ATTACCHI IN DUE MANIFESTAZIONI NELLA PROVINCIA DI ALEPPO PER L’ALZATA DELLA BANDIERA DELLA RIVOLUZIONE SIRIANA

Citazione

Per chi dice che non esiste alcuna rivoluzione siriana e che i “ribelli” sono fondamentalisti islamici:
<<I manifestanti sono stati attaccati dalle forze fondamentaliste islamiche in una manifestazione nella campagna occidentale di Aleppo, nella città di Kafr Karmin, perchè portavano la bandiera della rivoluzione siriana, provocando una battuta d’arresto nella dimostrazione.Secondo gli attivisti della città, le persone che hanno attaccato i manifestanti appartenevano al “Islamic Liberation Party”.

Nella città di Dara Aza, i manifestanti hanno alzato la bandiera della rivoluzione con le bandiere bianche dell’unità islamica, e hanno scandito slogan per l’unità delle fazioni di opposizione armata. Al centro della protesta, i manifestanti battenti bandiera della rivoluzione sono stati aggrediti da membri della “Jabhat Fatah al-Sham” (ex Jabhat al-Nusra) e “Ahrar Sham”.>>

Traduzione di Fiore Sarti.

Attacks on two demonstrations in Aleppo Province for raising the flag of the Syrian revolution- 30-12-2016 – الاعتداء على مظاهرتين بريف حلب لرفعهم علم الثورة السورية

15774812_902943259840957_1547932008495555623_oProtesters were attacked by Islamic Fundamentalist forces in a demonstration in the western countryside of Aleppo, in the town of Kafr Karmin for flying the flag of the Syrian revolution, causing a halt in the demonstration.

According to the activists in the town, the persons that attacked the protesters belonged to the “Islamic liberation Party”.

In the town of Dara Aza, protesters flew the flag of the revolution and white flags with the Islamic unity wording,  and chanted slogans for the unity of the armed opposition factions. In the middle of the protest, the demonstrators flying the flag of the revolution were assaulted by members of “Jabhat Fatah al-Sham” (ex Jabhat al-Nusra) and “Ahrar Sham”.

Down with the Assad’s regime

Down with Islamic fundamentalists forces

اعتدى أشخاص على مظاهرتين في ريف حلب الغربي، اليوم الجمعة، كانتا ترفعان علم الثورة السورية، ما تسبب بتوقف المظاهرتين، وفق ما أفاد ناشطون مراسل “سمارت”.

وقال الناشطون، إن أشخاص ييرجح انتمائهم لـ”حزب التحرير” هاجموا مظاهرة في بلدة كفركرمين، واعتدوا على المتظاهرين الذي يحملون علم الثورة السورية، ما أدى لتوقف المظاهرة.

و”حزب التحرير الإسلامي” هو حزب ينادي بإعلان قيام “الخلافة الإسلامية” في سوريا، وهو محظور في العديد من الدول العربية.

أما في دارة عزة، فقال ناشط يدعى “أنس الحلبي”، لـ”سمارت”، إن شخصاً هاجم مظاهرة، انطلقت من الساحة الرئيسية للبلدة كانت ترفع علم الثورة و”راية التوحيد البيضاء”، وتنادي بتوحد الفصائل، حيث قام الشخص بالاعتداء على علم الثورة، تبعه اشتباك بالأيدي بين المتظاهرين ومجموعة من الأشخاص يتبعون لـ”جبهة فتح الشام” (جبهة النصرة سابقاً) و”حركة فجر الشام الإسلامية”، مؤكداً أنه كان هناك عناصر من الفصيلين ضمن صفوف المتظاهرين لكنهم لم يقوموا بأي إساءة، وفق قوله.

Smart News : مصدر

https://smartnews-agency.com/ar/wires/215216/الاعتداء-على-مظاهرتين-بريف-حلب-لرفعهم-علم-الثورة-

SIRIA: AGGIORNAMENTI SU YARMOUK

Nelle ultime 48 ore si sono susseguiti aggiornamenti sulla situazione del campo profughi di Yarmouk in Siria.

