SALE A 168 IL NUMERO DEI PALESTINESI UCCISI. MIGLIAIA IN FUGA CERCANO RIFUGIO NELLE SCUOLE ONU. OSPEDALI SENZA PIU’ MEDICINE

13 lug 2014

by Redazione

(Foto: Reuters)(Foto: Reuters)

Giorno 5 – Sabato 12 luglio

Giorno 4 – venerdì 11 luglio

Giorno 3 – giovedì 1o luglio

Giorno 2 – mercoledì 9 luglio

Giorno 1 – martedì 8 luglio

 

AGGIORNAMENTO ORE 23.15 – BOMBARDAMENTO SU RAFAH, UCCISO UN BAMBINO. I MORTI SALGONO A 168. UN RAZZO ATTRAVERSA LA FRONTIERA SIRIANA, ISRAELE RISPONDE: “CONSIDERIAMO RESPONSABILE IL REGIME SIRIANO”

AGGIORNAMENTO ORE 22.30 – INTENSI BOMBARDAMENTI SU DEIR AL-BALAH, UN MORTO

Un uomo di 65 anni è stato ucciso durante gli intensi bombardamenti israeliani su Deir el Balah. Raid anche vicino al campo profughi di Nuseirat e a ovest di Khan Younis. Il totale delle vittime palestinesi dall’inizio dell’operazione israeliana è di 167 persone.

AGGIORNAMENTO ORE 19.30 – ABBAS: “L’ONU PROTEGGA LA PALESTINA SECONDO LE CONVENZIONI INTERNAZIONALI”

Il presidente dell’Autorità palestinese invierà una lettera al segretario generale dell’Onu Ban Ki-Moon e al coordinatore speciale delle Nazioni Unite per il processo di pace in Medio Oriente Robert Serry per chiedere che la Palestina venga messa sotto protezione internazionale. Secondo il comunicato diffuso poco fa dall’Organizzazione per la liberazione della Palestina, Abbas si starebbe muovendo in questi giorni per il rispetto delle convenzioni internazionali, di cui è firmatario in quanto stato non-membro dell’Onu dal 2012.

In particolare, Abbas ha esortato la Svizzera, depositaria della quarta Convenzione di Ginevra sulla protezione di civili in tempo di guerra, a chiedere ai firmatari immediate sanzioni nei confronti di Israele che, in quanto potenza occupante, è responsabile della sicurezza dei civili. Il presidente dell’Anp chiede anche una commissione di inchiesta che indaghi sui bombardamenti indiscriminati che sta compiendo l’aviazione israeliana.

AGGIORNAMENTO ore 18.45 – KERRY A NETANYAHU: “SEMPRE DISPONIBILI A TRATTARE LA TREGUA”

Il segretario di Stato Usa Kerry ha telefonato oggi al premier israeliano Netanyahu per rinnovare l’offerta di Washington di fare da mediatore per un cessate il fuoco tra Hamas e Tel Aviv, sottolineando “la preoccupazione americana per l’escalation sul terreno”. Oggi Kerry parlerà anche con i ministri degli Esteri di Francia, Germania e Gran Bretagna riuniti a Vienna per discutere le modalità di intervento.

AGGIORNAMENTO ore 18.30 – MIGLIAIA IN FUGA DALLE BOMBE ISRAELIANE CERCANO RIFUGIO NELLE SCUOLE ONU

Migliaia di palestinesi residenti a Nord di Gaza stanno lasciando in queste ore le loro case cercando rifugio nelle strutture dell’UNRWA dopo aver ricevuto l’avvertimento delle forze militari israeliane. Dagli aerei sono stati lanciati volantini e in alcuni casi i residenti sono stati chiamati al telefono, avvertendo di lasciare le abitazioni entro mezzogiorno “per la propria sicurezza”.

I rifugi di fortuna, soprattutto scuole, non sono pronte ad accogliere almeno 4mila persone in questo momento in fuga: manca tutto e alcune famiglie si sono portate coperte e materassi. La foto è stata scattata da Michele Giorgio questo pomeriggio in una scuola UNRWA.

Gazawi cercano protezione in una scuola UNRWA (Foto: Michele Giorgio)

Gazawi cercano protezione in una scuola UNRWA (Foto: Michele Giorgio)

 

AGGIORNAMENTO ORE 17:30 HAMAS:“IL RUOLO DELL’ANP DEVE ESSERE PIU’ EFFICACE. TREGUA? FINORA NESSUNA PROPOSTA SERIA”

Secondo l’emittente panaraba al-Mayadeen gli israeliani vorrebbero giungere ad un accordo simile a quello siriano per le armi chimiche nell’ambito di una intesa internazionale a guida statunitense. Sempre secondo la tv gli sforzi dell’Autorità Palestinese, Qatar, Egitto e Turchia di giungere ad una tregua stanno incontrando l’opposizione di Tel Aviv che vuole continuare il conflitto.

