Gender: che succede nelle scuole con il nuovo anno scolastico

Gender: che succede nelle scuole con il nuovo anno scolasticoRiparte l’anno scolastico: i bambini si preparano, i libri sono già stati acquistati, le merendine sono già pronte.

Ma quest’anno, più dei precedenti, per molte famiglie italiane è del tutto particolare: perchè nelle teste di molte mamme pronte a mandare il loro figlio a scuola c’è una nuova pericolosissima preoccupazione che aleggia.

Non stiamo parlando di maestre poco capaci o di baby-spacciatori, o ancora di quella direttrice scolastica che si impunta a non far riparare i bagni o dell’inefficiente sistema di trasporto scolastico del proprio Comune. No: in molte parti d’Italia, dal Veneto alla Sicilia, si sta diffondendo una preoccupazione del tutto nuova: il GENDER.

Vediamo quindi cosa sta succedendo nelle scuole italiane e nelle famiglie che si apprestano a consegnare per molte ore della loro giornata i loro figli al mondo dell’istruzione italiana.

Tutto nasce con la nuova legge voluta dal premier Matteo Renzi sulla “Buona scuola” e cioè l’attesissima riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione.

All’articolo 16 il testo recita: “16. Il piano triennale dell’offerta formativa assicura l’attuazione dei principi di pari opportunità promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l’educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni, al fine di informare e di sensibilizzare gli studenti, i docenti e i genitori sulle tematiche indicate dall’articolo 5, comma 2, del decreto-legge 14 agosto 2013, n. 93” (violenza sulle donne).

Come potete leggere anche voi, l’articolo della legge è assolutamente innocuo: parla di pari opportunità, di educazione alla parità tra i sessi (niente più maschietti bulli nelle aule, ladri delle merendine delle ragazze indifese!), contro la violenza di genere per l’appunto.

Ma è la parola “discriminazioni” che sta dando manforte agli ultrà cattolici per urlare contro quella che, in altri paesi europei, sarebbe sicuramente considerata una norma debole, poco chiara e quindi poco efficace per orientare l’istruzione su principi assolutamente condivisi e condivisibili come quelli della non discriminazione verso donne e soggetti più deboli, giovani lgbt compresi.

Nel blando articolo, non si parla infatti né di educazione sessuale (purtroppo, aggiungiamo noi), né esplicitamente di formare il personale della scuola per accogliere i bambini di famiglie omogenitoriali, né di prevenire il bullismo nei confronti degli adolescenti lgbt, che, si sa, sono più spesso oggetto delle attenzioni poco simpatiche dei loro coetanei.

E così, da Trento ad Agrigento, si sta diffondendo il panico tra le mamme italiane. Complici una manciata di attivissime associazioni di ultrà cattolici, che stampano volantini, organizzano iniziative con presunti esponenti “anti-gender”, si mobilitano via whatsapp diffondendo il panico alle altre mamme. Per dare una idea di quanto questa vera e propria psicosi collettiva si stia diffondendo in Italia, basti vedere le ricerche della parola “gender” negli ultimi tre anni sul principale motore di ricerca di Internet, Google.

Il grafico, infatti, mostra chiaramente quanto sia solo dal giugno 2015 – mese in cui è entrato nel vivo il ddl sulla Buona Scuola – che venga cercata su Google la parola “gender”, che invece prima veniva completamente ignorata.

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Educazione sessuale esplicita, che annulla ogni differenza tra uomo e donna, che invita alla masturbazione, spiega come avviene la penetrazione sessuale e illustra come organizzare rapporti sessuali a sei: questo il terrorismo che sta dilagando nelle scuole e preoccupa molte mamme italiane.

Non credete ancora che tutto ciò sia possibile? Date un’occhiata a questo link.

E’ di stamani una esclusiva de L’Espresso che riporta una allucinante telefonata che sta impazzando sui whatsapp delle mamme di Brindisi. Questo audiomessaggio sta infatti girando in queste ore nei gruppi classe di alcune madri con i propri figli iscritti alle elementrari della provincia di Brindisi. Una voce preoccupata mette in guardia i genitori: «Andate a firmare al vostro Comune contro la legge gender».

Annunci catastrofici di lezioni improntate alle masturbazione, penetrazione, matrimoni tra gay. Tutto somministrato ai bambini dell’asilo e delle elementari.

Una clamorosa controffensiva contro la Buona scuola che ha introdotto la prevenzione contro la violenza di genere e le discriminazioni. Così con tono colloquiale si chiede di bloccare ogni passo verso la modernità: «Noi possiamo fermare tutto questo, un vero guaio, con una petizione. Non possiamo nemmeno dire “Io mio figlio non lo mando più a scuola” perché c’è l’arresto. Già dall’asilo parlano ai bambini di sesso, di gay, dei trans come se fosse tutto normale. A settembre quando porteremo i bambini a scuola ci daranno un foglio: non firmatelo. Mandate questo messaggio a più persone possibile. A me l’ha detto il mio pastore già l’anno scorso e pensavo fosse una cosa così.. E invece no.. Sta andando veramente avanti. Un bacio a tutti e una santa giornata».