Alle 23.59 di giorno 1 nella pagina Palestinians in syrian situation si leggeva:

“Un breve sunto di quanto accaduto oggi a ‪#‎YarmoukCamp‬:

– L’ISIS ha preso d’assalto il campo stamattina in coordinazione con Al Nusra, un ramo di al qaeda nella regione.

– L’ISIS ha preso l’ospedale “Palestine” aprendo scontri con l’Aknaf Beit al-Maqdis (gruppo di combattenti dell’opposizione)

– Gruppi dell’FSA (Libero esercito siriano, disertati dall’esercito del regime siriano, ndt) che erano in aree adiacenti sono arrivati in supporto ad Aknaf Beit al-Maqdis, ma Al Nusra ha ostruito loro il passaggio impegnandoli in scontri in Palestine Square.

– Al-Aknaf è riuscito a riconquistare la maggior parte delle posizioni, come Al-Magharba e le zone vicino alla 15a strada, dopo aspri combattimenti.

– Un numero di componenti di Al-Nusra si è separato dal gruppo e si è unito ad Al-Aknaf.

– I media del regime siriano e dei loro alleati stanno falsamente sostenendo che il campo è caduto totalmente nelle mani dell’ISIS. Questi rapporti non sono corretti.

– Due martiri sono stati uccisi durante i bombardamenti, un altro è stato ucciso da un cecchino, e altri sono rimasti feriti durante gli scontri.

– I civili non sono stati in grado di lasciare le loro case per la maggior parte della giornata e la situazione umanitaria peggiora, la distribuzione alimentare è ferma per i 20.000 residenti assediati.

I palestinesi all’interno di #YarmoukCamp continuano a resistere.”

Fonte:

https://www.facebook.com/palsyrianscrisis/photos/a.310954372327222.70832.309385155817477/812250622197592/?type=1&theater

Ringrazio Fiore Sarti per la traduzione.

Nel frattempo dal Syrian Network for Human Rights giunge notizia sul fatto che le  forze del regime siriano hanno colpito l’ospedale “Palestine” di Yarmouk Camp causando grossi danni.

Fonte:

http://sn4hr.org/blog/2015/04/01/5433/

Nella giornata di ieri la resistenza contro Isis è continuata.

Per maggiorni informazioni e aggiornamenti visitare la pagina Facebook Palestinians in syrian situation:

https://www.facebook.com/palsyrianscrisis?fref=nf

 

 

 

Greta e Vanessa sono libere!

Qualche ora fa è arrivata una notizia che ha riempito di gioia tanti di noi. Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, le due attiviste rapite in Siria cinque mesi fa mentre portavano aiuti umanitari sono state liberate. Fra pochissimo saranno di nuovo in Italia e potranno riabbracciare i loro cari.
Mi sento di dire che stasera più che mai sono vicina a Greta e Vanessa.
Sono con Greta e Vanessa perchè c’è chi lo è da molto più tempo di me.
Sono con Greta e Vanessa perchè il popolo siriano ha diritto a lottare per liberarsi dalla dittatura di Bashar al Assad.

Sono con Greta e Vanessa perchè sono arrivata con i miei tempi alla causa siriana e purtroppo non le conoscevo. Spero di conoscerle quanto prima almeno virtualmente. Comunque conoscevo già alcune delle persone che le amano.

Sono con Greta e Vanessa perchè chi nei giorni passati, con cattiveria gratuita, li ha coperte di insulti inqualificabili, reputandole vicine a terroristi, e chi non è arrivato a tanto ma oggi si lamenta dei 12 milioni di riscatto pagati dagli italiani, farebbe meglio a vergognarsi e poi a informarsi su cosa accade davvero in Siria, e su quanti miliardi vengono spesi per acquistare gli f 35 pagati sempre dagli italiani, giusto per fare un esempio.

Che le stelle di questa notte brillino sui volti sorridenti di queste due ragazze generose. Che il loro coraggio e la loro passione si moltiplichino nei cuori di tanta gente perchè il grido di dolore del popolo siriano non rimanga inascoltato dai più.

