medici hanno lasciato Aleppo. Qualcuno opera ancora in cliniche e ricoveri di fortuna nei villaggi, nelle campagne del nord, stretti tra le zone curde, Isis e l’avanzata dei filo-regime. La maggioranza è emigrata in Turchia, o addirittura in Europa. Ne sono rimasti una cinquantina ancora attivi in otto ospedali nelle zone libere a occuparsi dei circa 300.000 civili. Tra loro almeno 150.000 tra infanti, bambini e ragazzi giovani. A loro pensava lui. Soprattutto a loro. Per questo motivo rifiutava persino di trattare il tema della sua eventuale partenza. Era fuori discussione», dice per telefono Ahmed Leila, il medico legato al fronte delle milizie ribelli che dalla Turchia si occupa di coordinare gli aiuti sanitari con Nazioni Unite, Croce Rossa e organizzazioni umanitarie internazionali.

Sono amici da tanti anni Ahmed e Mohammed, sin da quando studiavano medicina all’università di Aleppo. «Me lo ricordo agli esami. Un ottimo studente. La sua famiglia è molto nota nella nostra città. Sono tre fratelli, tutti e tre medici affermati e tutti ancora attivi sotto le bombe. Bakri, 39 anni è chirurgo. Hussam, 35 anni, è oculista e dirige uno degli ospedali ancora funzionanti. Mohammed però sapeva bene di essere l’unico pediatra rimasto. Per lui era come una missione. Anche per questo aveva scelto di rinviare il matrimonio. Gli altri due fratelli hanno mandato mogli e figli in Turchia. Lui scherzava, da single diceva che poteva rischiare di più. Ma adesso con la nuova fidanzata prendeva maggiori precauzioni. O almeno provava. Vivere ad Aleppo è una continua sfida con il destino. Eravamo in contatto quotidiano. Negli ultimi scambi due giorni fa abbiamo parlato via web sulle questioni dell’amministrazione sanitaria locale, si devono eleggere i nostri rappresentanti alla municipalità della zona libera».

Tra i temi discussi anche quelli delle necessità sanitarie e le riserve di medicinali. I rappresentanti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ultimamente si erano attivati per far confluire aiuti approfittando della tregua limitata iniziata a fine gennaio. E pare che gli ospedali di Aleppo avessero ricevuto importanti quantitativi di medicinali. «Da questo punto di vista lui era abbastanza soddisfatto. Gli ospedali si erano organizzati a riempire i magazzini nella prospettiva della ripresa dei combattimenti e il peggioramento dell’assedio, come in effetti ora sta avvenendo», aggiunge il dottor Ahmad. Ma il problema grave resta il degenerare complessivo della situazione a causa della guerra. «Mohammed non credeva che la tregua avrebbe tenuto. E continuava a dirmi che in particolare i bambini piccoli soffrono per la mancanza di pulizia, le carenze d’acqua potabile, i cibi avariati. Chiedeva disinfettanti, agenti filtranti. È morto temendo che la situazione potesse peggiorare».

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Fonte:

KURDISTAN: AGGIORNAMENTI AL 4° GIORNO DALL’INIZIO DELL’ATTACCO TURCO

Articoli tratti da http://www.uikionlus.com/
Sirrin e’ Liberato !

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Dopo 27 giorni di combattimenti, YPG/YPJ/Burkan Al Firat hanno liberato l’importante e strategica città di ‪#‎Sarrin‬ a sud di Kobane. Segnalati ancora scontri a fuoco. Purtroppo s …

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l Comando generale delle YPG ha rilasciato una dichiarazione che denuncia l’attacco da parte dell’esercito turco contro le postazioni della Unità di difesa del popolo (YPG) e dell’ …

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Il Partito democratico delle regioni (BDP) ha inviato una comunicazione ai consigli dei giovani e delle donne,ai co-presidenti dei distretti e delle città,agli amministratori local …

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3° giorno di operazioni dello Stato Turco

3° giorno di operazioni delle forze speciali Turche nella guerra lanciata da Erdogan contro i Curdi ed il PKK: gli arresti salgono a 618 persone, di cui 518 sono Curdi e militanti …

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La co-presidenza del Consiglio Esecutivo del KCK in una dichiarazione scritta prende posizione sugli attacchi aerei dell’esercito turco: “Alla fine del 2012 è iniziata di fatto una …

Erdogan all’attacco, In casa e fuori

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July 26, 2015

6 anni fa Piombo Fuso

6 anni fa, il 27 dicembre 2008, iniziò l’operazione militare israeliana su Gaza denominata Piombo Fuso. L’attivista italiano dell’ISM Vittorio Arrigoni, che si trovava a Gaza, ha raccontato l’orrore di quei giorni sulle pagine del quotidiano il manifesto e nel suo blog http://guerrillaradio.iobloggo.com/ Questo racconto è diventato poi anche un libro, Gaza. Restiamo umani e, dopo l’omicidio di Vik un film.
Dopo la morte di Vittorio la madre Egidia Beretta e la sorella Alessandra hanno cercato di riportare in vita il blog Guerrilla Radio. Non riuscendoci qualche giorno fa hanno lasciato un invito a rileggere gli articoli di Vik che parlano dei territori occupati della Palestina. In occasione di questa tristissima ricorrenza riporto il suo primo articolo su Piombo Fuso perchè le parole e la testimonianza di Vittorio sono sempre vive.

Di Vittorio Arrigoni da http://guerrillaradio.iobloggo.com/:

Buon natale e felice anno nuovo a Gaza da Israele
27/12/2008
Un messaggio cordiale di fine anno a tg1 tg2 rete 4 canale 5 italia uno, Claudio Pagliara su tutti,
ma anche il tg3:
ANDATE A FARE IN CULO.
 
Siamo sotto le bombe a Gaza,
e molte sono cadute a poche centinaia di metri da casa mia.
 
E amici miei,
ci sono rimasti sotto.
 
Siamo a 160 morti sinora,
una strage senza precedenti.
 
Terroristi?
Hanno spianato il porto , dinnanzi a casa mia
e raso al suolo le centrali di polizia.
 
Mi riferiscono che i media italiani tutti in toto danno per buono il comunicato militare israeliano di base terroristiche bombardate.
Cazzate.
Li ho conosciuto, questi ragazzi,
li ho salutati tutti i giorni recandomi al porto per pescare coi pescatori palestinesi, o la sera per recarmi nei caffè del centro.
Diversi li conoscevo per nome. Un nome, una storia, una famiglia.
 
Sono giovani, diciotto ventanni,
per lo più che se ne fottono di Fatah e Hamas,
che si sono arruolati nella polizia per poter aver assicurato un lavoro in una Gaza che sotto assedio ha l’80 perce tno di popolazione disoccupata.
 
Aprite le orecchie,
colletti bianchi della disinformazione occidentale.
Queste divise ammazzate oggi (senza contare le decine di civile che si trovavano a passare per caso, molti bambini stavano tornando a casa da scuola)
sono i nostri poliziotti di quartiere.
Se ne stavano tutti i giorni dell’anno a presidiare la stessa piazza,
la stessa strada,
li ho presi in giro solo ieri notte per come erano imbaccuccati per riparsi dal freddo,
dinnanzi a casa mia.
 
Non hanno mai sparato un colpo verso Israele,
ne mai lo avrebbero fatto, non è nella loro mansione.
Si occupano della sicurezza interna,
e qui al porto siamo ben distanti dai confini israeliani.
 