Il tutto è partito un po’ in sordina nel giugno scorso. Noi ne avevamo dato notizia con questo articolo : era una vera e propria campagna di terrorismo psicologico diretta tutta alle famiglie con bambini in età scolare, quella attuata nelle ultime settimane da chi, celandosi dietro profili personali e senza che la cosa abbia carattere di ufficialità, puntava intanto a riempire la piazza del Family Day del 20 giugno.

Nei messaggi che circolavano in quei giorni via Facebook e Whatsapp, si faceva riferimento ad una legge che stava per essere approvata per entrare in vigore da settembre prossimo e che avrebbe obbligato le scuole ad attivare “corsi gender” nei quali insegnare ai bambini di quattro anni la masturbazione e i rapporti sessuali a sei. Nulla di vero, insomma, come abbiamo visto.

Ad agosto arriva la notizia che alcuni cittadini stiano mobilitandosi per raccogliere le firme per un referendum abrogativo del famigerato e pericolosissimo articolo 16 del ddl sulla Buona Scuola.

Ma è il 4 settembre che la battaglia prende una svolta. Fa infatti il giro d’Italia la notizia che il Sindaco di Prevalle, in provincia di Brescia, ha utilizzato il cartellone luminoso destinato alle comunicazioni pubbliche del comune per mandare un messaggio tanto chiaro quanto terroristico alle famiglie: “L’Amministrazione Comunale è contraria all’ideologia gender”. L’idea del primo cittadini di Prevalle è così buona… che viene subito ripresa da altri Sindaci.

Qualche giorno fa una notizia tristissima che arriva da Trento e che la dice lunga sul livello di preparazione culturale di queste persone.

Ricordate la terribile storia di Leelah Alcorn, la ragazza diciassettenne dell’Ohio, negli Stati Uniti, che si tolse la vita perché i genitori non accettavano il fatto che lei, nata nel corpo di un uomo, si sentisse donna e la sottoposero a terapie riparative? Rose Morelli è una fotografa britannica e le dedicò una bella foto. Subito rubata dagli intelligenti ragazzi di “Fratelli d’Italia” di Trento per dimostrare quali pericoli stanno per distruggere la scuola italiana. Ennesima gaffe, ma che la dice lunga sul terrorismo.

Una delle ultime notizie arriva dalla civilissima Toscana. Ad Arezzo da giugno c’è una nuova amministrazione di centro-destra, in cui esponenti ultrà cattolici siedono in Giunta Comunale. E così prima viene dato il patrocinio ad uno dei tanti convegni terroristici sul gender organizzati in giro per l’Italia da un avvocato che sulle persone lgbt ne ha dette di cotte e di crude, Gianfranco Amato, poi viene decisa l’uscita del Comune di Arezzo da READY , la rete delle Amministrazioni Pubbliche contro le Discriminazioni per Orientamento Sessuale e Identità di Genere il cui obiettivo era «stabilire un confronto con le Associazioni Lgbt locali, favorire l’emersione dei bisogni della popolazione Lgbt e operare affinché questi siano presi in considerazione anche nella pianificazione strategica degli enti».

E non basta che Davide Faraone, sottosegretario all’Istruzione, dica chiaro e tondo su Facebook che la ‘teoria gender’ non esista, che la campagna lanciata da alcune associazioni e frange più retrive della chiesa contro l’inesistente “teoria gender” sia “terrorismo psicologico ed infine annunci un documento ufficiale del MIUR che spieghi l’intento del contestato articolo della riforma della scuola, ovvero educare al rispetto delle differenze e combattere le forme di discriminazione e di violenza di genere.

Non basta, perchè come la pagina di Facebook “Il Gender” ci ha simpaticamente spiegato , il gender cambierà a breve il sesso di tutti i bambini italiani… non solo dei testimonial dell’ovetto Kinder.