Intanto Hamas, tramite il suo portavoce Abu Zuhri, ha bacchettato poco fa l’Autorità Palestinese: “il ruolo dell’Anp deve essere più efficace. In pratica governa la Striscia, ma assistiamo ad un vuoto governativo”. Abu Zuhri ha negato l’intenzione del suo movimento di iniziare il conflitto. “Hamas non ha scelto la guerra, l’Occupazione [Israele, ndr] l’ha voluta e deve assumersi le responsabilità. Ora prova a ricompensare la sua missione fallimentare colpendo i civili”. Poi provocatoriamente ha aggiunto:“la maggior parte dei suoi cittadini sono sotto terra, contrariamente a noi che siamo all’aria aperta”. E su un possibile cessate il fuoco ha risposto: “al momento non ci è stata presentata alcuna proposta seria nonostante le tante chiamate ricevute. Quando ciò avverrà, la studieremo. Ma fino ad allora continueremo a rispondere all’aggressione”.

AGGIORNAMENTO ORE 15:45 IL MINISTERO DEGLI INTERNI A GAZA: “L’ORDINE DI EVACUAZIONE  RIENTRA NELLA GUERRA DI NERVI CHE ISRAELE STA COMPIENDO”

Commentando l’ultimatum israeliano di stamattina secondo cui i palestinesi del nord della Striscia devono lasciare le loro case, un portavoce di Hamas ha dichiarato alla televisione del movimento islamico: “gli abitanti di Gaza non devono ascoltare gli ordini [di Israele, ndr] di abbandonare le loro case. Ci devono restare. Questa è una guerra psicologica”. Gli fa eco il Ministero degli Interni a Gaza secondo cui le telefonate e i volantini israeliani rientrano nella “guerra di nervi” che Israele sta compiendo alla luce del “fallimento della politica di occupazione”. In una nota ufficiale, il Ministero rende noto di essere “in contratto con tutte le organizzazioni internazionali e i gruppi in difesa dei diritti umani che sono attivi nella Striscia. Al momento non è stata richiesta una evacuazione dell’area”.

Il Ministero della Salute palestinese annuncia che i palestinesi uccisi dall’inizio dell’Operazione “Bordo protettivo” sono 167 e lancia nuovamente un grido di allarme per la carenza di medicinali e materiale sanitario soprattutto quello necessario per effettuare operazioni.

Nelle ultime ore sono suonate nuovamente le sirene ad Ashkelon, Ashdod e nelle aree confinanti con la Striscia. Poco fa allarme attivo anche nell’area del Gush Dan (al centro d’Israele dove vi è anche Tel Aviv) a Naharia e in Cisgiordania. Non si registrano danni né di feriti. Il sistema “Iron Dome” ha intercettato due razzi ad Ashkelon, uno a Hadera (nord di Tel Aviv) e uno ad Ashdod dove altri due missili sono caduti in territorio aperto. Da stamane sono stati lanciati più di 70 razzi verso lo stato ebraico. A riferirlo è il canale 10 israeliano secondo cui Israele non sarebbe interessata ad una invasione di terra.

Di questa possibilità si discuterà nella riunione del Gabinetto di Sicurezza israeliano che è stato posticipato alle 17:30 ore italiane.

Clima teso anche al confine tra Libano ed Israele. Al momento nei villaggi libanesi meridionali regna la calma dopo che ieri erano stati oggetto di un bombardamento israeliano. L’Unifil pattuglia l’area nel tentativo di evitare una escalation invitando l’esercito libanese e quello israeliano alla moderazione

AGGIORNAMENTO ore 13 – SCONTRI AD AL AQSA: 20 FERITI

Le forze militari israeliane sono entrate stamattina nella Spianata delle Moschee a Gerusalemme e si sono scontrate con giovani palestinesi, dopo la chiusura di Al Aqsa imposta da Tel Aviv ai fedeli musulmani. Le forze israeliane hanno sparato proiettili di gomma, mentre un gruppo di israeliani di destra veniva fatto entrare nella Spianata. Venti i feriti tra i palestinesi, molti alla testa.

Scontri anche nei quartieri di Gerusalemme Est, nella notte di ieri, a Shuafat, al-Tur e Anata. Secondo quanto riportato da Abu al-Hummus, attivista di Issawiya, dieci palestinesi sono stati feriti.

