Mahatma Gandhi

Mohandas Karamchard Gandhi, detto il Mahatma, la Grande Anima, nasce il 2 ottobre 1869 a Portbandar in India. Gandhi nasce in una famiglia privilegiata, il padre è Primo Ministro di Rajkot, nel Gujarat e Gandhi ha accesso ad un’istruzione di ottimo livello.

Si laurea in giurisprudenza a Londra, dove vive da occidentale, vestendosi alla moda e conducendo una vita da cittadino dell’Impero Britannico.

Svolge la professione di avvocato per un breve periodo, in Sudafrica, dove quasi subito, però, si scontra con una realtà fatta di discriminazione razziale verso gli indiani che lo porta ad una scelta di lotta politica molto determinata. La sua è una lotta politica, come dichiarato dallo stesso Gandhi nel famoso comizio il 1° settembre 1906, basata sulla non violenza, letteralmente il “satyagraha” (“fermezza nella verità”) grazie alla quale Gandhi ottiene in Sudafrica importanti riforme: l’eliminazione delle leggi discriminatorie, il riconoscimento della parità dei diritti e la validità dei matrimoni religiosi.

In Sudafrica rimane 21 anni e nel 1915 Gandhi torna in India dove trova un grande scontento verso il governo britannico in particolare a causa della riforma agraria che favorisce i proprietari terrieri a discapito dei piccoli contadini e degli artigiani.

Diventato leader del Partito del Congresso, nel 1919 dà il via alla prima grande rivolta non violenta basata sul boicottaggio delle merci inglesi e il non-pagamento delle imposte, a causa della quale Gandhi viene processato ed arrestato.

Una volta liberato, dopo qualche mese avvia una nuova protesta e viene di nuovo incarcerato. Rilasciato nuovamente, il Mahatma partecipa alla Conferenza di Londra dove chiede fermamente l’indipendenza dell’India.

Il 1930 è l’anno della svolta: Gandhi dà il via alla “marcia del sale”, una protesta di cui parleranno tutti i giornali del mondo: 380 km di marcia per chiedere il pubblico boicottaggio della tassa sul sale, considerata ingiusta. In questa occasione Gandhi, sua moglie e altre 50.000 persone vengono arrestati, ma dopo quasi un anno di prigione viene rilasciato e le leggi sul monopolio del sale vengono modificate. La protesta non-violenta riesce per la prima volta a scalfire l’immenso potere dell’Impero Britannico.

All’inizio della Seconda Guerra Mondiale Gandhi decide di non sostenere l’Inghilterra se questa non garantirà all’India l’indipendenza. Il governo britannico reagisce con l’arresto di oltre 60.000 oppositori e dello stesso Mahatma, che viene rilasciato dopo due anni.

Il 2 aprile 1947 alla Conferenza Interasiatica di New Delhi, di fronte a 20.000 visitatori, indiani e anglosassoni, Gandhi pronuncia quello che rimane il suo discorso più celebre in cui, ancora una volta proclama la non violenza e l’amore come gli strumenti più forti per vincere qualunque battaglia: “Se volete… dare un altro messaggio all’Occidente, deve essere un messaggio d’amore, un messaggio di verità” … “ Se lascerete i vostri cuori battere all’unisono con le mie parole, avrò compiuto il mio lavoro”.

Il 15 agosto 1947 l’India conquista l’indipendenza, ma a causa delle divergenze etniche e religiose tra musulmani e indù che provocano sanguinose rivolte, il Pakistan viene dichiarato stato indipendente.

Proprio per mano di un fanatico indù, il 30 gennaio 1948 Gandhi viene ucciso, mentre sta andando a pregare in giardino, come tutti i giorni, alle 5 del pomeriggio.

16 aprile 2012 (modifica il 17 aprile 2012)

Fonte:

http://www.corriere.it/cultura/leparole/biografie/gandhi_c0813b7e-87d0-11e1-99d7-92f741eee01c.shtml