Fonte: Gay.it

 

Tratto da http://www.mariomieli.net/gender-che-succede-nelle-scuole-con-il-nuovo-anno-scolastico.html

Apri la mente… apri il cuore – 17 maggio – giornata internazionale contro l’omofobia. Evento a Oppido Mamertina

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  • dalle ore 12.45 alle ore 23.00
  • Piazza Concesso Barca – Oppido Mamertina
PROGRAMMA
ore 12.45 – Piazza Concesso Barca – Oppido Mamertina – volantinaggio a cura dei Pagliacci Clandestini
ore 16.45 – Cinema di Oppido – presentazione della giornata e momento di riflessione
ore 17.30 – proiezione del film “Come non detto”
ore 20.00 – cena in piazza Concesso Barca
ore 22.00 – CONCERTO LIVE – Bucarelli Band – Trio acustico – Impro-viso + Jam session
Saranno allestiti stand informativi delle associazioni che hanno aderito alla giornata.Ringraziamo sin da ora tutte le organizzazioni che hanno dato adesione alla giornata e gli artisti che si esibiranno.In caso di condizioni meteo avverse tutte le iniziative previste si svolgeranno dentro il Cinema di Oppido.
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Come tutti gli anni ricorre il 17 maggio la giornata internazionale contro l’omofobia, indetta dall’Unione Europea. La giornata rispecchia i principi costitutivi sia dell’Unione Europea sia della Costituzione italiana: il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, l’uguaglianza fra tutti i cittadini e la non discriminazione. Sono le condizioni che consentono alla società di promuovere l’inclusione di tutti e di ciascuno e di battersi contro ogni offesa alle persone.
Arcigay “I Due Mari” di Reggio Calabria e l’Osservatorio provinciale contro i fenomeni di discriminazione omo-transfobica, insieme agli studenti dell’associazione Ricerca Alternativa, hanno inteso quest’anno, dedicare la giornata al tema del bullismo omofobico e al necessario ruolo della scuola nella prevenzione e nel contrasto di fenomeni discriminatori e omofobici oltre che nella diffusione di una cultura della non discriminazione e della non violenza. E’ proprio la circolare 7974 del Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca a ribadire che: “La scuola si cimenta ogni giorno con la costruzione di una comunità inclusiva che riconosce le diversità di ciascuno (..) le scuole favoriscono la costruzione dell’identità sociale e personale da parte dei bambini e dei ragazzi, il che comporta anche la scoperta del proprio orientamento sessuale. Il loro ruolo nell’accompagnare e sostenere queste fasi non sempre facili della crescita risulta decisivo, anche grazie alla capacità di interagire positivamente con le famiglie. Le scuole, nello svolgere tale prezioso lavoro educativo ogni giorno, contrastano ogni forma di discriminazione, compresa l’omofobia. Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca intende supportare il lavoro dei docenti impegnati quotidianamente nella formazione dei propri alunni sulle problematiche relative a tutte le tipologie di discriminazione…”.
A livello territoriale, in virtù di un avviato percorso con un nutrito gruppo di studenti della Piana di Gioia Tauro, celebreremo il 17 maggio ad Oppido Mamertina, con un ricco cartello di iniziative culturali e informative che trasformino la giornata in una giornata di festa, con la proiezione di un film, preceduta e seguita da un momento di riflessione/dibattito e un concerto finale in piazza.
Lanciamo quindi un appello a tutti i soggetti, le associazioni, le organizzazioni, i singoli cittadini, le Istituzioni a condividere lo spirito della giornata e a partecipare attivamente.
Siamo fortemente convinti che sia urgente e necessario un cambiamento sociale, culturale e politico, che non si fermi al 17 maggio, ma che incida sulle coscienze laiche di tutti i Calabresi per rendere effettivo lo strumento della Cultura del Rispetto, unico mezzo perché si realizzi la Dignità di ogni Persona.PROMUOVONO, ADERISCONO, PARTECIPANO
Arcigay “I Due Mari” Reggio Calabria
Osservatorio provinciale contro i fenomeni di discriminazione omo-transfobica
Ricerca AlternativaForum provinciale del Terzo settore
Forum della Piana del Terzo settore
Maestri Di Speranza
Musicanti Di Brema
FLC CGIL
Consigliera di Parità provinciale Daniela De Blasio
Arci Reggio Calabria
Il Frantoio delle Idee
Mammalucco onlus
Centro Studio Danza Gabriella Cutrupi
Pagliacci ClanDestini – Freckles
A RUA – Associazione Socio Culturale
AssociazioneCulturale Snap
Sul Reggiocalabria
Coordinamento 25 novembre
Sportello di ascolto e di sostegno psicologico per la comunità Lgbtqi
Libera Reggio Calabria
…..
….in aggiornamento costante…

Fonte:

‘Distruggono la famiglia’. Bagnasco contro l’educazione alla diversità nelle scuole

Il presidente dei vescovi italiani chiede al governo Renzi di mettere al bando i nuovi libri di testo per le elementari e le medie voluti dai governi Monti e Letta per combattere l’omofobia. Secondo l’arcivescovo di Genova che ignora la laicità dello Stato, così si trasformano le aule in “campi di rieducazione e indottrinamento”

di | 26 marzo 2014

 

‘Distruggono la famiglia’. Bagnasco contro l’educazione alla diversità nelle scuole

 

Allarme, la scuola italiana apre alla “dittatura di genere”. In altri termini alla normalizzazione dell’omosessualità. La “colpa” è di tre volumetti dal titolo ‘Educare alla diversità a scuola‘ destinati alle primarie e secondarie di secondo grado. Il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, durante la prolusione di apertura del Consiglio permanente dei vescovi, poi ripresa da Avvenire, non usa mezzi termini: la scuola pubblica sta diventando un immenso campo di rieducazione perché quei libretti “instillano preconcetti contro la famiglia e la fede religiosa”. Un monito indirizzato forte e chiaro al governo Renzi e al ministro competente.