Ho una videocamera con me ma sono un pessimo cameraman,
perchè non riesco a riprendere i corpi maciullati e i volti in lacrime.
Non ce la faccio.
Non riesco perchè sto piangendo anche io.
 
Ambulanze e sirene in ogni dove,
in cielo continuano a sfrecciaree i caccia israeliani con il loro carico di terrore e morte.
Devo  correre,
all’ospedale AL Shifa necessitano di sangue.
 
non sono umani,
credo che non lo siano mai stai.
 
V.
Fonte:

 

 

 

GAZA, LUGLIO 2014: UMANITA’ DOVE SEI? – PARTE QUARTA

Oggi dovrebbe essere un giorno di festa per i palestinesi, per la fine del Ramadan, ma molti non potranno festeggiare perchè sono morti sotto le bombe o perchè hanno perso tutto. Mentre si continua a blaterare di tregue – continuando però a bombardare – e di terrorismo, la popolazione gazawi è in ginocchio fra martiri, sfollati e feriti.
Ma l’orrore sionista sembra non avere fine, prepara progetti a lungo termine con i suoi complici criminali tra cui anche l’Italia: non basta che il nostro paese venda armi a Israele, no, ospiterà anche  le sue esercitazioni in terra di Sardegna. Storia, ahime, non nuova.
In tutto ciò oggi l’umanità è nei volti dei bambini palestinesi in fila per i regali dell’Eid a Gaza City, bimbi che nonostante tutto ci provano ancora a essere bambini. E nei volontari che oggi hanno fatto visita ai pazienti gazawi nell’ospedale di Nablus, testimoni che ci ricordano che la Palestina è una, dal fiume al mare.

 

D. Q.

Qui un articolo sulle esercitazioni dei caccia isreeliani previsti per settembre in Sardegna:
http://bdsitalia.org/index.php/altre-campagne/bds-armamenti/1387-sardegna-esercizi

Cosa purtroppo già fatta in passato. Leggi anche qui: http://baruda.net/2010/12/10/italia-israele-esercitazioni-militari-congiunte-tra-sardegna-e-neghev/

Qui l’articolo di Samantha Comizzoli sulla visita di oggi all’ospedale di Nablus:

lunedì 28 luglio 2014

GAZA ALL’OSPEDALE DI NABLUS

E’ il primo giorno di Eid, ma siamo in Palestina e oggi molti, moltissimi qui non festeggeranno l’Eid. E’ un giorno per gli “shalid”, i martiri, tantissimi che ci sono stati a Gaza e in West Bank ad opera di israele. Oggi, quindi, abbiamo iniziato la giornata andando al Nuovo ospedale Al Nahia di Nablus, internazionali e palestinesi per far visita ad alcune vittime di Gaza che sono qui.
Gli amici palestinesi che hanno organizzato la visita hanno una t-shirt con scritto “all for Gaza”.
Iniziamo da due donne Gazawi, una ha un cancro ed è qui per essere operata, l’altra è vittima dei bombardamenti. Seguono altri pazienti Gazawi che sono qui per essere operati di cancro. Attendevano da mesi, ed ora, ora che sono ricoverati, mentre sono qui la loro casa è stata distrutta o hanno perso dei famigliari.
Ma all’ospedale di Nablus c’è anche un bambino vittima dei bombardamenti israeliani a Gaza. Ha 12 anni ed è attualmente in coma. E’ stato operato ieri. La bomba gli ha portato via parte del colon e dello stomaco perchè l’esplosione ha colpito all’altezza del bacino. Il medico che l’ha operato non aveva una faccia speranzosa, purtroppo; ha detto “anche se riesce a risvegliarsi, che vita potrà avere senza colon e stomaco?”

Ringrazio gli shebab di Nablus per aver organizzato questa visita. Troverete un report dettagliato con i nomi dei pazienti (in inglese) sul sito www.solidaritymovementsfp.wordpress.com

 

Fonte:

 

http://samanthacomizzoli.blogspot.it/2014/07/gaza-allospedale-di-nablus.html

Qui gli utlimi aggiornamenti da Nena News:

 

28 lug 2014
by Redazione

Le Nazioni Unite si uniscono all’appello di Obama per un cessate il fuoco senza condizioni. Netanyahu vuole il disarmo di Hamas, ma il movimento islamico rifiuta. Diverse ore di calma nella Striscia.

Mideast Israel Palestinians

 

AGGIORNAMENTI:

ORE 16.15 – RECUPERATI 12 CORPI FINORA A GAZA, 7 MEMBRI DELLA FAMIGLIA AL-KADIH A KHAN YOUNIS E 5 ALTRI AD AL-KHUZAA

ORE 15.45 – ABBAS A CAPO DI DELEGAZIONE PALESTINESE AL CAIRO CON HAMAS E JIHAD ISLAMICA. ISRAELE PIÙ LONTANA DAL CESSATE IL FUOCO E DAGLI USA

Abu Mazen guiderà una delegazione composta da membri di Hamas e della Jihad islamica al Cairo per i colloqui sulla proposta egiziana di cessate il fuoco. Lo ha detto un funzionario palestinese, che ha aggiunto che “l’obiettivo è quello di esaminare con i dirigenti egiziani per soddisfare le richieste palestinesi e mettere fine all’aggressione israeliana”.

E mentre il segretario generale dell’Onu dichiara che “entrambe le parti hanno espresso “serio interesse per un ulteriore cessate il fuoco di 24 ore”, da Israele arrivano segnali discordanti. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha detto che “la dichiarazione del Consiglio di sicurezza dell’Onu su Gaza “non guarda ai bisogni di Israele”, mentre secondo Isaac Herzog, leader dell’opposizione israeliana, “Israele ha il diritto di rispondere e decidere quando fermare il fuoco e quando agire per neutralizzare le fonti di fuoco.

Herzog ha anche parlato del raffreddamento delle relazioni tra Israele e Stati Uniti negli nell’ultima settimana: “ Le posizioni conflittuali di Israele e Stati Uniti, resi pubblici negli ultimi due giorni, rivelano un malfunzionamento prolungato dei legami tra il governo Netanyahu e l’amministrazione Obama, una disfunzione che danneggia gli interessi di Israele. E’ bene che il pubblico capisca che stiamo entrando nella fase successiva, la fase diplomatica in cui lasciamo la mischia e in cui il nostro credito è limitato”.

ORE 14.30 – ESTRATTI 7 CORPI DALLE MACERIE AD AL-KHUZAA. RAID ISRAELIANI DIFFUSI SU TUTTA LA STRISCIA

ORE 13.45 – SCONTRI A FUOCO TRA MILIZIANI DI HAMAS ED ESERCITO ISRAELIANO A KHAN YOUNIS. DIVERSI RAZZI SPARATI VERSO IL SUD DI ISRAELE

ORE 12.15 – UN BAMBINO UCCISO NEI RAID ISRAELIANI, DIVERSI ALTRI FERITI. ABBAS:”UNICA PROPOSTA VERA E’ QUELLA EGIZIANA”

Al-Jazeera riferisce che un bambino è stato ucciso poco fa in un raid in un raid israeliano a Jabaliya, mentre diversi altri sarebbero rimasti feriti.

