Perchè non sarò più Charlie

Quando ci fu la strage al giornale satirico francese Charlie Hebdo, poco più di un anno fa, avevo scritto due post a riguardo. Potete rileggerli qui:
https://www.peruninformazionelibera.blog/matita-charlie/
https://www.peruninformazionelibera.blog/la-satira-perdona-o-forse-

Oggi ho rivisto le mie posizioni su quel giornale. Sta girando una vignetta di Laurent Sourisseau, in arte Riss, in cui si raffigura in un angolo il piccolo Aylan Kurdi (bimbo curdo-siriano annegato a settembre su una spiaggia sull’isola di Kos mentre, con la sua famiglia, scappava dalla guerra) e sotto si vedono due uomini con sembianze animalesche e con i palmi delle mani  rivolti verso l’alto che rincorrono due  donne. La didascalia dice: ” Migranti. Cosa sarebbe diventato il piccolo Aylan se fosse cresciuto? Un palpeggiatore di sederi in Germania”.

http://www.adnkronos.com/fatti/esteri/2016/01/13/aylan-sarebbe-stato-molestatore-bufera-per-vignetta-charlie-hebdo_WEBHj2JYeVPVL0gPu5BQWK.html

'Aylan sarebbe stato un molestatore', bufera per vignetta di Charlie Hebdo

Il corpo del piccolo Aylan recuperato da un agente turco (Afp)

 

La satira in sè non è nè buona nè divertente. Può essere pungente, fastidiosa, scioccante, anche blasfema in quanto libera. Ma perde il suo intento se diventa ambigua. Questa vignetta è ambigua. Non solo mette in relazione episodi diversi (la tragica morte del piccolo Aylan e le aggressioni  della notte di capodanno a Colonia) ma lancia un messaggio fuorviante dove l’ironia cercata in realtà si perde. C’è odore di razzismo nei volti animaleschi e nei gesti  dei due migranti. Non è detto che fosse questo  l’intento dell’autore. Può essere che volesse rappresentare il razzismo di chi crede che tutti coloro che vengono da un altro paese siano potenziali stupratori. Tuttavia l’accostamento tra  la drammatica figura del piccolo Aylan – morto in quel modo così terribile – e l’immagine dei due migranti adulti – falsata e deformata al punto da far perdere almeno in parte l’umanità degli stessi, oltre a considerarli molestatori a prescindere – fa perdere il fine satirico alla vignetta stessa. Se lo scopo della satira è quello di prendere in giro ( vuoi questa o quella religione, questa o quella istituzione, questo o quel vizio) in questa vignetta è completamente fallito. Qui non si prende in giro il razzismo perchè l’ambiguità della rappresentazione fa sì che questa assuma la forma stessa del razzismo, a prescindere dalle reali intenzioni dell’autore. Una siffatta ambiguità fa sì che si trasmetta un pessimo, in quanto fuorviante, messaggio. Quella figura così come è fatta incita all’odio verso chiunque sia straniero, profugo o migrante che dir si voglia. Un odio tale non solo da calpestare la memoria del piccolo Aylan ma che va ancora oltre, rischiando di suscitare, in chi è predisposto al razzismo, perfino l’augurarsi che tutti i profughi facciano la sua stessa fine.
La satira, piaccia o no, può offendere ma non dovrebbe spingersi fino a incitare all’odio. L’incitamento all’odio trascende la libertà d’espressione.

D. Q.

Un pensiero su “Perchè non sarò più Charlie

  1. la satira di questa vignetta è rivolta al pensiero ben pensante occidentale che si contraddice con la compassione, il disgusto, l’odio e la superiorità nei confronti dei migranti a seconda della situazione.. si passa da un compatire aylan e tutti i poveretti migranti, a trattare come animali tutti i migranti arabi per i fatti di colonia. la nostra gente ha la memoria corta e charlie ce lo fa notare.. citando il tuo orwell che metti in cima al blog charlie hebdo fa satira sul “duoble-think” o “bipensiero” occidentale..

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