Buona notte di gioia Greta, Vanessa, loro familiari, e compagni tutti amici della Siria e dei diritti umani!

D. Q.

Qui la notizia della liberazione pubblicata da Frontiere News:

vanessa-greta

 

La pagina Facebook Aleppo Pulse aveva dichiarato che “Jabhat Al Nusra ha rilasciato due ragazze precedentemente fermate ad Aleppo”. Qualche minuto di voci sul web e sui social network e poi la conferma di Palazzo Chigi: “Greta Ramelli e Vanessa Marzullo torneranno presto in Italia”.

SIRIA: LE BOMBE DI OBAMA E QUELLE DI ASSAD

(di Lorenzo Trombetta*, Pagina99“Guarda guarda! Tua moglie ti tradisce nel bosco!”, grida un signore al suo amico. E l’amico: “Non è un bosco, sono solo pochi alberi!”. Con questa freddura, che mostra come l’amico tradito sposti l’attenzione dal tradimento a un dettaglio del racconto, molti siriani hanno deriso stamani l’atteggiamento assunto dal regime del presidente Bashar al Assad di fronte ai raid aerei della coalizione straniera guidata dagli Stati Uniti, e di fronte all’abbattimento da parte di Israele di un caccia siriano sulle Alture occupate del Golan. “Mentre la nostra sovranità nazionale viene violata in modo flagrante, il regime mette le mani avanti, parlando di coordinamento con gli americani e dicendo di esser stato informato dei bombardamenti”, scrive Nizar Mrad.

Per oltre tre anni, Damasco e i suoi alleati regionali e internazionali, hanno usato l’argomento della “sovranità nazionale” per mostrarsi vittime di un “complotto” ordito dai Paesi del Golfo, in primis dall’Arabia Saudita, e dall’Occidente. Adesso, sottolineano in molti in Siria, l’Occidente e i Paesi del Golfo attaccano regioni della Siria con la benedizione, di fatto, sia del regime di Assad sia dei suoi sponsor esterni. E per cercare di nascondere questa contraddizione ribadiscono che gli Usa hanno informato preventivamente Damasco e che esiste “coordinamento” in nome della “lotta al terrorismo”.

“Scusate, ma non capisco qual è la differenza tra ‘aggressione’ e ‘coordinamento’”, si domanda ironico Anas Muslim, dalla regione nord-occidentale di Idlib. “E’ meglio telefonare al ministero degli esteri siriano”, aggiunge in riferimento a linguaggio usato nei comunicati provenienti dal dicastero del regime.

Il responsabile della diplomazia siriana, Walid al Muallim, aveva a fine agosto ribadito il mantra di Damasco: ci uniremo a chiunque ci aiuti a sconfiggere il terrorismo. Dal 2011, il regime indica come “terroristi” chiunque osi mettere in discussione l’autorità della famiglia Assad, al potere da quasi mezzo secolo. Proprio oggi, il raìs ha ripetuto il concetto: “Da anni, la Siria combatte una guerra lanciata dal terrorismo in ogni sua forma… ci uniamo agli sforzi internazionali per combattere il terrorismo”.

Yusuf Musa è un altro siriano comune che si è espresso oggi sui social network. “In che mondo viviamo?”, si è domandato con disperazione. “Il regime terroristico di Assad chiede di partecipare alla coalizione che colpisce il terrorismo nel suo stesso Paese…”.

Perché alcuni siriani definiscono “terrorista” il regime siriano? Michel Shammas, noto avvocato per i diritti umani a Damasco, risponde con un esempio fresco di cronaca odierna e relativo agli incessanti bombardamenti dell’aviazione di Assad su quartieri e sobborghi della capitale: “Oggi è il giorno del terrore. Aerei si accaniscono con missili e mitragliatori dai cieli di Dweila [quartiere a sud di Damasco]. Mia figlia, terrorizzata, è sbiancata… pensava che la casa fosse stata colpita!”.