Il presidente dell’Anp Abu Mazen, in viaggio in Arabia Saudita, ha detto di non aver partecipato al meeting di sabato a Parigi perché l’Egitto, la cui proposta per una tregua resta “l’unica sul tavolo”, non è stato invitato. “La proposta egiziana – ha dichiarato Abbas – accoglie tutte le richieste dei palestinesi e il suo rifiuto ha portato solo a un’escalation della violenza a Gaza”. Israele ha agito “mostruosamente e in violazione di tutte le leggi internazionali”. Stando a quanto dichiarato dal presidente dell’Anp i sauditi, che hanno accettato di donare 500 milioni di dollari per Gaza, finanzierebbero anche il team Onu incaricato di investigare sui crimini di guerra nella Striscia.

Intanto i parlamentari israeliani del Likud e di Casa Ebraica hanno emesso un avviso contro la richiesta del presidente americano Barack Obama di un cessate il fuoco immediato.

ORE 11.30 – BAMBINI PALESTINESI SFOLLATI IN FILA PER I REGALI DELL’EID A GAZA CITY (foto di Michele Giorgio)

foto (1)

 

 

foto

 

ORE 11.20 – BRIGATE AL-QASSAM ANNUNCIANO UCCISIONE DI DUE SOLDATI ISRAELIANI A EST DI JABALIYA

Le brigate al-Qassam annunciano l’uccisione di due soldati israeliani e il ferimento di altri due durante i violenti scontri in corso con le truppe israeliane che cercano di penetrare a est di Jabaliya.

ore 11 – 91 SOLDATI ISRAELIANI UCCISI SECONDO HAMAS, PER L’ESERCITO SONO 43

Oggi in un comunicato, le Brigate Al Qassam, braccio armato di Hamas, hanno dichiarato di aver ucciso 91 ufficiali e soldati israeliani durante scontri nella Striscia di Gaza. Secondo il governo e l’esercito israeliano, i militari morti sono invece 43.

ore 10.50 – BOMBARDAMENTI ISRAELIANI SUL CAMPO PROFUGHI DI AL-NUSEIRAT

ore 10.30 – HAMAS: “L’EGITTO PRESENTERA’ UNA NUOVA BOZZA DI TREGUA”

Il leader di Hamas in Egitto, Moussa Abu Marzouk, ha detto che l’Egitto presenterà una nuova bozza di tregua o modificherà la precedente – che prevedeva il cessate il fuoco senza alcuna condizione – seguendo le richieste di Hamas e delle altre fazioni palestinesi, che chiedono l’allentamento dell’assedio della Striscia-

ore 10 – MINISTERO DELLA SALUTE DI GAZA: I MORTI AD OGGI SONO 1.032, NON 1.062

ore 9.20- ALTRE DUE VITTIME PALESTINESI. IL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL’ONU CHIEDE IL CESSATE IL FUOCO IMMEDIATO

Un uomo di 65 anni è stato ucciso in un raid dell’esercito israeliano  nella parte orientale della Striscia di Gaza, mentre un altro palestinese è morto stanotte per le ferite riportate in un attacco dei giorni scorsi. L’esercito ha dichiarato di aver colpito la Striscia in risposta al lancio di un razzo che stamattina è caduto nella zona di Ashkelon.

Il Consiglio di sicurezza dell’Onu, al termine di una riunione d’emergenza, ha chiesto il cessate il fuoco immediato basato sulla piena implementazione della risoluzione 1860 del 2009, emessa durante l’operazione “Piombo Fuso” del 2008-2009. Il Consiglio ha inoltre sottolineato il bisogno di aiuti umanitari nella Striscia e quello di maggiori sovvenzioni all’UNRWA.

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Diretta di ieri, domenica 27 luglio

della redazione

Gaza, 28 luglio 2014, Nena News  – I muezzin di Gaza recitando la professione di fede hanno annunciato questa mattina la fine del mese di Ramadan e l’inizio della ricorrenza islamica del Fitr. Tre giorni di festa, specie per i bambini, che tanti qui a Gaza non potranno vivere. Troppi i lutti (oltre mille), 6mila feriti, le distruzioni di migliaia di case, le sofferenze. Sono oltre 180 mila gli sfollati ammassati in scuole ed edifici abbandonati o ancora in costruzione.  Molte di queste persone non hanno più una casa e sono destinate ad un futuro di estremo disagio.

Allo stesso tempo cresce di nuovo la speranza di un cessate il fuoco permanente che metta fine alla devastante offensiva militare israeliana contro Gaza cominciata l’8 luglio. I Paesi membri del Consiglio di Sicurezza dell’Onu hanno approvato una risoluzione per una tregua umanitaria incondizionata. Lo stesso ha chiesto Barack Obama durante una conversazione telefonica con il primo ministro israeliano Netanyahu. Il presidente americano ha anche precisato che qualsiasi accordo per Gaza dovrà passare obbligatoriamente per il disarmo delle milizie palestinesi, una delle richieste principali di Israele che, secondo il governo Netanyahu, non era contemplata nella proposta di cessate il fuoco del segretatio di stato John Kerry, respinta dallo Stato ebraico la scorsa settimana.

Nella telefonata, Obama  ha rimarcato  l’importanza di garantire una sicurezza duratura a Israele, che passa attraverso la “smilitarizzazione di Gaza” e il “disarmo dei gruppi terroristici”. Ha tuttavia anche sottolineato “la necessità di stabilire un cessate il fuoco umanitario immediato, senza
condizioni per arrivare a una cessazione definitiva delle ostilità”, che permetta ai palestinesi della Striscia  di condurre una vita normale e di avviare prospettive di sviluppo  a lungo termine per Gaza.

E’ difficile credere che Hamas possa accettare il disarmo di Gaza senza aver prima ottenuto un radicale cambiamento della condizione di Gaza e dei suoi abitanti, tale da poter affermare di aver raggiunto gli obiettivi dichiarati all’inizio del conflitto.

Da alcune ore regna una calma relativa a Gaza e nei centri abitati israeliani vicini al territorio palestinese. Dalla mezzanotte non sono stati lanciati altri razzi verso Israele e l’aviazione dello Stato ebraico ieri sera ha cessato i suoi raid. In precedenza le sue parti avevano continuato a colpirsi e i bombardamenti israeliani avevano fatto alcune vittime, tra le quali una donna della piccola comunità cristiana palestinese. Nena News

Fonte:

GAZA, LUGLIO 2014: UMANITA’ DOVE SEI? – PARTE PRIMA

Se le “democrazie” di tutto il mondo – compreso lo stato italiano – forniscono a Israele armi di distruzione di massa; se i media mainstream gridano allo scandalo di centinaia di razzi lanciati – che per fortuna non hanno fatto vittime ( e spero non ne faranno) – e chiamano terroristi i palestinesi, di cui la maggior parte donne e bambini, ammazzati come mosche; se i coloni israeliani si godono lo spettacolo dei bombardamenti seduti come a un cinema all’aperto e applaudendo a ogni esplosione; se Israele continua a fare vittime innocenti, dov’è l’umanità? Negli oltre cento martiri palestinesi di questi giorni.

D. Q.

 

Qui la foto che ritrae i coloni di Sderot mentre vanno al “cinema”:

“[…] gli abitanti di Sderot, nel sud di Israele, ieri notte hanno portato le loro sedie in cima alla collina che sovrasta la Striscia di Gaza per godersi lo spettacolo “cinematografico” dei bombardamenti: secondo il giornalista Allan Sorensen, che ha postato la foto su Twitter, gli spettatori applaudivano a al suono di ogni esplosione.”

sderot cinema

Fonte: Nena News

 

Qui un articolo de il manifesto sulle armi fornite a Israele:

Ecco il contributo dell’Italia ai raid dell’aviazione di Tel Aviv

— Manlio Dinucci,

Armi. La cooperazione sancita da una legge del 2005. Coinvolte le forze armate all’interno di un vincolo di segretezza

I cac­cia­bom­bar­dieri che mar­tel­lano Gaza sono F-16 e F-15 for­niti dagli Usa a Israele (oltre 300, più altri aerei ed eli­cot­teri da guerra), insieme a migliaia di mis­sili e bombe a guida satel­li­tare e laser.

