1)Tu sei un performer di boylesque, show di neoburlesque nato in Inghilterra come affiancamento agli spettacoli femminili. Quale idea del maschile traspare da questo tipo di show?
Il boylesque, termine coniato negli anni 90, per differenziare il burlesque “femminile” da quello al maschile, ricalca le finalità caratteristiche di questa arte antichissima.
L’idea di una mascolinità autentica e scevra da ogni connotazione tossica.
La celebrazione della fisicità maschile in tutte le sue sfaccettature mantenendo un profilo entertaining che la rende fruibile in maniera leggera e diretta.
2) Da chi è costituito di solito il pubblico di uno spettacolo di boylesque?
Il pubblico del boylesque è identico a quello del burlesque. Ovviamente non è inusuale trovare spettacoli di boylesque in contesti queer e lgbtq friendly, ma di base il burlesque rimane un’arte per tutti, indifferentemente dal genere e dall’orientamento sessuale
3) Pensi che in futuro questo tipo di show sarà maggiormente conosciuto e apprezzato nel nostro paese?
Bella domanda. Onestamente credo di no: in Italia siamo ancora radicati ad una concezione dell’uomo in chiave patriarcale, nella quale sono insiti concetti e pregiudizi difficili da scardinare.
La sensualità maschile, giocosa o erotica che sia, rimane relegata ad un’idea fallocentrica tipica della mascolinità tossica italiana
4) C’è qualcosa che vorresti aggiungere?
Se siete incuriositi dal burlesque o dal boylesque andate a vedere spettacoli proposti da professionisti del settore. Purtroppo oggi assistiamo ad un proliferare di shows e performers fai da te che danneggiano questa meravigliosa arte.