Di cosa si tratta? I volumi sono stati autorizzati dalla presidenza del Consiglio dei ministri (Dipartimento per le Pari opportunità) all’epoca del governo Monti e dall’allora ministro del Lavoro con delega alle Pari opportunità, Elsa Fornero. Il governo di Enrico Letta ha dato seguito nell’ambito delle nuove strategie nazionali anti omofobia. A curare le pubblicazioni l’Unar, Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali. La realizzazione è dell’istituto Beck.

Le tematiche si sviluppano in cinque schede che trattano le “linee-guida per un insegnamento più accogliente e rispettoso delle differenze” attraverso altrettanti capitoli: le componenti dell’identità sessuale; omofobia: definizione, origini e mantenimento; omofobia interiorizzata: definizione e conseguenze fisiche e psicologiche; bullismo omofobico: come riconoscerlo e intervenire; adolescenza e omosessualità. Si legge che non basta più “essere gay friendly (amichevoli nei confronti di gay e lesbiche), ma è necessario essere gay informed (informati sulle tematiche gay e lesbiche).

Lo scopo è avere un manuale contro il bullismo che si accanisce contro i “diversi” tanto che a pagina 18  c’è un vero e proprio manifesto scolastico contro il bullismo. “Bisogna che l’insegnante riveda la scheda sul bullismo. È importante, inoltre, che l’insegnante sia molto chiaro e deciso nello spiegare ai suoi studenti i seguenti punti: la scuola non tollera questo tipo di comportamenti. Il bullismo è sbagliato. Prendere in giro, minacciare, picchiare qualcuno, farlo sentire escluso, perché è grasso, perché è un “secchione”, perché è diverso da noi, perché pensiamo che sia omosessuale, è sbagliato. Ognuno ha diritto di essere com’è, ognuno ha qualcosa da insegnarci. Quanto più qualcuno è diverso da noi, tanto più ha da insegnarci. Essere bulli non è “figo”, è stupido”.

C’è poi uno spazio con le domande frequenti (faq) dove si risponde in modo schematico ai quesiti sulla sessualità. “I rapporti sessuali omosessuali sono naturali? Sì. Il sesso tra le persone dello stesso sesso è presente in tutta la storia dell’umanità, sin dall’antica Grecia. Inoltre, molti eterosessuali possono avere sporadiche fantasie omosessuali, così come molti omosessuali possono avere sporadiche fantasie eterosessuali. Un pregiudizio diffuso nei paesi di natura fortemente religiosa è che il sesso vada fatto solo per avere bambini. Di conseguenza tutte le altre forme di sesso, non finalizzate alla procreazione, sono da ritenersi sbagliate. Un altro pregiudizio è che con l’omosessualità si estinguerebbe la società. In realtà, come afferma l’Organizzazione mondiale della sanità, la sessualità è un’espressione fondamentale dell’essere umano. L’unica cosa che conta è il rispetto reciproco dei partner.

Potremmo quindi ribaltare la domanda chiedendoci: “I rapporti sessuali eterosessuali sono naturali?”. Qui si arriva al terreno di scontro con la Cei, perché sono questi e altri passaggi che hanno fatto fare un salto sulla sedia al cardinale Bagnasco ; ad esempio quelli che riguardano la televisione e i media “che discriminano le famiglie omosessuali”, invitando i docenti a chiedere agli alunni come mai “in Italia non ritraggono diverse strutture familiari”. Passaggio “delicato”, il tentativo di far immaginare “sentimenti ed emozioni che possono provare persone gay o lesbiche”; e la masturbazione fra ragazzi è presentata “come un gioco”. Bagnasco ha sparato a zero: “Strategia persecutoria contro la famiglia”. Ancora: “Viene da chiederci con amarezza se si vuol fare della scuola dei ‘campi di rieducazione’, di indottrinamento. Ma i genitori hanno ancora il diritto di educare i propri figli oppure sono stati esautorati?”. E conclude: “I genitori non si facciano intimidire…non c’è autorità che tenga”.

 

 

Fonte:

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/03/26/distruggono-la-famiglia-tradizionale-bagnasco-contro-leducazione-alla-diversita-nelle-scuole/927200/