Monza, foto shock in commissariato: mani e piedi legati

Monza, foto shock in commissariato: mani e piedi legati

Un uomo steso a terra a pancia in giù, con i polsi bloccati dalle manette dietro la schiena. Un agente di polizia che controlla che stia fermo e un altro che gli lega le caviglie con quella che sembra una cinghia. È accaduto alla fine di maggio, una notte, nel commissariato di Monza: a scattare questa foto è stato probabilmente un collega dei due agenti (trentenni, in servizio da cinque anni) immortalati mentre usano una pratica di contenimento definita «non usuale» su un cittadino marocchino, fermato poche ore prima per una rissa, ubriaco, che aveva dato in escandescenze mentre attendeva il suo turno in corridoio. La foto è arrivata sulla scrivania dei vertici della polizia e il questore di Milano, Luigi Savina, ha inviato una relazione alla Procura di Monza. Dove è stato aperto un fascicolo ‘modello 45’, quindi relativo a “fatti non costituenti notizia di reato”. Il commissariato monzese non è nuovo a episodi del genere: nel 2007 un agente immortalò un altro fermato ammanettato a un palo. Le stanze per trattenere i fermati non erano agibili, si difesero i poliziotti, e non lo sono tuttora, denuncia il sindacato di polizia Siulp, che attacca i vertici della polizia per le condizioni «al limite della decenza» di commissariati e questure. Ma ammette: «Quelle procedure di contenimento dei fermati non sono lecite» L’uomo ritratto nell’atrio del Commissariato di Monza è un cittadino straniero di 29 anni, tratto in arresto nella serata dello scorso 28 maggio per il reato di resistenza, lesioni e minacce a pubblico ufficiale. Sull’ultima vicenda, invece, la questura fa sapere che “gli agenti erano dovuti intervenire a seguito di una violenta lite nel corso della quale lo straniero aveva causato lesioni al volto a un altro immigrato. Nelle fasi concitate dell’arresto anche i due agenti hanno riportato lesioni giudicate guaribili rispettivamente in 15 e 10 giorni. Una volta in commissariato, a causa del perdurare dello stato di grave alterazione psico-fisica generata dall’abuso di alcol, è stato richiesto l’intervento di personale del 118, che però veniva aggredito, tanto che si rendeva necessario far sopraggiungere il medico di guardia (il quale riusciva a somministrare un calmante al fermato). Per i fatti in questione, il cittadino straniero è stato condannato alla pena di otto mesi di reclusione, con il beneficio della sospensione condizionale” (Oriana Liso)

 

 

Fonte:

http://milano.repubblica.it/cronaca/2014/06/07/foto/monza_foto_shock_in_commissariato_mani_e_piedi_legati-88263502/1/#1