Come docu­menta il Ser­vi­zio di ricerca del Con­gresso Usa (11 aprile 2014), Washing­ton si è impe­gnato a for­nire a Israele, nel 2009–2018, un aiuto mili­tare di 30 miliardi di dol­lari, cui l’amministrazione Obama ha aggiunto nel 2014 oltre mezzo miliardo per lo svi­luppo di sistemi anti-razzi e anti-missili. Israele dispone a Washing­ton di una sorta di cassa con­ti­nua per l’acquisto di armi sta­tu­ni­tensi, tra cui sono pre­vi­sti 19 F-35 del costo di 2,7 miliardi. Può inol­tre usare, in caso di neces­sità, le potenti armi stoc­cate nel «Depo­sito Usa di emer­genza in Israele». Al con­fronto, l’armamento pale­sti­nese equi­vale a quello di chi, inqua­drato da un tira­tore scelto nel mirino tele­sco­pico di un fucile di pre­ci­sione, cerca di difen­dersi lan­cian­do­gli il razzo di un fuoco artificiale.

Un con­si­stente aiuto mili­tare a Israele viene anche dalle mag­giori potenze euro­pee. La Ger­ma­nia gli ha for­nito 5 sot­to­ma­rini Dol­phin (di cui due rega­lati) e tra poco ne con­se­gnerà un sesto. I sot­to­ma­rini sono stati modi­fi­cati per lan­ciare mis­sili da cro­ciera nucleari a lungo rag­gio, i Popeye Turbo deri­vati da quelli Usa, che pos­sono col­pire un obiet­tivo a 1500 km. L’Italia sta for­nendo a Israele i primi dei 30 veli­voli M-346 da adde­stra­mento avan­zato, costruiti da Ale­nia Aer­mac­chi (Fin­mec­ca­nica), che pos­sono essere usati anche come cac­cia per l’attacco al suolo in ope­ra­zioni bel­li­che reali.

La for­ni­tura dei cac­cia M-346 costi­tui­sce solo una pic­cola parte della coo­pe­ra­zione mili­tare italo-israeliana, isti­tu­zio­na­liz­zata dalla Legge n. 94 del 17 mag­gio 2005. Essa coin­volge le forze armate e l’industria mili­tare del nostro paese in atti­vità di cui nes­suno (nep­pure in par­la­mento) viene messo a cono­scenza. La legge sta­bi­li­sce infatti che tali atti­vità sono «sog­gette all’accordo sulla sicu­rezza» e quindi segrete. Poi­ché Israele pos­siede armi nucleari, alte tec­no­lo­gie ita­liane pos­sono essere segre­ta­mente uti­liz­zate per poten­ziare le capa­cità di attacco dei vet­tori nucleari israe­liani. Pos­sono essere anche usate per ren­dere ancora più letali le armi «con­ven­zio­nali» usate dalla forze armate israe­liane con­tro i palestinesi.

La coo­pe­ra­zione mili­tare italo-israeliana si è inten­si­fi­cata quando il 2 dicem­bre 2008, tre set­ti­mane prima dell’operazione israe­liana «Piombo fuso» a Gaza, la Nato ha rati­fi­cato il «Pro­gramma di coo­pe­ra­zione indi­vi­duale» con Israele. Esso com­prende: scam­bio di infor­ma­zioni tra i ser­vizi di intel­li­gence, con­nes­sione di Israele al sistema elet­tro­nico Nato, coo­pe­ra­zione nel set­tore degli arma­menti, aumento delle eser­ci­ta­zioni mili­tari con­giunte.
In tale qua­dro rien­tra la «Blue Flag», la più grande eser­ci­ta­zione di guerra aerea mai svol­tasi in Israele, cui hanno par­te­ci­pato nel novem­bre 2013 Stati uniti, Ita­lia e Gre­cia. La «Blue Flag» è ser­vita a inte­grare nella Nato le forze aeree israe­liane, che ave­vano prima effet­tuato eser­ci­ta­zioni con­giunte solo con sin­goli paesi dell’Alleanza, come quelle a Deci­mo­mannu con l’aeronautica ita­liana. Le forze aeree israe­liane, sot­to­li­nea il gene­rale Ami­kam Nor­kin, stanno spe­ri­men­tando nuove pro­ce­dure per poten­ziare la pro­pria capa­cità, «accre­scendo di dieci volte il numero di obiet­tivi che ven­gono indi­vi­duati e distrutti». Ciò che sta facendo in que­sto momento a Gaza, gra­zie anche al con­tri­buto italiano.

Fonte:

http://ilmanifesto.info/ecco-il-contributo-dellitalia-ai-raid-dellaviazione-di-tel-aviv/

 

Qui gli ultimi aggiornamenti da Nena News:

11 lug 2014
by Redazione

Israele intima a 100mila gazawi residenti a Beit Lahiya e Beit Hanoun di lasciare le proprie case. Abbas fa lo stesso appello: “Negoziati falliti”. Obama si offre come mediatore

 

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Giorno 3 – giovedì 1o luglio

Giorno 2 – mercoledì 9 luglio

Giorno 1 – martedì 8 luglio

 

dalla redazione

AGGIORNAMENTO ore 18 – ONU: “L’ATTACCO ISRAELIANO POTREBBE VIOLARE IL DIRITTO INTERNAZIONALE”

Secondo l’ufficio per i diritti umani delle Nazioni Unite, l’operazione israeliana in corso contro Gaza solleva dubbi sul rispetto del diritto internazionale, il diritto internazionale umanitario e quello di guerra. La portavoce, Ravina Shamdasani, ha detto che l’ufficio ha ricevuto rapporti su “numerose vittime civili, compresi bambini, dovuti al bombardamento di case. Tali rapporti sollevano dubbi sul rispetto da parte israeliana del diritto internazionale”. La Shamdasani ha aggiunto che gli attacchi alle case sono una violazione del diritto di guerra a meno che non siano usate per fini militari, ma che “in caso di dubbio, se l’edificio è normalmente utilizzato per fini civili, come abitazione, non può essere considerato un target legittimo”.

 

AGGIORNAMENTO ore 17.30 – COLPITA LA MOSCHEA DI ZEITOUN

La moschea del quartiere di Zeitoun è stata colpita dall’aviazione israeliana dopo la preghiera del venerdì. Almeno sette i feriti.

 

AGGIORNAMENTO ore 15.15 – HAMAS MINACCIA: “COLPIREMO L’AEROPORTO DI TEL AVIV”

Le Brigate Al Qassam, braccio armato di Hamas, hanno emesso un comunicato diretto alle compagnie aeree internazionali, nel quale avvertono dell’intenzione di colpire con i missili l’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv, perché sede della base aerea militare n. 27.  ”Decliniamo ogni responsabilità legale e etica per danni ai vostri passeggeri o ai vostri aerei da e per il suddetto aeroporto”, si legge nel comunicato. Secondo l’Autorità israeliana per gli aeroporti, le attività dello scalo sono state sospese per 10 minuti dopo l’allarme lanciato da una sirena di emergenza, ma tutti i voli programmati sono partiti e arrivati senza problemi.