La repressione poliziesca e militare del regime siriano contro la rivolta prosegue senza sosta dal marzo 2011. Dopo le proteste pacifiche dei primi mesi, la sollevazione si è armata e, nel corso del 2012 e del 2013 si è radicalizzata in senso islamico. Per gli Assad è stato dunque assai più facile legittimare l’uso della forza contro le roccaforti della rivolta affermando che si tratta di “combattere il terrorismo” e “l’estremismo takfira”. In questo quadro, l’aviazione e l’artiglieria lealiste continuano incessantemente a bombardare i sobborghi di Damasco e altre zone dominate dall’insurrezione armata. La novità è che questi attacchi avvengono ora in contemporanea con i raid della coalizione arabo-sunnita filo-Usa.

A tal proposito, Ghassan Yassin, ricorda che “venticinque raid del regime si sono abbattuti sul Qalamun [a nord di Damasco], mentre la coalizione internazionale bombarda il nord della Siria. E’ proprio una guerra contro il popolo siriano… una guerra contro la sua rivoluzione!”. I raid aerei della coalizione non si sono abbattuti solo su postazioni jihadiste nelle regioni del nord e del nord-est ma anche contro basi dell’ala qaidista siriana, la Jabhat an Nusra, nella regione di Idlib.

Ma la Nusra, a differenza dello Stato islamico, combatte apertamente contro le forze lealiste e da mesi è in aperto contrasto con il fronte jihadista. Per questo, è da molti siriani percepita come una componente della ribellione armata anti-Assad. E il fatto che gli Stati Uniti stiano colpendo la Nusra è per molti una prova dell’intesa sottobanco tra Washington e Damasco. “Decine di raid su Idlib… gli Usa offrono copertura aerea ad Assad”, scrive Abdel Qader da Idlib, dove oltre dieci civili sono morti nei raid della coalizione straniera. Gli fa eco Obada da Homs: “E’ cominciata la campagna crociata per salvare Assad!”.

In pochi però a Idlib si rendono conto che quella che loro descrivono come una “campagna crociata” è in realtà lanciata in modo massiccio dai Paesi del Golfo, nominalmente musulmano-sunniti. Ecco perché altri siriani comuni hanno accusato direttamente le monarchie del Golfo che, assieme alla Giordania, partecipano ai bombardamenti in Siria. Tra queste spiccano l’Arabia Saudita e il Qatar, rivali degli Assad e sostenitori, almeno a parole, della rivolta siriana. “Perché prendersela con gli Stati Uniti? Pensano solo ai loro interessi… dovremmo guardare invece agli Stati della coalizione: l’Arabia Saudita, il Qatar, gli Emirati, il Bahrain, la Giordania”, scrive Muhammad Hammud. “Solo a Idlib venti civili… con esplosioni che rimbombano in ogni angolo della Siria…Un massacro così nemmeno Assad era riuscito a compierlo! Che gli arabi siano maledetti! E che si fottano l’Arabia Saudita, il Qatar e chiunque partecipa all’attacco. Fanculo tutto e tutti!”.

Più pacata l’osservazione di Muhiy ad Din Isso, attivista del movimento pacifico di protesta: “Per me non c’è differenza tra il regime di Assad, lo Stato islamico, la Jabhat Nusra e tutte le altre fazioni estremiste che tagliano la testa e contribuiscono a far sbranare i siriani. Un terzo degli abitanti siriani è in fuga a causa del terrorismo di due Stati, lo Stato di Assad e lo Stato islamico. Per me la patria non è cumulo di macerie. Ma libertà, dignità e cittadinanza”. Qualcuno, dunque, non dimentica gli slogan della sollevazione popolare del 2011. (Pagina99, 24 settembre 2014)

—-

*Zanzuna (pseudonimo) ha contribuito a questo articolo raccogliendo diverse testimonianze.

Citato in http://www.sirialibano.com/siria-2/non-bosco-pochi-alberi.html

Leggi anche quest’altro articolo sempre di Lorenzo Trombetta:

http://www.sirialibano.com/siria-2/siria-bombe-nuove-bombe-vecchie.html