La matita di Charlie

Credo che i valori più alti siano quelli per cui non solo si vive ma si può anche morire. Uno degli ideali per cui si può morire è la libertà in tutte le sue forme, tra cui la libertà di stampa. Oggi, in Francia, nella sede del giornale satirico Charlie Hebdo, dodici persone, tra cui il direttore e altri tre vignettisti, sono rimaste uccise in un attentato terroristico. Stéphane Charbonnier, detto Charb, Cabu, Wolinski e Tignous sono morti per la libertà di espressione, perché hanno osato affermare quello che tutti gridiamo da mesi, cioè che l’Isis, o Stato Islamico, o Is o qualunque delle varie sigle vogliamo usare per chiamarlo, è terrorismo. Ma non lo hanno fatto alla maniera dei comuni mass media di tutto il mondo, che stanno cavalcando l’orrore di stragi e esecuzioni per tenerci incollati a loro, con nuove paure indotte, che la crisi mondiale ce l’eravamo ormai sorbita in tutte le salse. Charb e i suoi hanno voluto metterci un pizzico di coraggio in più, hanno voluto deridere, farsi beffe di questo terrorismo, mostrarlo nella sulla grottesca assurdità. Un coraggio divenuto forse inconsapevole sfida in quella vignetta premonitrice pubblicata nell’ultimo numero. “Ancora nessun attentato in Francia. “Aspettate. Abbiamo ancora tutto gennaio per fare i nostri auguri”.” Poco prima dell’attentato, sul profilo Twitter del giornale è comparsa anche un’altra vignetta satirica contro il leader dell’Isis al Baghdadi.

 

Charlie Hebdo: morto Charb, in vignetta 'previde' attentato
Con buona pace di Salvini, Le Pen, Magdi Cristiano Allam e compagnia cantante, non possiamo lasciare che gli autori della strage siano chiamati musulmani. La frase “Allah u Akbar”, gridata dagli assassini durante l’attentato, è una bestemmia alle orecchie di tutti i veri fedeli musulmani. E non venitemi a dire che quelli sono islamisti moderati e gli altri islamisti radicali. L’islam è una religione come lo è il cristianesimo e tutte le altre fedi che conosciamo. D’altra parte il giornale Charlie Hebdo faceva satira sulle diverse fedi evidentemente perché libero. In questa e in tutte le stragi simili, non c’entra alcun Dio , alcuna religione, solo la cieca volontà di individui e organizzazioni di seminare morte ovunque si condanni la loro folle brama di dominio.
Oggi la matita di Charlie è stata spezzata ma non potranno spezzare tutte le matite del mondo perché d’ora in poi chiunque creda nella libertà di pensiero è Charlie.

 

D. Q.

Qui un articolo sull’attentato:

http://www.ansamed.info/ansamed/it/notizie/rubriche/cronaca/2015/01/07/massacro-a-charlie-hebdo12-morti-hollande-e-terrorismo_acb6160d-536e-4cd2-b441-75df75633f8d.html?idPhoto=1