AGGIORNAMENTO ORE 14.10: LE REAZIONI INTERNAZIONALI

OIC: L’organizzazione per la Cooperazione islamica ha condannato i continui raid israeliani su Gaza e ha esortato il  Consiglio di Sicurezza dell’Onu a impegnarsi per il cessate-il-fuoco.

TURCHIA: Il primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan avverte Tel Aviv: “Fermate l’oppressione, altrimenti la distensione dei rapporti tra Turchia e Israele non sarà possibile”.

Le relazioni tra i due Paesi erano precipitate ai minimi storici nel 2010, in seguito al blitz delle forze speciali israeliane sula Mavi Marmara, una delle navi della Freedom Flotilla che tentava in maniera pacifica di rompere il blocco su Gaza. Nell’assalto, avvenuto in acque internazionali, erano stati uccisi nove attivisti turchi. L’azione aveva provocato l’espulsione l’ambasciatore israeliano, la richiesta di scuse formali, di un risarcimento per le vittime e della fine dell’embargo sulla Striscia.

Lo crisi diplomatica tra i due Paesi, trasformatasi in uno stallo delle relazioni, è durata oltre un anno e la svolta, che dovrebbe portare a una normalizzazione, è arrivata con l’intervento del presidente Usa, Barack Obama.

Ieri Erdogan, candidato per le presidenziali di agosto, ha detto che sebbene le prime due condizioni – scuse e risarcimento – siano state soddisfatte, l’operazione militare contro Gaza mostra che Israele non ha intenzione di soddisfare la terza condizione posta da Ankara, cioè la fine dell’embargo. Condizione che comunque Tel Aviv non sembrava affatto intenzionata a soddisfare.  Nena News

 

AGGIORNAMENTO ORE 13.15: L’Egitto ha chiuso il valico di Rafah dopo appena un giorno di apertura durante il quale sono riuscite a passare soltanto 11 persone. Nei raid israeliani sono stati feriti 600 palestinesi e il Cairo aveva aperto il valico ieri per consentire ai feriti gravi di curarsi in Egitto.

 

AGGIORNAMENTO ORE 13.00: LE REAZIONI INTERNAZIONALI

EGITTO: Oggi il Cairo ha stigmatizzato l’attacco israeliano a Gaza, parlando di “oppressive politiche di punizione collettiva” con un impiego “eccessivo e non necessario della forza militare” che sta provocando la “morte di innocenti”.

Una critica che arriva dopo il rifiuto egiziano di mediare una cessate-il-fuoco tra Tel Aviv e Hamas, che aveva fatto sperare in una fine delle violenze. L’intervento egiziano era stato richiesto da Abbas che ieri ha dovuto arrendersi di fronte al diniego del Cairo.

Il ministero egiziano degli Esteri ha rivolto un appello alla cosiddetta comunità internazionale per il raggiungimento di quella tregua che però il Cairo non ha voluto mediare, come accaduto nel 2012 per la precedente campagna militare contro Gaza denominata ‘Pilastri di difesa’.

Da allora la situazione in Egitto è molto cambiata. Il golpe del 3 luglio dell’anno scorso ha portato al potere il generale Abdel Fattah al-Sisi, nemicoga giurato dei Fratelli Musulmani legati ad Hamas. Soltanto ieri l’Egitto ha aperto il valico di Rafah, l’unica via di fuga oltre a Erez controllato dagli israeliani, per consentire il passaggio dei feriti più gravi. Nena News

 

AGGIORNAMENTO ORE 12.00: Sono 11 le vittime della quarta notte consecutiva di raid israeliani sulla Striscia di Gaza, tra cui cinque membri della famiglia Ghannam la cui casa, a Rafah, è stata rasa al suolo. L’offensiva denominata ‘Barriera Protettiva’ sinora ha fatto cento morti tra i palestinesi intrappolati in questo piccolo lembo di terra e circa la metà sono donne e bambini. È la più grande operazione militare israeliana contro Hamas a Gaza dal 2012: sono stati colpiti 1.090 obiettivi, mentre i razzi lanciati dalla Striscia sarebbero 407 e altri 118 sono stati intercettati dal sistema di difesa israeliano Iron Dome, secondo quanto riferito dalle Forze armate israeliane.

Nonostante le dichiarazioni di Tel Aviv che parla di attacchi mirati, nel mirino dell’aviazione israeliana non ci sono soltanto basi di Hamas e della Jihad islamica, o gli edifici pubblici, ma le case di decine di famiglie di gazawi. Oltre 300 abitazioni private sono state distrutte o danneggiate e circa duemila persone sono rimaste senza casa.

Durante la notte la marina israeliana ha puntato i suoi cannoni sul porto di Gaza City, colpendo anche l’Arca di Gaza, l’imbarcazione già bruciata lo scorso aprile che avrebbero dovuto compiere un viaggio simbolico nel Mediterraneo per rompere l’embargo israeliano.

 

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L’allerta è alta per il timore di un’offensiva di terra. Israele ha schierato i suoi carri armati al confine, ha richiamato almeno 40.000 riservisti  e ieri ha bombardato il versante palestinese del valico di Erez. Sami Abu Zuhri, portavoce di Hamas, ha accusato di codardia gli israeliani, dicendo che un’offensiva di terra sarebbe un errore. In una dichiarazione separata, il braccio armato del movimento islamico che governa Gaza dal 2007, le Brigate al-Qassam, ha di fatto minacciato di rapire soldati israeliani: “Un’offensiva via terra sarebbe un’opportunità per i prigionieri palestinesi”.

TERRITORI OCCUPATI

C’è rabbia nei Territori Occupati per la sorte dei palestinesi di Gaza. Ieri sera Betlemme una marcia di solidarietà è finita in scontri con i soldati israeliani: almeno nove i feriti tra i palestinesi, tra cui un ragazzo colpito da un proiettile al piede. Intanto, nel secondo venerdì di Ramadan, le autorità israeliane hanno limitato l’accesso alla moschea di al-Aqsa. Nena News

 

AGGIORNAMENTO ORE 9.30: Un razzo sparato dalla Striscia di Gaza ha colpito una stazione di rifornimento nei pressi di Ashdod, stamattina, 28 chilometri dal nord di Gaza, provocando un’esplosione in cui sono rimaste ferite tre persone, di cui una in maniera grave, secondo quanto riferito da fonti israeliane.

Nella Striscia, invece, il bilancio delle vittime continua ad aumentare. Secondo il portavoce del Servizio di emergenza di Gaza, Ashraf al-Qudra, sono circa 95 i gazawi uccisi da quando è iniziata l’operazione ‘Barriera Protettiva’ quattro giorni fa.

AGGIORNAMENTO ORE 9.00: Due razzi sono stati lanciati dal Libano, dall’area di Hasbaya, alle 6.30 di stamattina e sono caduti nei pressi dell’insediamento di Kfar Yuval, senza provocare danni, secondo quanto riferito dalle Forze armate israeliane che hanno risposto con l’artiglieria.

 

Gerusalemme, 11 luglio 2014, Nena News – L’offensiva via terra si avvicina. La tragedia che soffoca Gaza potrebbe intensificarsi ancora di più: con una serie di sms il governo di Tel Aviv ha intimato a 100mila gazawi residenti nel nord della Striscia, a Beit Lahiya, Beit Hanoun e Abasan al-Saghira, di lasciare le proprie case. Il presidente dell’ANP Abbas – dopo aver annunciato il fallimento di ogni tentativo di dialogo anche attraverso la mediazione parziale dell’Egitto – ha fatto appello alla popolazione perché se ne vada nel timore di una carneficina.