AGGIORNAMENTO ore 11.35 – NETANYAHU: “NON SAPPIAMO QUANDO L’OPERAZIONE FINIRA’”

Il premier Netanyahu è tornato a dire oggi di non sapere “quando l’operazione militare terminerà”. “Smetteremo quando la tranquillità sarà tornata”.

AGGIORNAMENTO ore 11.30 – ONU: “OLTRE 4MILA GAZAWI IN FUGA DA NORD”

Secondo le Nazioni Unite, sarebbero oltre 4mila i palestinesi in fuga dalla zona Nord della Striscia dopo l’avvertimento israeliano di un prossimo bombardamento contro Beit Lahiya.

Palestinesi in fuga da Nord (Foto: AFP)

Palestinesi in fuga da Nord (Foto: AFP)

AGGIORNAMENTO ore 11.15 – EMERGENZA SANITARIA: A GAZA NON CI SONO PIU’ MEDICINE

A Gaza City mancano i medicinali e il più grande ospedale della Striscia, al-Shifa, è ormai quasi privo di medicine e equipaggiamento sanitario. “Abbiamo usato tutte le medicine e avevamo pensato di acquistarne altre da fuori – ha detto Basman al-Ashi, direttore dell’ospedale Al Wafa, target ieri di alcuni missili – Ma poi la guerra è esplosa e abbiamo cominciato a usare le riserve. Se la guerra continua per un’altra settimana o due, non avremo più nulla per curare i nostri pazienti”.

Negli ospedali mancano la metà dei farmaci essenziali, previsti dall’Organizzazione Mondiale della Salute e 470 tipi di materiali sterili e monouso, tra cui aghi, siringhe, cotone, disinfettanti, guanti e molto altro.

AGGIORNAMENTO ore 11.00 – VALICO DI RAFAH APERTO

Le autorità egiziane hanno riaperto oggi il valico di Rafah tra Gaza e Egitto in una sola direzione per permettere l’evacuazione dei feriti gravi.

AGGIORNAMENTO ORE 9.30 – ESERCITO A PALESTINESI DI BEIT LAHIA: LASCIATE CASE STIAMO PER BOMBARDARE 

“Chiunque trascuri le istruzioni dell’esercito metterà la vita di se stesso e della sua famiglia a rischio. Attenzione”. E’ quanto si legge nei volantinilanciati dall’esercito israeliano sulla zona di Beit Lahia, nel nord della Striscia di Gaza, con l’avviso agli abitanti di abbandonare prima di mezzogiorno le case. “L’operazione dell’esercito – e’ scritto – sarà breve”.

dalla redazione

Gerusalemme, 13 luglio 2014, Nena News – Sale a 162 il numero delle vittime gazawi al sesto giorno di offensiva israeliana, “Barriera Protettiva”. Ieri è stato il giorno più sanguinoso con 56 morti; solo nella notte sono morte 21 persone, almeno 35 i feriti: 18 le vittime della famiglia Al Batch solo nel quartiere di Al Tuffah a Gaza City, quando un bombardamento ha colpito una moschea. Secondo Israele il target era Tayseer Batch, capo di polizia. Il violento attacco notturno è giunto dopo l’annuncio di Hamas di colpire Tel Aviv alle 9 di ieri sera, seguito al lancio di alcuni missili.

Ieri notte ci sono però stati i primi scontri diretti tra soldati israeliani e miliziani di Hamas. Durante un raid della marina lungo la costa della Striscia (target, un lanciarazzi di Hamas) c’è stato uno scambio di fuoco tra i due. Secondo il movimento islamista, questo avrebbe impedito ai soldati di entrare in territorio gazawi, ferendone quattro. Si tratterebbe del primo tentativo di ingresso israeliano nella Striscia. L’esercito israeliano non ha rilasciato commenti, si è limitato da riportare il ferimento dei quattro soldati. Le Brigate Al Qassam hanno confermato lo scontro a fuoco.

Vero è che Israele prosegue negli avvertimenti alla popolazione: ancora ieri il governo israeliano ha detto ai civili residenti a nord di lasciare le proprie case per l’imminenza di un’incursione terrestre.

Ieri notte si è mosso anche il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che dopo due giorni di attesa ha emesso all’unanimità una dichiarazione nel quale chiede l’immediato cessate il fuoco tra Israele e Hamas, il rispetto del diritto internazionale, il ritorno al negoziato diretto tra israeliani e palestinesi e ai termini della tregua del novembre 2012. In questo momento i ministri degli Esteri di Francia, Gran Bretagna, Germania e Stati Uniti stanno discutendo sulle modalità di una tregua a Vienna. Nena News

 

 

Fonte:

http://nena-news.it/diretta-gaza-esercito-a-palestinesi-beit-lahia-lasciate-case-bombardiamo/