Israele ha richiamato 20.000 riservisti e stanotte è entrata in azione la marina israeliana che ha lanciato almeno due missili verso il porto di Gaza City. In fiamme anche Arca di Gaza della FreedomFlotilla.

gazaark

 

Novanta palestinesi sono morti nei raid. Ogni tentativo diplomatico è fallito. Ieri, durante una riunione di emergenza del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, il Segretario Generale Ban Ki-moon ha lanciato un appello al cessate-il-fuoco, mentre il presidente Usa, Barack Obama ha parlato con il premier Netanyahu offrendosi come mediatore per un cessate-il-fuoco con Hamas. Negli ultimi giorni sono stati lanciati circa 550 razzi dalla Striscia di Gaza, mentre i raid israeliani sono stati oltre 800.

Fonte:

86 LE VITTIME PALESTINESI MENTRE ISRAELE PRENDE IN CONSEGNA NUOVE ARMI DALL’ITALIA

Siamo al terzo dall’inizio dell’ennesimo attacco israeliano, l’operazione “Bordo protettivo”. Il numero delle vittime palestinesi sale vertiginosamente tanto che mi è bastato avere qualche impegno e una serata con la mia connessione Internet in sciopero per scoprire con orrore il numero evelatissimo di vittime che cresce di ora in ora. Secondo Nena News quest’attacco pare più grave di quello del novembre 2012: “A differenza della precedente operazione, “Colonna di Difesa” del novembre 2012, questa volta la violenza dell’offensiva è molto maggiore, soprattutto per i target scelti dall’aviazione. Se due anni fa furono bombardati per lo più edifici governativi e stazioni di polizia, simboli del potere di Hamas, stavolta Tel Aviv colpisce le case, i palazzi, le residenze dei civili, perché considerate rifugio di militanti di Hamas.” Come se non bastasse apprendo, con altrettanto orrore, la notizia che Israele sta prendendo in consegna nuove armi dal nostro paese. Sì, l’Italia sta consegnando e altri ne consegnerà entro il 2016 a Israele gli M-346 contro cui Bds Italia ha manifestato alla fine dello scorso mese: http://www.bdsitalia.org/index.php/altre-campagne/bds-armamenti/1315-venegono-2014

Qui l’articolo di Antonio Mazzeo su queste armi:

mercoledì 9 luglio 2014

Caccia made in Italy per i raid israeliani a Gaza

Mentre nella striscia di Gaza è in atto l’operazione militare “Bordo protettivo”, la più devastante degli ultimi due anni, la testata giornalistica Heyl Ha’Avir annuncia che nelle prossime ore due caccia addestratori avanzati M-346 “Master” di produzione italiana saranno consegnati alle forze armate israeliane. Si tratta dei primi velivoli prodotti dagli stabilimenti di Venegono Superiore (Varese) di Alenia Aermacchi, gruppo Finmeccanica, ordinati da Israele nel febbraio 2012. Gli M-346 giungeranno nella base di Hatzerim, nei pressi di Beersheba, deserto del Negev, dove – secondo le autorità militari – saranno impiegati per la formazione di piloti e operatori di sistemi. I “Master” saranno denominati “Lavi” (leone in ebraico), come il progetto per un sofisticato caccia di produzione nazionale, cancellato nel 1987 per i suoi insostenibili costi finanziari. “I Lavi consentiranno uno sviluppo qualitativo e quantitativo nell’addestramento dei futuri piloti”, ha dichiarato il generale Shmuel Zucker, capo delle acquisizioni di armamenti del ministero della difesa d’Israele. Alenia Aermacchi conta di concludere la consegna dei restanti 28 esemplari entro il 2016.

 

Il governo israeliano ha deciso di assegnare i caccia M-346 alle Tigri volanti del 102° squadrone dell’Aeronautica militare per addestrare i piloti alla guida dei cacciabombardieri di nuova generazione come “Eurofighter”, “Gripen”, Rafale, F-22 ed F-35, ma potranno essere utilizzati anche per attacchi al suolo con bombe e missili aria-terra o antinave. I velivoli di Alenia Aermacchi prenderanno il posto degli obsoleti TA-4 Skyhawk di produzione statunitense, alcuni dei quali furono utilizzati nei bombardamenti di Gaza nel 2010.

 

Il primo addestratore M-346 è stato presentato il 20 marzo scorso nel corso di una cerimonia tenutasi presso lo stabilimento Alenia Aermacchi di Venegono Superiore, alla presenza di alti ufficiali del Ministero della Difesa e dell’aeronautica militare israeliana e dei partner industriali stranieri. Alla produzione dei caccia (la cui copertura finanziaria è assicurata dal gruppo UniCredit) concorrono infatti importanti aziende internazionali. Northrop Grumman Italia fornisce il sistema per la misura di assetto e direzione “LISA 200”, basato su giroscopi a fibre ottiche realizzati nello stabilimento di Pomezia; Elbit Systems, grande azienda israeliana specializzata nella realizzazione di tecnologie avanzate, sviluppa il nuovo software caricato sugli addestratori per consentire ai piloti di esercitarsi alla guerra elettronica, alla caccia alle installazioni radar e all’uso di sistemi d’arma all’avanguardia. In vista del nuovo “Lavi”, Elbit Systems ha costituito con IAI – Israel Aircraft Industries il consorzio denominato “TOR”, ottenendo dal governo israeliano finanziamenti per 603 milioni di dollari. Il consorzio ha già comunicato di aver completato nella base di Hatzerim la costruzione del centro di addestramento a terra destinato ad accogliere i simulatori di volo. Parte del supporto logistico e le attività di manutenzione e riparazione degli M-346 saranno garantite in loco da personale di Alenia Aermacchi, grazie ad un contratto di 140 milioni di euro sottoscritto lo scorso anno con le imprese israeliane. Altra azienda impegnata nella produzione di componenti per l’M-346 è Honeywell Aerospace Europe, con sede a Raunheim (Francoforte) ma controllata interamente dalla statunitense Honeywell International, Inc..
I bombardamenti israeliani nella Striscia di Gaza hanno preso il via martedì 8 luglio e secondo fonti palestinesi avrebbero già causato la morte di 28 civili e più di un centinaio di feriti. Il governo di Tel Aviv ha ammesso di aver compiuto 160 attacchi aerei, “colpendo 120 postazioni e rifugi di militanti di Hamas o luoghi da dove venivano lanciati razzi contro Israele”. Intanto non è escluso che nelle prossime ore venga scatenata un’offensiva via terra. Un imponente dispiegamento di militari è stato registrato alle frontiere con Gaza e il governo ha autorizzato l’esercito ad attivare 40.000 riservisti. “Se avremo la necessità d’intervenire con un’operazione terrestre, noi lo faremo”, ha dichiarato in un’intervista televisiva il ministro dell’interno Yitzhak Aharonovitch. “Quest’opzione esiste e le istruzioni del premier Netanyahu sono di prepararsi ad una profonda, lunga, continua e forte campagna a Gaza. Noi non ci fermeremo sino a quando non si arresterà il lancio di razzi contro Israele”.
Fonte:
Qui gli ultima aggiornamenti da Nena News:

10 lug 2014
by Redazione

Oltre 300 raid dell’aviazione in una sola notte: estrema la violenza israeliana che stavolta ha come target case e residenze civili. La popolazione resta chiusa in casa. A breve riunione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu

 

Smoke and fire from an Israeli bomb rises into the air ove Gaza City

 

AGGIORNAMENTO ORE 17: ALTRE DUE VITTIME PALESTINESI. SONO ORA 86

Il bilancio delle vittime palestinesi dall’inizio dell’operazione “Bordo protettivo” sale a 86.

Non c’è l’ha fatto Ahmad Zaher Hamdan. E’ morto poco fa per le ferite riportate stamane dopo che un razzo israeliano aveva centrato la macchina in cui si trovava. Un morto e due feriti anche nel quartiere al-Zaytoun a Gaza. L’esercito israeliano fa dietro front e dichiara di non aver assassinato il capo del sistema missilistico Ahmad Siyam.

Il portavoce del Ministero degli Interni di Gaza ha comunicato che sono usciti sei autobus da Rafah. Le autorità palestinesi della Striscia chiedono però agli egiziani un’apertura completa del valico. Nel frattempo il Ministero degli Esteri egiziano ha pubblicato un comunicato in cui chiede ad Israele di cessare i suoi attacchi su Gaza.

Il Presidente dell’Autorità nazionale Palestinese, Abu Mazen, ha discusso di quanto sta accadendo nella Striscia con il Premier turco Erdogan. Secondo una fonte interna palestinese, il Presidente sarebbe in contatto con molti governi, tra cui anche la stessa dirigenza di Hamas, per chiedere l’immediata fine dei combattimenti.

In una nota ufficiale Hamas sostiene che il Segretario di Stato statunitense, John Kerry, è complice dell’uccisione di bambini palestinesi perché sta coprendo le violenze compiute da Israele nella Striscia.

Poco fa sono suonate le sirene a Gerusalemme (dove due razzi sono stati intercettati dal sistema Iron Dome), Ma’ale Adumim, Beit Shemesh e Ashdod. Due missili sono caduti in territorio aperto

– See more at: http://nena-news.it/diretta-gaza-al-terzo-giorno-di-offensiva-netanyahu-attacco-intensificato/#sthash.SDtkJPfK.dpuf

 

AGGIORNAMENTO ORE 15:55  84 MORTI SECONDO LA TV AL-MAYADEEN

Secondo il giornale israeliano Ha’Aretz da stamattina sono stati sparati 84 razzi palestinesi verso Israele. Il sistema “Iron Dome” ha intercettato 12 missili palestinesi. Un portavoce dell’esercito israeliano ha affermato che nella giornata di oggi sono stati colpiti finora 60 “target terroristici”.

Secondo il portale israeliano Walla dall’inizio dell’operazione sono stati 600 gli obiettivi bombardati da Tel Aviv. Tra questi: uffici e case dei militanti di Hamas, tunnel, lancia razzi nascosti, infrastrutture, basi militari e depositi di armi. Ora, secondo il canale 2 della televisione israeliana, l’obiettivo dello stato ebraico è quello di colpire le istituzioni governative di Hamas a Gaza.

Secondo la rete al-Mayadeen è salito il numero dei morti palestinesi a 84. Tra le vittime non dovrebbe esserci il capo del sistema missilistico di Hamas, Ayman Siyam, la cui uccisione è stata negata dalle Brigate al-Qassam. Raid aerei ad al-Barij, al quartiere al-Zaytoun e al campo profughi di Nuseirat.

Fermato sulla strada 5 in Cisgiordania un palestinese accusato di voler compiere un attentato in Israele. Secondo la stampa locale, l’uomo, dopo un primo interrogatorio, avrebbe confermato la sua intenzione di colpire lo stato ebraico.

Continuano a suonare le sirene nelle cittadine israeliane in prossimità della Striscia.

Dal punto di vista politico, il canale 2 israeliano sostiene che l’Egitto starebbe facendo pressioni per giungere ad un cessate il fuoco. La notizia – precisa l’emittente israeliana – non è al momento verificabile. Fonti egiziane hanno invece rivelato ad HaAretz che il Cairo aveva provato a stemperare le tensioni tra Tel Aviv e Hamas prima dell’inizio della guerra, ma che i suoi tentativi erano ben presto falliti.

Stasera, intanto, il Consiglio di Sicurezza dell’Onu discuterà del conflitto in corso a Gaza. Tel Aviv e Washington proveranno a fare pressioni affinché l’azione dell’esercito israeliano non venga condannata.

 

AGGIORNAMENTO ORE 14.30 – NETANYAHU: “CESSATE IL FUOCO FUORI DISCUSSIONE”. UCCISO AYMAN SIEM, CAPO DEL SISTEMA MISSILISTICO DI HAMAS

Incontrando i membri della Commissione Esteri e della Sicurezza della Knesset, il Premier israeliano Netanyahu ha detto che “un cessate il fuoco con Hamas è fuori discussione”. Durante l’ incontro, durato poco più di un’ora, il Primo Ministro ha detto di aver incassato il sostegno dei leader stranieri. “Il Presidente francese Hollande – ha detto Netanyahu – mi ha dato ragione e ha perfino pubblicato una nota di condanna ai missili [palestinesi, ndr].

Secondo quanto riportato dal quotidiano israeliano Ha’Aretz, il capo della Commissione Esteri e Sicurezza, il parlamentare Z’eev Elkin, ha proposto di compiere azioni molto dure a Gaza, tra cui staccare l’acqua e la corrente. Il Premier gli avrebbe risposto che “i consiglieri giudiziari non lo permettono”. Netanyahu ha affermato che Israele aumenterà i bombardamenti sulla Striscia ma ha aggiunto che lo stato ebraico non può fare quello che altri stati al mondo fanno in periodo di guerra. “Non possiamo agire come hanno fatto i russi in Cecenia” ha detto.

Intanto l’esercito israeliano ha comunicato di aver assassinato poco fa Ayman Siem, capo del sistema missilistico di Hamas. Siem è il più importante uomo del movimento islamico a essere stato ucciso dall’inizio dell’operazione “Bordo Protettivo”.

AGGIORNAMENTO ore 12:45 ALTRE 3 VITTIME PALESTINESI. SALE A 81 IL BILANCIO DEI MORTI. YA’ALON: “CONTINUEREMO AD ATTACCARE IN MODO SISTEMATICO. HAMAS HA SUBITO DANNI MOLTO PESANTI”

Un macchina in cui viaggiavano tre persone è stata colpita dall’Aviazione israeliana. Tre i palestinesi uccisi. La notizia è stata confermata dal Ministero della Salute di Gaza. Identificate le vittime: Mohammed Wulud, Hazem Ba’lush, Ala’a ‘Abd al-Nabi. Sale così a 81 il bilancio dei palestinesi morti dall’inizio dell’Operazione “Bordo Protettivo”: 22 sono i bambini, 15 le donne e 12 le persone anziane. I feriti sono 537. Le case distrutte sono 105.

Intanto al nord della Striscia l’esercito israeliano chiama per telefono i palestinesi intimandoli a lasciare le case. Continuano senza sosta gli attacchi aerei israeliani: bombardata la zona di al-Shaja’yya nella parte orientale di Gaza. L’UNRWA ha annunciato poco fa lo stato di emergenza nella Striscia di Gaza

Sirene sono suonate poco fa in Israele a Sha’ar HaNeghev e Sdot HaNeghev, nella regione del Gush Dan (la zona centrale di Israele dove è anche Tel Aviv), Ramle, a Lidda, Gadera e nelle cittadine confinanti la Striscia di Gaza. Lancio di sette razzi nella zona di Ashkelon. Secondo il canale 10 israeliano molti turisti stranieri stanno annullando le loro prenotazioni negli alberghi soprattutto a Tel Aviv.

Commentando lo stato delle operazioni, il Ministro della Difesa israeliano, Moshe Ya’alon, ha detto poco fa: “I successi compiuti dall’esercito sono molto significativi. Continueremo ad attaccare Hamas e le organizzazioni terroristiche in modo sistematico. Colpiremo loro e le loro proprietà in modo molto duro. Andremo avanti finché non capiranno che l’escalation militare non conviene e che non tolleriamo il lancio di razzi verso i nostri centri e i nostri cittadini. Hamas ha subito danni molto pesanti e ne subirà ancora nei prossimi giorni finché non tornerà il silenzio nelle cittadine del sud [d’Israele, ndr]”.

AGGIORNAMENTO ore 11.15 – 78 VITTIME E 537 FERITI. DISTRUTTA LA SEDE DEL MINISTERO DEGLI INTERNI

Sale ancora il bilancio delle vittime: 78 morti e 537 feriti. Secondo l’agenzia Al Mayadeen, ieri notte le navi della Marina israeliana si sono avvicinate alla costa e hanno sparato contro il porto; alcuni soldati avrebbero tentato di scendere ma sarebbero stati fermati dal fuoco sparato dai miliziani di Hamas. Stamattina è stata distrutta dalle bombe israeliane la sede del Ministero degli Interni di Gaza.

Mancano i medicinali negli ospedali della Striscia, con il 20% dei feriti in condizioni molto gravi. Il valico di Rafah sarebbe aperto solo per i gazawi con cittadinanza egiziana e feriti in modo grave.

 

Si cercano i dispersi nella casa della famiglia Al Haj, distrutta da un missile israeliano a Khan Younis (Foto: Michele Giorgio/Nena News)

Si cercano i dispersi nella casa della famiglia Al Haj, distrutta da un missile israeliano a Khan Younis (Foto: Michele Giorgio/Nena News)

 

AGGIORNAMENTO ore 11 – DISTRUTTO IL VALICO DI EREZ. MEMBRO DI HAMAS: “CESSATE IL FUOCO IN CAMBIO DEI PRIGIONIERI”

Secondo il quotidiano israeliano Haaretz, un bombardamento israeliano avrebbe distrutto questa mattina il lato palestinese del valico di Erez, unico passaggio tra territorio israeliano e la Striscia.

Il media israeliano Times of Israel riporta l’intervista con un leader di Hamas rimasto anonimo secondo il quale il movimento islamista è pronto a interrompere il lancio di missili e al cessate il fuoco in cambio del rilascio dei 56 prigionieri palestinesi rilasciati durante l’accordo Shalit e riarrestati negli ultimi mesi.

 

AGGIORNAMENTO ore 10.30 – IL VIDEO DELL’ATTACCO ALLA CASA DELLA FAMIGLIA KAWARE A BEIT HANOUN

 

 http://www.youtube.com/watch?v=fsIskQtEPhU

AGGIORNAMENTO ore 10.30 – L’EGITTO APRE RAFAH AI FERITI

Le autorità egiziane hanno aperto questa mattina il valico di Rafah con Gaza per permettere l’evacuazione dei feriti. Gli ospedali nel nord del Sinai sono pronti ad accogliere i pazienti palestinesi.

 

AGGIORNAMENTO ore 10 – SALE A 76 IL BILANCIO DELLE VITTIME PALESTINESI

Sale a 76 il bilancio delle vittime palestinesi. Tra loro un bambino di 5 anni, Ramadan Abu Gazal, ferito a Beit Lahiya ieri e deceduto oggi per le ferite riportate.

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Giorno 2 – Mercoledì 9 luglio

Giorno 1 – Martedì 8 luglio

dalla redazione

Gaza City, 10 luglio 2014, Nena News – Una notte di inferno per la popolazione gazawi: 322 rai aerei in poche ore, che portano a oltre 700 i bombardamenti da parte israeliana. Il terzo giorno di offensiva israeliana, l’operazione “Barriera protettiva”, si apre con 14 vittime, uccise tra il centro e il sud della Striscia. Tra loro, dicono fonti mediche, sette donne e quattro bambini. Il primo bombardamento ha colpito un coffee shop a Khan Younis: sei uomini uccisi e almeno 15 feriti. Il secondo ha centrato la casa di Raed Shalat, nel campo profughi di Nuseirat, uccidendolo. Altri due raid hanno avuto come target due case a Khan Younis: sette vittime, di cui 4 donne e 3 bambini.

A differenza della precedente operazione, “Colonna di Difesa” del novembre 2012, questa volta la violenza dell’offensiva è molto maggiore, soprattutto per i target scelti dall’aviazione. Se due anni fa furono bombardati per lo più edifici governativi e stazioni di polizia, simboli del potere di Hamas, stavolta Tel Aviv colpisce le case, i palazzi, le residenze dei civili, perché considerate rifugio di militanti di Hamas. Oltre 50 le case rase al suolo, un dramma nel dramma.

Dalla Striscia nella notte sono continuati a partire i missili lanciati dai gruppi armati palestinesi soprattutto verso il sud del territorio israeliano. Secondo fonti dell’esercito israeliano ieri il sistema difensivo Iron Dome avrebbe intercettato almeno 230 missili.

Si muove – con lentezza – la comunità internazionale. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si incontrerà oggi per un meeting d’urgenza sulla crisi di Gaza. Gli inviati dei Paesi arabi sperano in una risoluzione vera e propria, ma è probabile che il Palazzo di Vetro si limiti ad emettere un comunicato. Il rappresentante palestinese, Riyad Mansour, ha accusato il Consiglio di immobilismo “mentre la punizione collettiva e l’aggressione stanno colpendo Gaza”. L’ambasciatore israeliano, Ron Prosor, accusa invece Hamas di “aver cominciato e di non aver lasciato altra scelta” a Tel Aviv, il cui esercito “usa target precisi per evitare di uccidere civili”.

Fa un passo indietro anche l’Egitto che nel 2012 fece da mediatore per il cessate il fuoco tra Israele e Hamas. Ieri, il presidente al-Sisi ha parlato al telefono con il presidente dell’ANP, Abbas, che aveva chiesto al Cairo di intervenire per mettere fine alle violenze. Al-Sisi – acerrimo avversario dei Fratelli Musulmani e quindi del suo braccio palestinese, Hamas – ha risposto che muoverà i propri contatti, ma non farà da mediatore.

Gaza trema. Il timore di un’ulteriore escalation è forte: nessuno esce di casa perché i bombardamenti sono ravvicinati, senza pause, diretti a target di ogni tipo in tutta la Striscia. La popolazione non sa, stavolta, cosa attendersi a causa dell’estrema violenza dell’attacco. In Cisgiordania continuano le manifestazioni di solidarietà, ma a muoversi sono più che altro i campi profughi, durante la notte teatro di scontri tra esercito israeliano e giovani palestinesi. Nena News

Palestinians inspect the remains of a car which police said was hit in an Israeli air strike in Gaza City

La macchina della stampa colpita il 9 luglio da un drone israeliano. Morto l’autista Hamdi Hishab. (Reuters / Ashraf Amrah)

 

Fonte:

http://nena-news.it/diretta-gaza-al-terzo-giorno-di-offensiva-netanyahu-attacco-intensificato/